Benedetto Croce diceva, a proposito di Pinocchio, che il legno di cui era fatto “era l’umanità”. Il legno è vita, è il respiro di una città di cemento e un passo verso la sostenibilità ambientale. Proprio questo è il motivo che ha portato Rubner Haus, il gruppo bolzanino che fa delle costruzioni in legno un suo marchio di fabbrica, a sceglierlo per una delle sue ultime creazioni: “Rubner News Haus”, una piccola edicola nel cuore di Milano, non lontano dalla stazione di Cadorna e a pochi passi dal Duomo, il centro di una metropoli.
“Oggi si parla molto di rigenerazione urbana come strumento per restituire alla collettività dei beni che incidano positivamente sui valori di inclusione sociale e di integrazione”, ha sottolineato Deborah Zani, ceo del gruppo. “L’edicola è proprio questo: un luogo senza né porte né finestre che affaccia su una piazza, un emblema al centro di scambi e relazioni”.
Sostenibilità ambientale, sostenibilità dell’abitare e sostenibilità etico-culturale, le parole chiavi alla base del progetto che Rubner Haus ha messo in piedi assieme agli architetti Barban e Cappellari di Vicenza. “Abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto sul finire del 2019”, ha dichiarato Flavio Barban al termine dell’inaugurazione. “Pensavamo di poter concludere il tutto qualche mese fa, ma la pandemia ci ha costretto a prolungare i tempi”.
Un progetto iniziato in “tempo di pace” che è proseguito in “tempo di guerra”, in un momento in cui l’edicola è diventata il punto di riferimento per gli abitanti del quartiere, rinchiusi tra le mura domestiche e che hanno trovato un volto amico proprio nel proprio edicolante. “Durante il lockdown ci siamo resi conto di quanto questo luogo fosse ancora importante per la comunità. Le persone venivano a comprare un giornale o una rivista e avevano in me e mia moglie gli unici volti amici esterni al nucleo famigliare”, ha dichiarato Omar Decimati, il proprietario dell’edicola.
Una capanna apribile in legno come il simbolo di un luogo che in esso racchiude un tesoro nascosto, il filo rosso tra passato e futuro, tra un mondo cartaceo e la sua evoluzione virtuale, per ricordare a tutti che il legame umano può andare oltre uno schermo. Dal legno al legno, un cerchio che si chiude in una ring composition dal sapore romantico che unisca storia ed ecosostenbilità, data la leggerezza e la capacità del legno di ridurre la presenza di Co2 nell’aria. “Costruire in legno vuol dire rispettare l’ambiente e restituire alla comunità un bene autorigenerante che si innesta naturalmente nel tessuto urbano”, ha concluso Deborah Zani, prima di tagliare il nastro e ridare vita all’edicola.
Abbiamo iniziato con Benedetto Croce, chiudiamo con Alda Merini, che Milano la conosceva bene. “La parola del legno non è uniforme, è una polifonia”, diceva. Una polifonia, il simbolo di un’edicola di legno dal cui interno escono le voci di un’intera città.