Una nuova rotta per Biesse

Non si era ancora spenta l’eco di una presenza a Ligna con uno stand indubbiamente “dirompente” che arriva come un fulmine a ciel sereno la rinuncia di Massimo Potenza al suo ruolo ai vertici di Biesse…

Aspettate a voltar pagina spazientiti: sappiamo bene che la notizia è vecchia, superata da altre, più o meno consistenti, che si sono stratificate in queste settimane. Lasciateci anche dire che abbiamo rimaneggiato questo articolo più volte, al punto da ritardare anche l’uscita del numero di qualche giorno, in attesa di poter presto intervistare i vertici del grande gruppo pesarese per fare il punto su quello che è indubbiamente una delle più belle e potenti storie della tecnologia per il legno.

Non potevamo esimerci dal fare il punto della situazione, perché se è vero che molti sanno tutto e anche di più, riteniamo doveroso che una rivista come la nostra non salti a piè pari l’accaduto. All’indomani della uscita di Massimo Potenza avevamo avuto modo di scrivere su xylon.it cosa era successo, limitandoci a pubblicare il comunicato stampa diffuso da Biesse che annunciava la sua rinuncia al ruolo di “amministratore delegato, chief executive officer e direttore generale”, poteri passati al presidente del consiglio di amministrazione Roberto Selci, che di fatto ha ripreso nelle proprie mani la governance del gruppo.
Un fulmine a ciel sereno, almeno per quanti non erano e non sono particolarmente “dentro” le vicende di Biesse; una svolta annunciata per chi aveva avuto qualche segnale che l’atmosfera non era più quella idilliaca di qualche anno fa.

Ma restiamo sui fatti e facciamo un passo indietro di qualche anno, quando la proprietà prese la decisione di imprimere un forte cambio di rotta al gruppo, mantenendo i profondi legami con il legno e i suoi derivati ma spingendo l’acceleratore lungo l’autostrada della multimaterialità, cimentandosi in settori molto probabilmente anche più remunerativi. Ecco la prima “parola chiave” di questa storia e della riflessione che ci sentiamo di fare, presuntuosamente convinti che la vicenda Biesse in qualche modo racconti quello che sta accadendo in tutto il settore: che il legno possa anche non bastare più ci può stare. In fondo non c’è azienda del settore che non abbia almeno qualche macchina al lavoro dove si trasforma la plastica, i materiali compositi, il vetro o altro. Anzi: in anni come quelli recenti, dove le certezze sono indubbiamente sempre meno, guardare nei cortili dei vicini è diventato parte della quotidianità.

Se poi ci sono bande di nostalgici che vorrebbero mantenere saldo il timone nel solo mare del legno crediamo non sarebbe male se guardassero con maggiore apertura mentale a dove il mondo sta andando, a come cambiano mobili, serramenti e tutto il resto.

Indubbiamente la gestione degli ultimi anni di Biesse ha fatto storcere il naso a più di un manager, più di un quadro, più di un addetto: fra acquisizioni, spostamenti di sede, scelte che forse avrebbero dovuto essere “messe a terra” in tempi più brevi diciamo che qualcuno ha scelto di scendere e prendere un altro treno. Altri, pur giudicando positiva e necessaria la virata sulla multimaterialità, non se la sono sentita di restare al fianco del nuovo amministratore delegato, manager di indubbia esperienza e qualità, chiamato a dare corpo alla visione della proprietà.

Sull’operato del dottor Massimo Potenza non vogliamo e possiamo aggiungere altro, perché non conosciamo i particolari e perché, a questo punto, non ne vale nemmeno la pena. Aggiungiamo solo che al fianco di Potenza ha comunque lavorato un team di persone che crede nell’“orizzonte multimateriale”, nella “one company” disegnata da Selci e in tutto ciò che comporta: manager, dirigenti e quadri che – ne siamo certi – oggi sono al lavoro per correggere il tiro…

Quello che nostro avviso conta e conta tantissimo è che Biesse si sia incamminata su una strada nuova, moderna, e lo abbia fatto con qualche anno di distacco sugli inseguitori. Forse la tavola della legge, i nuovi dieci comandamenti avrebbero potuto essere annunciatai in modo diverso, applicati con qualche attenzione in più, magari con modalità più e meglio condivise? Chissà…

L’uscita di Potenza, ci pare doveroso sottolinearlo, non mette in discussione un processo di semplificazione, la realizzazione di una “one company” come anche altri gruppi ai vertici del settore – Homag in primis, per non fare nomi – hanno messo in atto in anni non troppo lontani. L’assetto di Biesse – fra marchi storici, aziende acquisite e partecipate – non è, per fortuna, lo stesso di dieci anni fa. Magari non tutte le ciambelle sono uscite dal forno con il buco, ma la forza e la volontà di guardare al futuro non è mai mancata; non tutto è andato come si sarebbe voluto, ma l’importante è ora revisionare il motore, cambiare l’olio e tornare a macinare chilometri alla solita velocità.

Senza dimenticare, come qualche amico ci ha ricordato, che è necessario distinguere il progetto evolutivo da una situazione contingente, da un mercato che non è certo lo stesso dell’immediato post Covid e che, oltre a pagare i conti di quella autentica ubriacatura, deve provare a convivere con guerre e genocidi ai quali pare impossibile nessuno possa mettere fine. Terribile….
Una situazione che la trimestrale di Biesse al 31 marzo scorso già metteva in chiaro, per quanto a fronte di risultati economici negativi si ribadiva che “… malgrado il contesto turbolento e complesso il gruppo Biesse è determinato a proseguire il processo di trasformazione strategica nell’ambito del progetto “One Company”, accelerando tutti i progetti strategici di gruppo”. Nello stesso cda, dunque, conferma delle linee guida ma ritiro del Piano Triennale 2024-2026, rimandando la definizione di un nuovo strumento programmatico a “… quando il contesto di mercato dovesse diventare più stabile”.

E, sempre che ce lo permettiate e siate arrivati a leggere fin qui, esiste una terza parola chiave che sentiamo il dovere di offrirvi: al di là delle idee, delle constatazioni o delle teorie di ciascuno di noi, Biesse è una grande realtà industriale che merita rispetto e, come abbiamo già in qualche modo detto, ha indubbiamente tutti gli elementi e può contare su ottime persone per reagire e continuare sulla strada del rinnovamento, tornando a cogliere tutti i successi che merita.

VOGLIAMO DIRE DI LIGNA?
Una strada che a Ligna avevamo avuto modo di “leggere”. Ci pare doveroso chiudere questa riflessione tornando verso aspetti più “abituali”, fra cui la partecipazione di Biesse all’ultima edizione di Ligna, dove la svolta “one company multimateriale” è stata resa davvero evidente. L’appuntamento tedesco è stato l’occasione scelta per presentare ufficialmente il nuovo marchio “Biesse Technic” (di fatto il “vecchio” engineering di Biesse) che oggi fa i conti con l’orizzonte della multimaterialità. E li fa in grande stile, con un allestimento “riservato”, al quale era possibile accedere solo se accompagnati dai tecnici del gruppo pesarese, dove è stata presentata una linea integrata per il taglio e la movimentazione di materiali diversi: legno, vetro, ceramica o materiali compositi e plastica. Tecnologie diverse gestite dagli stessi controlli, dunque senza che l’operatore debba impazzire nel confrontarsi con linguaggi e sistemi diversi Un concept del tutto nuovo, un “prodotto” che non esisteva e che forse           nessuno si era mai sognato di immaginare, come qualcuno ci ha raccontato, e che dunque non è solo un ritratto di cosa è e di cosa può fare oggi Biesse, ma un biglietto da visita importante, sul quale c’è scritto che i fornitori non sono più solo tali, ma possono essere fornitori di servizi capaci di andare molto “oltre”, al punto di suggerire che forse è il caso di mettere le proprie competenze a servizio di mondi nuovi. Affascinante… e l’interesse non è certo mancato.

Il debutto di “Biesse Technic” ha occupato una delle aree in cui era strutturato lo spazio Biesse: dobbiamo dire che un’area altrettanto “coinvolgente” era dedicato al mondo di “Biesse Machinery”, ovvero al racconto delle tante macchine e soluzioni presenti del catalogo del gruppo pesarese. Un catalogo che è stato completamente rivisto, se possiamo usare questa definizione. Come chi bazzica in questo mondo ben sa, molto spesso ci si ritrova con una gamma di soluzioni che va oltre le reali necessità del cliente e che è talvolta frutto delle diverse “sensibilità” dei venditori. Ogni tanto, però, bisogna fare pulizia: da qui la decisone di mettere mano all’offerta, lavorando per fare in modo che tutto il “pacchetto Biesse” possa essere proposto in modo sostanzialmente diverso. All’interno dei “Machinery Box” è stato dunque possibile consultare l’intera gamma Biesse in modo digitale e – permetteteci – non banale, attraverso materiale multimediale che non solo permette di vedere la macchina e di conoscerne le caratteristiche, ma anche di “esplodere” ogni particolare, di entrare nel minimo dettaglio per constatarne funzioni e possibilità. La sfida era grande: presentare tecnologia in modo persuasivo ed esauriente andando oltre una immagine o un video che mostra una fresa, una testa a bordare, un nastro che leviga. Una esperienza di cui bisognerà comprendere meglio gli sviluppi e soprattutto valutare se possa essere una soluzione in tutti i mercati.

La terza delle aree della “nuova proposizione” di Biesse è stata l’area “Biesse Components”, dove hanno trovato accoglienza HSD e Diamut, le due realtà che fanno parte del gruppo e che si occupano di elettromandrini la prima e di utensili per materiali diversi la seconda. Se non andiamo errati è la prima volta che appaiano nei confini di uno stand Biesse, a ulteriore dimostrazione che il progetto “one company” procede…

Last but not least la presentazione del concorso “Biesse International Design Award”, organizzato in collaborazione con POLI.design, il centro per la formazione post-laurea del Politecnico di Milano, che si pone l’obiettivo di coinvolgere studenti e designer a livello internazionale per l’ideazione e la produzione di un oggetto iconico e multimateriale pensato per essere esposto nell’area materica dei “Biesse Material Hub”. Anche di questo, dei “Material Hub” in cui Biesse sta trasformando tutti i “vecchi show room” sparsi nel mondo ci sarebbe molto da dire, ma è bene rimandare alla prossima occasione, magari parlandone proprio con il o i manager chiamato o chiamati a ricoprire le posizioni apicali in questa nuova Biesse…

a cura di Luca Rossetti
Una nuova rotta per Biesse ultima modifica: 2025-07-29T16:37:13+00:00 da Francesco Inverso