In occasione dell’assemblea annuale della European Panel Federation il presidente Epf, Paolo Fantoni, ha sottoposto all’onorevole Bonafè la Carta di Venezia “L’industria del pannello a base legno e l’economia circolare”. Quattro punti declinati in 13 proposte concrete per presentare i vantaggi dell’industria europea dei pannelli a favore di una economia veramente green. Questa la struttura del documento presentato dal presidente Epf, Paolo Fantoni e dall’eurodeputata e responsabile del dossier Economia circolare, Simona Bonafè.
“Con la Carta di Venezia sull’ “Uso a Cascata del legno”, che suggerisce l’attuazione di norme che possano rendere effettivo lo sviluppo dell’economia circolare nella filiera del legno, poniamo al parlamento europeo questioni fondamentali per garantire crescita e prosperità a un settore che occupa oltre 100mila addetti e raggiunge un giro di affari superiore ai 22 miliardi di euro”, spiega Fantoni.
LA CARTA DI VENEZIA
Il primo capitolo, intitolato “Bilanciare la pressione sulla disponibilità di legname”, ha posto l’accento sulla cronica carenza di materia prima in Europa. Tre i punti di intervento: determinare un livello di offerta che possa essere sostenuto nel lungo termine; imporre un criterio che tenga conto dell’efficienza delle risorse rispetto ai settori in competizione; mettere un tetto alle quote di biomasse destinate alla produzione di energia.
Quattro invece i punti presi in esame nel capitolo “Accrescere il ruolo del legno nell’economia circolare”: stimolare la disponibilità di legname promuovendo il recupero alla fonte in particolare nei settori costruzioni e demolizioni (incentivando lo smantellamento); incrementare gli obiettivi di recupero degli scarti a base legno introducendo obiettivi analoghi a quelli di altri flussi di rifiuti; rimuovere le barriere legali che ostacolano l’utilizzo del legname collocato in aree urbane; limitare e successivamente vietare l’invio di legname nelle discariche.
Il terzo capitolo “Creare condizioni di parità eliminando le distorsioni del mercato” punta a sanare la situazione di squilibrio creatasi con il proliferare delle centrali a biomasse: interrompere gli incentivi finanziari legati alla produzione di bioenergie che stanno frammentando l’utilizzo del legname; utilizzare per le biomasse i corretti conteggi inerenti allo scambio di Co2 attuando le norme contenute nella legislazione Lulucf; rimuovere la contabilità multipla nella direttiva Iluc sui biocarburanti.
L’ultimo capitolo, “Creare un pool di mercato sui prodotti a base legno”, interviene sui seguenti aspetti: agevolare l’utilizzo di prodotti a base legno negli appalti per la realizzazione di edifici pubblici; accrescere la consapevolezza sul tema dello stoccaggio di anidride carbonica o estendere il “carbon life” quando si utilizza il legno negli arredi e nelle costruzioni; stimolare lo sviluppo di gruppi di prelievo forestale di prodotti a base legno in modo da estendere il “serbatoio di carbonio” già in foresta.