Quarant’anni di attività sono un gran bel traguardo, specialmente in un settore come il nostro, che vanta una tradizione recente se comparata ad altri comparti industriali. E se questi quarant’anni sono ricolmi di passione, di volontà di innovare, di legami con la propria terra e il proprio passato c’è davvero motivo di fare una grande festa!
E così è stato: sabato 8 ottobre oltre 300 persone si sono ritrovate a Pavia di Udine a festeggiare Metal World, uno dei più noti produttori di utensili italiani. Una festa che non è stata solo una celebrazione dell’azienda – e questo ci è piaciuto molto – ma soprattutto un modo per dire grazie ai clienti, agli amici, ai collaboratori, a tutti coloro che in questa storia – poco o tanto – un ruolo l’anno avuto…
Una storia che abbiamo già avuto modo di raccontare nel numero di maggio di Xylon, perché i festeggiamenti hanno preso il via proprio in quei giorni, in occasione dell’ultima edizione di Xylexpo. Una storia iniziata da quattro cugini – Franco, Enzo, Rinio e Giorgio Paviotti – che si buttano nell’avventura di produrre utensili in un lontano 1976 e nel cuore di un distretto, quello della sedia friulana, che viaggiava a tutto vapore. Poi le cose cambiano, il mondo si trasforma e dal 2014 si trasforma anche Metal World, perché se si vuole affrontare questo “nuovo mondo” bisogna avere nuovi strumenti, mantenere alta la voglia di successo e intatta la passione…
Negli ultimi due anni l’azienda è nelle mani delle famiglie di Franco e Giorgio Paviotti, che hanno continuato a investire in macchine, in tecnologie avanzate, in prodotti nuovi per altri settori, portando il nome Metal World ben al di fuori dai confini del legno, abbracciano l’aerospaziale, l’automotive, i materiali avanzati…
“Ragionare in modo nuovo, in modo diverso”, ha detto un commosso Franco Paviotti ai tanti presenti alla festa del quarantesimo. “Se si vuole andare avanti bisogna avere il coraggio di guardare con occhi nuovi, investire, valorizzare i propri collaboratori, comprendere che è venuto il tempo di esplorare territori nuovi, aggiungere alla nostra grande esperienza e competenza nella produzione di utensili speciali un catalogo di soluzioni “standard”, che ci permettano di strutturare in modo diverso il nostro business.
E con la certezza che questi sono solo i primi quarant’anni, che poi ci saranno le nuove generazioni i nostri figli e le nostre figlie, e magari i nostri nipoti, a portare avanti Metal World, a scrivere un altro pezzo della nostra piccola storia”.
Una giornata intensa, a tratti emozionante. Una fabbrica tirata a lucido che ha offerto agli ospiti la possibilità di vedere con i propri occhi cosa si fa in Metal World. Sì, perchè il primo obiettivo della giornata era proprio questo: mostrare a clienti, partner, amici e autorità cosa è oggi l’azienda di Pavia di Udine, quali livelli tecnologici esprime, come batte forte il suo cuore!
Un rapido tour in produzione, dopo il benvenuto e la registrazione degli ospiti. E poi un goloso aperitivo, allestito sempre lungo i percorsi della fabbrica, prima della cerimonia ufficiale, dei saluti, delle testimonianze offerte da chi conosce bene Metal World e i suoi titolari, a partire da Mauro Di Bert, vicesindaco di Pavia di Udine, dal presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon, da don Guido Genero, consulente spirituale Ucid-Unione Cristiana Imprenditori dirigenti di cui Franco Paviotti è presidente della sezione di Udine.
E non è mancato il riconoscimento ufficiale da parte di Acimall, l’associazione nazionale dei costruttori di tecnologie per il legno: il presidente Lorenzo Primultini e il direttore Dario Corbetta hanno consegnato a Franco Paviotti una targa, ringraziandolo per il suo costante impegno in associazione, di cui è vice-presidente, oltre che ricordando il contributo di innovazione e di qualità che lui e il suo socio Giorgio hanno saputo dare all’industria italiana di settore.
Di fronte a loro, in un capannone trasformato in una elegante sala per ricevimenti, anche tanti imprenditori – da Paolo Fantoni ad Alessandro Calligaris, da Silvio Zamò a Luigi De Puppi, da Edi Snaidero a molti altri – e tante personalità. Momenti intensi anche quando Franco Paviotti ha ripercorso le tappe della storia dell’azienda di famiglia, prima di premiare con una splendida scultura di Eros Morandini Silvano Zamò, contitolare della Ilcam, chiamato a rappresentare simbolicamente tutti i clienti di Metal World che tanto hanno contribuito al successo dell’azienda, senza dimenticare che Ilcam è sempre stata al fianco di Metal World “… e non solo come cliente, ma come stimolo, come compagni di viaggio con cui crescere”, come ha detto Franco Paviotti consegnando la statua.
Ed è stata poi la volta della famiglia: Franco Paviotti ha chiamato sul palco un evidentemente commosso Giorgio Paviotti, suo socio da sempre, e le le mogli Ariana e Laura, oltre ai figli Andrea, Annalisa, Fanny e Luca. E poi ha chiamato tutta la grande famiglia Metal World, invitando tutti i collaboratori dell’azienda, presentandoli uno a uno, a salire sul palco e a godersi il grande applauso finale di tutti gli invitati.
La giornata – dopo un elegante pranzo servito in un altro spazio della fabbrica trasformato per l’occasione, per testimoniare il grande, forte legame con il lavoro e i suoi luoghi – si avvia al termine. E’ tempo dei saluti finali, ma non prima di avere premiato alcuni dipendenti e collaboratori per la loro anzianità di servizio.
“E’ stata una giornata ricca ed emozionante”, ha commentato Paviotti a fine giornata. “Sapevamo di avere tanti amici, ma vederne così tanti qui, attorno a noi, arrivati anche da molto lontano per festeggiare i nostri quarant’anni è stata davvero una esperienza forte per tutti noi. Vedere la nostra fabbrica, il luogo dove in tanti lavoriamo ogni giorno da molti anni, diventare un luogo di festa per celebrare i ricordi ma anche le scommesse che vogliamo fare con il futuro è stata una esperienza incredibile”.
Le luci si spengono e si comincia a smontare tutto l’allestimento, le luci, il palco, i tavoli. Ancora 36 ore e Metal World tornerà a essere quella che è stata in questi quarant’anni, un semplice luogo fi lavoro, una fabbrica, ma certamente con qualche emozione, qualche profumo, qualche ricordo in più… (l.r.)