Buon compleanno CSIL!

Quest’anno il Centro studi industria leggera di Milano compie 45 anni, una occasione per festeggiare la ricorrenza ma soprattutto guardare al presente e al futuro di Csil e del mondo del mobile.

E per farlo abbiamo chiesto aiuto a Giovanna Castellina, entrata in Csil nel 1999 e oggi direttore del marketing internazionale, oltre a essere – dal 2024 – una “collega”, perchè ha assunto anche la direzione editoriale di “World Furniture”, il magazine edito dal centro studi.

“Csil è l’acronimo di “Centro studi industria leggera”, una definizione che abbiamo tolto dalla nostra attuale ragione sociale per significare l’evoluzione di questi anni”, ci racconta Castellina. “Csil è infatti nata nel maggio 1980 per occuparsi di ricerche sul mobile in Italia, ma con il passare degli anni le nostre indagini hanno coinvolto sempre più Paesi, fino a superare la soglia dei cento mercati e oggi il nostro Paese rappresenta circa il 10, 15 per cento del nostro fatturato.

Non solo: circa 25 anni fa abbiamo attivato una seconda area di business, dedicata alla valutazione di progetti di sviluppo comunitari in collaborazione con istituzioni italiane ed estere. In qualche modo l’acronimo ha cominciato ad andarci stretto, così come quel “Milano” che ci ha sempre accompagnato ma che a fronte del nostro crescente impegno oltreconfine…”.

Ciò non toglie che il mondo del legno e del mobile continui a considerarvi un “compagno di viaggio”…
“Assolutamente! La filiera legno-mobile assorbe circa il 50 per cento delle nostre attività di ricerca, analisi e consulenza, senza contare che è il terreno nel quale affondano le nostre radici: siamo sempre stati, siamo e saremo sempre e orgogliosamente parte di questa filiera”.


I principali Paesi esportatori di mobili

* in miliardi di dollari


Evoluzione del Pil mondiale (variazioni percentuali)

Area 2024 2025
Mondo 2,8 3,0
Economie avanzate 1,4 1,5
Paesi emergenti 3,7 3,9

Fonte: IMF – Fondo monetario internazionale, “World Economic Outlook”, aprile 2025


Fare ricerca economica è più complesso che in passato?
“Sì. Internet e, in tempi più recenti, l’intelligenza artificiale rappresentano una sfida con cui dobbiamo confrontarci. Una doppia sfida, direi, perchè da un lato alcune aziende pensano di poter raccogliere le informazioni necessarie alle loro attività nel mondo in autonomia, invece di affidarsi a noi; dall’altro le nostre ricerche – che realizziamo recandoci nei Paesi, parlando di persona con aziende e fonti che possano aiutarci a stilare i nostri report – vengono caricate e processate da questi sistemi senza alcun controllo.
Superfluo dire che i risultati, per fortuna, non sono gli stessi: le relazioni dirette a cui accennavo, le problematiche di una corretta valutazione dell’impatto sulla materia dei nostri studi di conflitti o dei dazi di cui tanto si parla rende il fare previsioni e analisi sempre più complesso. I nostri cinquanta ricercatori effettuano centinaia e centinaia di interviste ogni anno; abbiamo un database che conta oltre 15mila contatti di riferimento nel mondo dei professional del mobile, in tutti i segmenti del settore.
Basi solide da cui guardare a una stagione in cui la geografia ha un peso crescente: penso alle imprese che hanno scelto di delocalizzare per raggiungere il mercato Usa e ora si trovano a dover fare i conti con dazi elevatissimi, che per di più variano o potrebbero variare da un giorno all’altro; molte realtà cinesi hanno aperto unità produttive in Vietnam, altre che hanno scelto il Messico non sanno cosa le attende. E l’Europa si interroga su come evolveranno le transazioni con gli Stati Uniti, cercando di comprendere quali saranno le linee di tendenza dell’economia cinese, se nel prossimo futuro tornerà a crescere al ritmo degli anni migliori e se bisognerà attendere ancora… una Cina che sta riflettendo sul grande tema dell’Asia come un proprio mercato continentale di riferimento.
In questo contesto i nostri ricercatori si ritrovano a guidare bendati contromano!
Senza contare i cambiamenti dovuti alle “normali evoluzioni” dei mercati: pensi all’India, un mercato che secondo il nostro “report” dello scorso marzo è diventato il quarto Paese al mondo per il mobile, per un valore attorni ai 22 miliardi di dollari.
In questo panorama, sempre più ricco di incognite di natura diversa, Csil continua nel solco della propria storia, fatta di rigore, cautela, professionalità, conoscenza dei mercati e delle loro dinamiche per una industria – quella del mobile – che conosciamo da decenni”, ci dice Giovanna Castellina.
“Siamo tra i pochi, ad esempio, che precisano sempre le condizioni i presupposti economici che sono il punto di partenza delle nostre valutazioni, invitando i lettori a tenere nel dovuto conto la possibilità di scostamenti da quella che potremmo definire una “evoluzione ideale”, se non ci fossero decine e decine di punti interrogativi. E quello che emerge di questi tempi è un clima che potrei definire “wait and see”, stiamo a vedere…”. 

Ma l’Italia del mobile si difende bene?
“Non siamo più in cima alla classifica dei maggiori esportatori di mobili: negli ultimi decenni siamo stati superati dalla Polonia e dalla Cina, ma nonostante tutte le difficoltà l’Italia consolida il quarto posto nella classifica, alle spalle di Usa, Cina e Polonia, con importazioni che arrivano al 19 per cento del totale delle vendite di mobili sul mercato nazionale: teniamo botta, se vogliamo dire così, soprattutto se ci confrontiamo con altri Paesi europei nei quali l’importazione arriva anche al 50 per cento.
E tutto questo nasce dalla  massa di informazioni che Csil raccoglie, elabora e mette a disposizione di un settore nel quale le imprese dell’illuminazione insieme e a quelle dei fornitori all’industria del mobile, dalla chimica alla ferramenta, sono tra i nostri clienti più attivi, parliamo di comparti dinamici e che ricercano informazioni per dirigere un processo di innovazione forte e continuo…”.

… forse è anche un problema di non concorrenza, di una disponibilità di informazioni più ricca rispetto al passato…
“Non abbiamo concorrenti che possano vantare un grado di specializzazione come il nostro: in questo senso siamo degli artigiani che curano in modo quasi maniacale il proprio prodotto. Una gran fatica, devo dirle, ma che di permette di proporre una qualità superiore rispetto a chi analizza l’intero mondo dei beni di consumo.

Ogni anno Csil pubblica una quarantina di report multiclient ai quali si affianca l’attività di ricerca “ad hoc”, rispondendo a specifiche necessità informative aziendali: attualmente ci vengono richieste consulenze specifiche sui temi dello sviluppo di nuovi materiali o della sostenibilità, oltre a supporti per la valutazione di nuovi mercati”. 

E per i prossimi 45 anni?
“Stiamo riflettendo molto sul tema, perchè gli scenari – come ci siamo detti ­– cambiano repentinamente. Siamo piccoli e flessibili e questo sarà indubbiamente un vantaggio; resteremo sempre fedeli a quelli che sono i nostri principi. La stessa domanda ce la siamo posta durante i festeggiamenti per questo 45esimo compleanno, e ci siamo immaginati una Csil in tuta spaziale, con i nostri ricercatori intenti a viaggiare tra le galassie per raccogliere dati e informazioni!

Dunque saremo nello spazio, nell’innovazione, mantenendo intatta la nostra indipendenza, la nostra onestà intellettuale, la nostra libertà: guardi che non è facile dover talvolta pubblicare dati “scomodi”, che dipingono una realtà che non è quella che vorremmo, ma ciò deve essere di stimolo alle aziende per trovare nuovi spazi e risposte diverse su altri fronti.
La conoscenza è la base del progresso ed è questo il terreno su cui ci moviamo dal 1980”.

 a cura di Luca Rossetti


‘‘World Furniture Outlook 2025/2026’’ report, issued in June 2025,

Nell’ultimo decennio il commercio internazionale di mobili è cresciuto a un ritmo più rapido della produzione mondiale di mobili, attestandosi a circa l’uno per cento del totale del commercio internazionale di beni manifatturieri.

Nel 2019 il valore degli scambi del settore aveva raggiunto circa 151 miliardi di dollari, tendenza al rialzo interrotta dalla pandemia, per quanto nel 2021 si sia registrata una robusta ripresa, seguita da un altro anno – il 2022 – di stagnazione. Per il commercio globale di mobili anche il 2023 è stato piuttosto “difficile”, segnando una contrazione del 9 per cento. I dati per il 2024 indicano invece una modesta ripresa, per un valore pari a 178 miliardi di dollari.

Le prospettive sono peggiorate drasticamente a causa dell’impennata dei dazi e dell’incertezza di politiche commerciali che influiscono pesantemente sulle decisioni commerciali e di investimento globali. Le attese per il futuro sono dunque influenzate negativamente dal programma protezionistico della nuova amministrazione statunitense.

Le previsioni per il commercio mondiale di mobili nel 2025 non possono dunque che essere negative.

Il principale paese esportatore di mobili è la Cina, seguita a distanza da Vietnam, Polonia, Italia e Germania. Dopo un forte aumento nel 2021 le esportazioni cinesi nel biennio 2022-2023 sono diminuite in modo sostanziale, segnando una parziale ripresa nel 2024. I principali importatori di mobili sono Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi (un hub commerciale). Le importazioni di mobili dagli Stati Uniti nel 2024 ammontavano a 41 miliardi di dollari, un quarto delle importazioni globali.

Dei 100 Paesi analizzati nel “World Furniture Outlook” ben 24 indicano gli Stati Uniti come principale destinazione delle proprie esportazioni; tra questi dieci vi esportano oltre il 50 per cento delle loro spedizioni totali di mobili.

L’incertezza nelle politiche commerciali internazionali potrebbe spingere molti Paesi a diversificare i propri mercati di esportazione e, in particolare, l’interruzione degli scambi commerciali tra Stati Uniti e Cina potrebbe portare a una sostanziale deviazione dei flussi, suscitando preoccupazioni nei mercati terzi circa la crescente concorrenza delle esportazioni cinesi.

Questa analisi ha come presupposto i valori raccolti nella tabella “Evoluzione del Pil mondiale” e su queste basi si stima che il PIL mondiale diminuirà dal 3,3 per cento nel 2024 e del 2,8 nel 2025, prima di rimbalzare al 3 per cento nel 2026. Queste proiezioni rappresentano revisioni al ribasso rispetto alle previsioni precedenti: i diffusi declassamenti nei vari Paesi sono dovuti principalmente all’impatto diretto delle nuove misure commerciali, nonché ai loro effetti indiretti dovuti alla maggiore incertezza e all’indebolimento del sentiment economico.

Il ridotto potere d’acquisto delle famiglie – dovuto all’elevata inflazione e ai tassi di interesse, all’inasprimento delle condizioni di finanziamento e alle incertezze del contesto economico, sociale e politico – hanno indubbiamente influenzato il consumo di mobili nel 2023 e nel 2024.

Nel 2024 il consumo di mobili è tornato quasi allo stesso livello del 2019. Per l’intero mondo (100 Paesi) si prevede che il consumo di mobili rimarrà praticamente invariato in termini reali nel 2025, con un modesto miglioramento nel 2026.

Il commercio internazionale di mobili si trova in uno stato di incertezza senza precedenti e le previsioni sui consumi e sul commercio internazionale dovrebbero dunque essere utilizzate con grande cautela, in particolare per i Paesi in cui il settore del mobile è più aperto al commercio internazionale. La continua incertezza influisce negativamente sul clima imprenditoriale del settore del mobile, in particolare per quanto riguarda le decisioni di investimento e il comportamento dei consumi delle famiglie.

World Furniture Outlook 2025/2026
Report by CSIL, giugno 2025, XXVIII edizione

World Furniture Outlook 2025/2026

Buon compleanno CSIL! ultima modifica: 2025-09-10T11:09:33+00:00 da Francesco Inverso