Un bilancio positivo, nonostante le defezioni e una stagione economica che impone a molte rassegne maggiori difficoltà.
Sgomberiamo subito il campo: come abbiamo già scritto prima della fiera non si possono chiudere tutti e due gli occhi sulla assenza di alcune importanti realtà. Che Zow non stia vivendo la sua stagione migliore – dopo aver stabilito degli autentici primati e avere, di fatto, creato o reso più forti dei nuovi standard – è una certezza. Probabilmente la scelta di creare troppe edizioni nazionali, probabilmente la volontà di andare sempre e continuamente “oltre”…. sta di fatto che attorno al “progetto Zow” non ci sono più tutti i consensi di una volta.
Ma noi a Bad Salzuflen ci siamo stati e non ne siamo rimasti delusi. Ci sono molti, forse troppi luoghi comuni sulle fiere. Pare sia un imperativo che tutte debbano avere 10mila espositori e 100mila visitatori, che debbano essere le regine del pianeta e garantire a chi vi partecipa miliardi di fatturato. Ci apre di poter dire che non sono più quei tempi, ammesso che lo siano mai stati.
Riteniamo che oggi le fiere debbano onestamente rappresentare il mercato, la situazione, le scelte di cui sono figlie. Non si possono paragonare i 108mila visitatori di Norimberga ai risultati di altre rassegne, così come forse è venuto il momento di cominciare a contare le aziende presenti, non i curiosi, le scolaresche e nemmeno il fatto che da qualche azienda possono anche arrivare pullman interi di visitatori, ma il cliente sempre uno è…
Non vogliamo difendere Zow. A loro non serve e a noi non sono piaciute alcune scelte fatte durante il dipanarsi della loro storia. Ma non è argomento di questo articolo. Quello che ci teniamo a dire, e a motivare, è che questa Zow Bad Salzuflen non ci è dispiaciuta. Abbiamo trovato 485 espositori, come recitano i dati diffusi dagli organizzatori: una cifra di tutto rispetto, con una predominanza netta e ben percepibile di realtà tedesche, magari qualcuna di piccole dimensioni, ma agguerrite e capaci di portare a Bad Salzuflen proposte di ottima qualità. Molte le aziende che non conoscevamo, quasi sorprendente il livello generale delle proposte che abbiamo avuto modo di vedere da vicino.
E se i grandi della ferramenta o alcuni o molti di loro hanno preferito non esserci hanno certamente le loro ragioni.
Oltre alla naturale predominanza degli espositori “di casa” da segnalare la buona partecipazione di imprese, in ordine decrescente, dall’Italia, dalla Turchia, dall’Austria e dalla Polonia. Un dato significativo che a Bad Salzuflen sono arrivati 50 nuovi espositori, un “ricambio” che indica che ci sono ancora molte aziende che ne hanno bisogno, che vogliono provare ad esserci, che contano sul ruolo che la rassegna ancora svolge.
Sul versante dei visitatori note altrettanto degne: 12.500 operatori in visita da 79 Paesi. Un livello di internazionalità che ci ha francamente sorpreso, perché arrivare da queste parti della regione della Westfalia in febbraio non è certo la cosa più invitante e/o comoda. Eppure questi sono i dati registrati, e comunicati dagli organizzatori, nelle quatto giornate fra il 10 e il 13 febbraio scorso.
“Nonostante le molte difficoltà di questo periodo economico – ha commentato Horst Rudolph, Managing Director di Clarion Events Germany, organizzatore dell’evento – abbiamo lavorato per dare a espositori e visitatori una opportunità di successo, non solo facendo in modo che la fiera fosse più compatta e, dunque, più comoda da visitare, ma ponendo l’accento sulla sua funzione di informazione, di piattaforma per la condivisione della conoscenza”.
Sulle dimensioni, mister Horst non se ne avrà male, non è che siamo proprio convinti sia stata una scelta; piuttosto un fare buon viso a cattivo gioco: vista la minore superficie occupata lavorare per far sì che espositori e visitatori ne avessero comunque un concreto vantaggio è stata scelta giusta, onorevole ma inevitabile. A parte questa banale considerazione concordiamo che i 27mila metri quadrati di spazio espositivo occupato sono stati sufficienti a dare vita a una buona rassegna.
AUGURI!!!!!
Una cosa ci ha sorpreso, ovvero ricordare che questa è stata la ventesima edizione di Zow e non notare particolari festeggiamenti. Come abbiamo già detto la creatura di Peter H. Meyer ha avuto alcuni, storici meriti e avrebbe – a nostro avviso – meritato una piccola celebrazione. Invece solo un poster nell’ufficio stampa a segnare la tappa.
A nostro avviso non si deve perdere occasione per dimostrare che si vuole bene a ciò che si fa e almeno un brindisi…. anche perché c’erano una decina di aziende che avevano partecipato a Zow dalla prima edizione, un record da riconoscere pubblicamente!
Concludiamo ribadendo la nostra soddisfazione: non è poi andata così male a Bad Salzuflen e i commenti che abbiamo raccolto indicano che questo sentimento era piuttosto diffuso fra i presenti.
Vedremo cosa accadrà in futuro, nel 2015, anno in cui Zow incrocerà nuovamente – come sempre negli anni dispari – i propri destini con quelli di Interzum. Cambierà qualcosa? I ruoli risulteranno ulteriormente caratterizzati? La proposta di Zow verrà organizzata con criteri diversi, permettendo agli espositori di scegliere spazi e servizi meglio confacenti alla propria struttura, dimensione e/o obiettivi? Staremo a vedere.
Intanto segnatevi le date in agenda, dal 9 al 12 febbraio 2015, in quella regione del Westfalia-Lippe che rimane uno dei grandi poli del mobilierato mondiale… (l.r.)
La ventesima edizione di Zow 2014
ultima modifica: 2014-04-02T00:00:00+00:00
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