Questi i due temi di cui si è discusso all’inizio di ottobre nei due incontri organizzati da Catas, il più noto e attivo laboratorio italiano per il settore del legno e del mobile; due eventi che hanno riscosso l’attenzione degli addetti ai lavori
Il primo appuntamento – intitolato “Le superfici per arredi e interni: evoluzione e normative” e che ha visto la partecipazione di una cinquantina di operatori della filiera – si è svolto mercoledì 5 ottobre presso la sede Catas di Lissone, nel cuore della Brianza. E’ stato un momento di approfondimento e di verifica dello “stato dell’arte” nelle normative che regolano la materia, con Franco Bulian, vicedirettore del centro, Claudio Caon e Debora Tiberio, della Sezione superfici Catas, a fare gli onori di casa.
Sul tavolo una domanda precisa: come devono essere le superfici dei mobili? Quali caratteristiche servono perché non siano solo “belle”, ma resistano all’uso quotidiano? L’estetica delle superfici è indubbiamente importante, perché è il primo valore che un consumatore percepisce. Ma se dietro l’estetica si nascondono potenziali difetti la questione cambia e chi ha acquistato un mobile, un elemento di arredo può vivere una esperienza poco piacevole, con inevitabili riflessi negativi sul produttore e sul rivenditore.
Le contestazioni, in altre parole, possono diventare un serio problema, al punto da condizionare la reputazione delle parti coinvolte.
Un rischio da evitare a qualunque costo: dunque meglio prevenire che curare, meglio sottoporre i mobili ai test necessari per mettersi al riparo da contestazioni – peraltro codificati da precise normative – e garantirsi così un ottimo, sereno rapporto con i propri clienti.
“C’è una citazione che mi pare estremamente calzante e che mi piace riproporre a ogni occasione”, ha commentato Franco Bulian, vicedirettore di Catas, ai margini dell’evento di Lissone. “Wolfgang Pauli, il celebre fisico austriaco considerato uno dei padri della meccanica quantistica, premio Nobel nel 1945, soleva dire che la massa degli oggetti è stata creata da Dio, mentre le loro superfici sono opera del diavolo. Sono assolutamente certo che questa frase sia più che condivisibile anche per quanto riguarda il settore del legno e dell’arredo!”.
Le superfici dei mobili, come abbiamo già accennato, sono fondamentali per l’estetica di un prodotto e sono certamente oggetto di grandissima attenzione e di forti investimenti per poter arrivare al miglior risultato possibile. Senza tralasciare che il complesso mondo della finitura, della verniciatura e del rivestimento è indubbiamente una delle eccellenze assolute del mobile italiano e dei produttori di finiture e tecnologie applicative, una collaborazione dalla quale nascono risultati che non temono confronti a livello internazionale.
Ma dietro la bellezza e l’attrattività delle superfici si possono nascondere pericolose insidie, potenziali difetti che – messi alla prova anche dall’uso quotidiano – potrebbero portare a un rapido degrado della superficie.
“Lo scopo dell’incontro di Lissone – ha aggiunto Bulian – è stato far conoscere alle aziende del settore del legno e dell’arredo le opportunità di verifica delle prestazioni delle superfici, così da poter comprendere, ed eventualmente migliorare, le loro resistenze alle sollecitazioni a cui sono sottoposte ogni giorno”.
Debora Tiberio, tecnico della Sezione Superfici di Catas, ha aperto i lavori illustrando tutti i metodi di prova che l’istituto propone per simulare o riprodurre i difetti che si possono manifestare sulle superfici dei mobili: dalle conseguenze degli sbalzi di temperatura agli effetti di un urto accidentale, per arrivare al contatto con sostanze liquide o al semplice effetto della luce del sole.
Claudio Caon, responsabile della stessa sezione, ha invece presentato i requisiti normativi attualmente in vigore per le varie tipologie di arredo.
“In Italia – ha ricordato Caon – il panorama normativo a proposito delle superfici dei mobili è molto ricco. Un vantaggio per i produttori, che possono utilizzare questi strumenti per comprendere se il loro mobile è adatto per essere usato in cucina o in bagno o che cosa accadrà alle superfici di quel mobile che arreda un elegante salotto nei prossimi anni.
“L’obiettivo di Catas – ha aggiunto Caon – è collaborare con i mobilieri per valutare e scegliere con loro quali prove, quali test, definiti da precisi strumenti normativi, possano essere i più indicati per fornire una sufficiente certezza che il loro prodotto non avrà problemi e, dunque, caratterizzare e valorizzare ulteriormente il loro lavoro”.
E’ poi intervenuto Franco Bulian, vice direttore di Catas e responsabile del reparto chimico, che ha illustrato la recente norma italiana dedicata alle finiture del parquet. Bulian ha sottolineato come sia “nata” proprio all’interno dei laboratori dell’istituto, grazie alla collaborazione con cinque importanti produttori italiani di vernici e, più in generale, con tutto il mondo del pavimento in legno. “Un documento – ha commentato Bulian – che sta avendo un forte impatto positivo nel settore delle pavimentazioni in legno, dimostrandosi un punto di riferimento fondamentale per produttori di vernici, produttori di parquet, progettisti e installatori”.
Un esempio di come e quanto Catas sia da sempre molto attento alle tematiche che coinvolgono le imprese della filiera e agli inevitabili “coinvolgimenti” nell’ambito normativo, sia a livello nazionale che internazionale.
La giornata di Lissone si è conclusa con un intenso dibattito che ha permesso a tutti gli intervenuti di approfondire temi di specifico interesse nelle loro attività professionali.
LUNGA VITA AL LEGNO!
Il 6 ottobre, nella sede di San Giovanni al Natisone, si è invece parlato di “durabilità” del legno e dei prodotti destinati a essere utilizzati all’esterno (pavimenti, finestre, rivestimenti esterni, decking, travi…) che con il legno sono costruiti. Organizzato nell’ambito dei lavori della commissione tecnica europea CEN TC38, l’appuntamento ha visto la partecipazione di una ventina fra delegati degli enti di normazione di cinque Paesi (Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Danimarca) e rappresentanti dell’industria e di istituti di ricerca italiani che hanno discusso dei requisiti necessari per i preservanti attualmente applicati sul legno perchè mantenga le proprie caratteristiche fisico-meccaniche inalterate il più a lungo possibile.
Come è noto, dall’entrata in vigore del Regolamento sui Biocidi (UE n. 528/2012), la commercializzazione dei prodotti preservanti che proteggono il legno in opera dall’attacco di funghi e insetti è soggetta all’approvazione delle autorità competenti, a cui spetta il compito di valutare, fra le altre proprietà, anche l’efficacia protettiva.
Chi si occupa di normative e gli esperti delle varie commissioni di valutazione hanno dunque dovuto confrontarsi con i testi dei nuovi documenti che stabiliscono quali sono i criteri di valutazione dell’efficacia dei prodotti per preservare il legno. Temi spesso complessi e che richiedono specifiche conoscenze, non sempre alla portata degli utilizzatori, di chi dovrà poi applicare quotidianamente queste nuove regole nella preparazione dei dossier per la registrazione dei prodotti da mettere in commercio.
Ed è proprio per questo che – su iniziativa della commissione tecnica CEN TC38, che si occupa proprio di durabilità del legno e dei prodotti a base di legno – Catas ha ospitato un workshop per delegati alla normazione, addetti alle attività regolatorie e produttori di preservanti del legno, che si sono ritrovati nella sede di San Giovanni al Natisone per discutere ed evidenziare le parti dei documenti normativi nelle quali è possibile intervenire per renderli più comprensibili, espliciti e, dunque, più efficaci. Un lavoro prezioso in vista delle prossime revisioni delle norme in materia, dove tutti questi “miglioramenti” potranno essere inseriti.
Elena Conti, responsabile della sezione prove biologiche del Catas, impegnata in prima persona nelle attività normative come coordinatrice di gruppi di lavoro sia a livello nazionale (commissione UNI CT/022 Legno) che europeo (commissione CEN TC 38), ha svolto il ruolo di moderatore della tavola rotonda.
“Durante la discussione abbiamo evidenziato le criticità dei documenti normativi attualmente in vigore”, ha spiegato Conti. “Sono emerse proposte e spunti che saranno utili per colmare le inevitabili lacune che la trattazione di un argomento così vasto e complesso non può che generare”.
La materia vede, infatti, un numero incredibile di variabili: il rischio di degrado del legno in opera a causa di agenti biologici deve fare i conti con numerosi fattori, tra cui la destinazione d’uso, l’area geografica, gli accorgimenti progettuali. “Comprendere tutto ciò in un dettato normativo non è certo semplice – ha concluso la dottoressa Conti – ma potendo contare sulla piena collaborazione di tutte le parti coinvolte non possiamo che prevedere che le prossime revisioni ci porteranno nella direzione di documenti adeguati all’evoluzione sia dei prodotti che delle leggi che ne regolano la commercializzazione”.
Un lavoro intenso e certamente impegnativo, che non è stato ovviamente possibile esaurire nella giornata organizzata da Catas, ma è indubbio che sia stato compiuto un importante passo nella direzione di norme tecniche sui preservanti del legno sempre più “user friendly”.