Un grande successo di pubblico, di personalità e di operatori quello riscosso da Scm Group ai Saloni di Milano, la più grande e celebrata fiera del mobile e dell’arredamento conclusasi ieri, dopo sei giorni – dal 9 al 14 aprile – di business, incontri, eventi, appuntamenti che hanno portato nel quartiere fieristico oltre 300mila visitatori.
Una grande opportunità per le tecnologie per il legno, che per la prima volta hanno trovato ospitalità nel tempio del design, un riconoscimento del contributo delle macchine alla creatività, al lavoro. Il tutto nella intelligente cornice del progetto ““I Wood Like – Handmade & digital crafting”, nato alla volontà di FederlegnoArredo, l’associazione confindustriale che raccoglie le imprese impegnate nella trasformazione del legno e dei suoi derivati, della associazione Culturalegno, che diffonde la cultura del legno e delle sue lavorazioni tradizionali, artigianali e artistiche, e di Scm Group. Tre realtà diverse accomunate da un unico obiettivo: dimostrare ai giovani che si può essere imprenditori di sè stessi, che si possono costruire serie opportunità per il proprio futuro anche nel mondo del legno. Come abili intarsiatori ed ebanisti, ma anche come “artigiani evoluti” che, con tecnologie tanto potenti e versatili quanto estremamente semplici da utilizzare, possono trasformare il legno e il proprio destino.
Un evento che ha riscosso grandi consensi anche nel mondo culturale, politico e istituzionale: molte le personalità che hanno visitato lo spazio di “I Wood Like”, fra cui il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il sindaco del capoluogo lombardo Giuliano Pisapia, il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, la presidente del Maxxi di Roma Giovanna Melandri, l’assessore all’Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia Valentina Aprea, il senatore Roberto Formigoni, Mariastella Gelmini (già ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca), archistar e designer di fama internazionale.
Una occasione prestigiosa per il gruppo riminese, che durante la fiera ha mostrato come un centro di lavoro, un investimento alla portata di una impresa artigiana, possa realizzare un tavolo di grande fascino e complessità come il “Vaulted table”, progettato dallo studio londinese Bloomlab.
Una iniziativa che non è solo etica e culturale, ma che intende ribadire ciò in cui il gruppo crede fortemente, ovvero che la conoscenza, la formazione, investire nelle potenzialità del settore manifatturiero è la vera ricchezza dell’Italia. “Grazie alla nostra cultura, alla nostra creatività, alle nostre preziose e impareggiabili tradizioni artigianali – ha commentato Alfredo Aureli, amministratore delegato del gruppo, facendo un bilancio della iniziativa – i giovani potranno avere grandi prospettive professionali in Italia. Un percorso che sarà reso ancora più proficuo se sapremo avvicinarli alle macchine a controllo numerico e alle tecnologie più innovative, mostrando loro quanto sia semplice e veloce apprenderne il funzionamento e quanto permettano di produrre con costi competitivi”.E’ dimostrato che la tecnologia riduce l’incidenza della manodopera sul costo di un bene al sei per cento, una variabile ininfluente, che porta il concetto di competitività nella giusta dimensione e, di fatto, rende molto meno rilevanti i vantaggi della delocalizzazione; una opportunità in più per essere “imprenditori di se stessi”.