Di seguito riportiamo il discorso di benvenuto tenuto da Paolo Fantoni, presidente di Epf, in occasione dell’assemblea generale di Epf svoltasi a Lucerna il 29 giugno scorso.
“È certamente una opportunità quella di vedere titolata la giornata di oggi Assemblea Generale di Epf: “Il futuro dell’Industria”.
Sono convinto che il valore che Epf offre ai suoi membri stia anche nei messaggi che giornate come queste offrono. Ascoltare relatori veramente unici e preziosi certamente offrirà una visione delle nuove tecnologie, delle nuove sfide competitive cui andiamo incontro, con cui torneremo a casa arricchiti.
Nel mio ruolo di Chairman mi corre però l’obbligo di fornire degli stimoli alla formazione della nostra visione del futuro cercando di sollecitare tutti noi anche alle responsabilità che come membri di Epf abbiamo in questo contesto.
Siamo tutti noi chiamati ad aumentare la nostra comune capacità di condivisione del futuro per gestire il cambiamento.
Il cambiamento è molto sfidante e stiamo certamente vivendo una accelerazione del cambiamento a cui la nostra Federazione Epf deve essere preparata per fornire risposte adeguate senza rimanere ostaggio di visioni del passato. In tutto ciò osserviamo come i nostri membri non condividono più logiche nazionali o continentali, bensì intercontinentali.
Nella nostra educazione, pur in lingue differenti, più teorica per alcuni, più basata su esperienze per altri abbiamo appreso alcuni elementi fondamentali dell’economia, quali: l’importanza delle economie di scala, la creazione di efficienza basata sull’esperienza, rappresentando queste un linguaggio imprenditoriale unificante.
Questi principi hanno consolidato in noi le logiche e l’interesse per un libero mercato quale simmetrica esperienza di un sistema democratico concepito a favore dei cittadini e dei consumatori.
Abbiamo inteso la crescita del Mercato Comune e della Unione Europea dopo, come l’ambito fisico e politico in cui trovare casa alle nostre aspettative.
Ora tutto quanto abbiamo conseguito negli ultimi 60 anni sembra essere messo sotto osservazione.
Assistiamo allo sviluppo di rigurgiti nazionalistici e locali molto forti, che spesso per “l’Abuso dell’uso del Principio di Precauzione della Salute Pubblica“ o di altre logiche soggettive sulla interpretazione della sicurezza, determinano la fine di un libero mercato, la fine delle logiche di libera circolazione delle merci.
La rinascita di queste logiche pone in difficoltà soprattutto le PMI. Le specifiche necessità di differenti mercati che richiedono ingenti investimenti di adeguamento dei prodotti e di certificazione dei processi e dei prodotti stessi e affliggono le PMI creando una asimmetria competitiva tra produttori.
Tutto ciò oltre a penalizzare le piccole imprese determina l’impossibilità di far crescere l’efficienza produttiva e di far nascere dei veri e propri campioni continentali.
Un esempio di tutto ciò è rappresentato dalle differenti norme che affliggono il settore delle costruzioni in legno rispetto alle regolamentazioni contro il fuoco, che non solo hanno grossi vincoli a livello di singola nazione ma dove ancor più le regole subiscono ulteriori interpretazioni soggettive a livello regionale e comunale.
Tutto ciò sta intervenendo non solo nelle costruzioni in legno, ma anche in una numerosa serie di ambiti con importanti ripercussioni negative per il consumatore.
In un periodo di forte esasperazione della comunicazione delle Istituzioni che scherza col fuoco nell’evocare l’introduzione di dazi doganali, dobbiamo considerare che le barriere non tariffarie sugli scambi tra nazioni, anche all’interno della nostra Europa, sortiscono gli stessi medesimi effetti.
Di fronte a questi scenari resta come mio obbligo quello di richiamare tutti gli imprenditori, tutte le nostre Associazioni membre a considerare che la base di discussione delle nostre iniziative e delle nostre proposte deve essere europea e deve essere volta ai principi di armonizzazione delle regole e di condivisione degli obiettivi.
Non seguire queste logiche significherà tornare ad auspicare un sistema mercantile Medievale, magari senza confini fisici e senza dazi tariffari, ma costituito da tanti piccoli mercati isolati tra loro.
Se molti errori in questi anni sono stati fatti è tempo che ci sia tra noi maggiore discussione, maggiore partecipazione e maggiore senso di responsabilità nel considerare quanto è stato pazientemente costruito dai fondatori dell’Europa.
Epf metterà tutto il suo impegno e le sue energie per un progetto alto di un’Europa basata su maggiore competitività e armonizzata arrivando anche al ricorso presso la Corte di Giustizia Europea per infrazione alle regole sulla libera circolazione delle merci.
Epf però non può essere considerata solamente come il salvatore di ultima istanza, Epf non può essere il luogo in cui portare problemi ormai irrisolvibili a livello nazionale.
Epf deve essere il luogo in cui prevenire i problemi e programmare il futuro e di tutto ciò è bene che ognuno si faccia ancor più responsabile che nel passato.
Saremo capaci di tutto ciò se sapremo essere ancora più partecipi ai lavori della nostra Federazione.
Paolo Fantoni,
Chairman Epf