La Casa Bianca ha annunciato nuovi dazi sulle importazioni di prodotti europei, in vigore dal 14 ottobre 2025, che riguardano l’intero comparto del legno, dell’arredo e delle tecnologie per il legno e il mobile. In particolare i dazi previsti spaziano dal 10 per cento sul legname grezzo, al 25 per cento sui mobili e sulle cucine, fino ai beni strumentali e macchinari per la lavorazione del legno, per i quali l’impatto diretto è del 15 per cento (fonte Acimall).
IL PESO DEL MERCATO STATUNITENSE
Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più importanti per l’export italiano nel settore legno-arredo e delle tecnologie. Nel primo semestre del 2025, l’export italiano di tecnologie per il legno verso gli USA è stato di 86,7 milioni di euro, con un calo del 6,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, segnalando come le incertezze commerciali abbiano pesato sugli ordinativi. Per il comparto legno-arredo italiano, il mercato statunitense è il secondo mercato export più rilevante, con 177 miliondi di euro nel 2024, subito dopo quello europeo, confermandone il ruolo strategico per le imprese italiane.
I DAZI SUL MOBILE
Andando nel dettaglio il legname grezzo sarà come abbiamo detto soggetto a una tariffa del 10 per cento, mentre per i mobili imbottiti – come divani, poltrone e sedute – l’imposta doganale salirà al 25 per cento, con un possibile incremento al 30 per cento a partire dal 2026. I dazi più pesanti riguarderanno però il segmento delle cucine e dei mobili da cucina, dove la tariffa di base fissata per ottobre è del 25 per cento, ma potrebbe toccare il 50 per cento nel 2026 per i prodotti non coperti da accordi bilaterali specifici.
Per i produttori europei, Italia in testa, il nuovo accordo quadro siglato tra Washington e Bruxelles introduce tuttavia un limite massimo del 15 per cento sui dazi applicabili ai beni d’origine UE, evitando così l’impatto più severo previsto nella versione iniziale delle misure.
“LOGICHE DI FORZA, PIÙ CHE DI DIRITTO”
In un’intervista rilasciata al TG Regionale del Friuli Venezia Giulia, Paolo Fantoni, presidente dell’omonimo gruppo e di Assopannelli, ha commentato i recenti sviluppi del mercato. I dati trimestrali dell’export FVG del legno-arredo verso gli Stati Uniti hanno confermato un calo del 20 per cento rispetto al 2024, mentre il settore ha tremato per qualche giorno all’annuncio di dazi al 50 per cento su alcuni tipi di mobili. Tuttavia, grazie all’accordo commerciale con l’Europa, il tetto massimo per le filiere produttive italiane dovrebbe rimanere al 15 per cento.
“L’incertezza regna sovrana – ha spiegato Fantoni ai microfoni di TGR – sono provvedimenti che in questo momento rispondono a logiche di forza più che di diritto. Il mobile negli Stati Uniti era fatto sostanzialmente di legno massello e non di pannello, ma questa arretratezza tecnologica non può essere affrontata e risolta nel merito con provvedimenti di legge bensì con tempi e programmazioni che hanno bisogno di un arco temporale più esteso”.
“Purtroppo – prosegue Fantoni – l’incertezza e queste prospettive rischiano di affossare tutti gli investimenti commerciali e industriali di tante aziende che negli Stati Uniti hanno investito in showroom e iniziative importanti. La Commissione europea ha proposto un nuovo rinvio sull’entrata in vigore del regolamento comunitario sulla deforestazione, ma bisogna risolvere criticità legate al sistema informatico su cui gli imprenditori dovrebbero verificare i codici di provenienza delle materie prime. È molto preoccupante l’effetto che queste norme possono avere sulle piccole e medie aziende, chiamate a sostenere costi amministrativi e organizzativi sproporzionati rispetto agli obiettivi ambientali”.
Infine, sul fronte della concorrenza globale ha commentato: “Alle dogane registriamo un’immensa difficoltà ad attribuire la giusta veridicità a documenti provenienti da Cina e Vietnam, dove l’industria e i commercianti spesso falsificano qualsiasi informazione scomoda. In risposta, l’Europa sta adottando provvedimenti di protezione, clausole di anti-dumping e misure di salvaguardia, che diventeranno via via pane quotidiano se non si mette un argine a queste irregolarità nel commercio internazionale”.