Valcucine: rendere la sostenibilità desiderabile

Che la sostenibilità sia la parola chiave del momento è evidente. Lo dicono tutti, la rincorrono tutti. Dalla sostenibilità ambientale a quella sociale, passando per gli indicatori Esg, è ormai diventata un parametro di giudizio, un metro di valutazione del valore d’impresa e, spesso, anche uno strumento di comunicazione.
Ma tra slogan e buone intenzioni, il rischio è che il termine perda peso, trasformandosi in un’etichetta più che in un principio operativo. In questo scenario, Valcucine sceglie un approccio meno retorico: considerare la sostenibilità non come un obiettivo da comunicare, ma come un criterio progettuale e industriale da applicare, in modo misurabile, nel quotidiano.

Il punto di partenza è una constatazione lucida: la sostenibilità non basta se non è percepita come valore concreto. Secondo la ricerca “Keys to Making Sustainable Products Mainstream” di BCG, l’ottanta per cento dei consumatori si dice disilluso rispetto ai progressi ambientali, e solo una minoranza crede di poter incidere con le proprie scelte. Tuttavia, oltre un terzo sceglierebbe volentieri prodotti sostenibili se questi offrissero vantaggi tangibili, estetici, funzionali o di comfort. La sfida, quindi, non è soltanto “fare bene”, come ha spiegato l’azienda italiana durante gli “Spring Edition dei Green Design Days” – manifestazione organizzata da FederlegnoArredo per celebrare gli 80 anni della Federazione – ma rendere il bene desiderabile: un prodotto sostenibile deve migliorare la vita di chi lo usa.

RIDURRE LA MATERIA, AUMENTARE IL SENSO
Nel mondo delle cucine, Valcucine traduce questa idea in un principio chiave: la dematerializzazione, ovvero la riduzione della quantità di materia utilizzata senza rinunciare a solidità, estetica o durata.
L’anta “Artematica”, ad esempio, utilizza un pannello di soli cinque millimetri applicato a un telaio in alluminio anodizzato, con un risparmio di materiale fino all’85 per cento rispetto a un’anta tradizionale. L’inserimento di un pannello alveolare in fibra di carbonio ne garantisce resistenza e leggerezza, diminuendo consumi energetici e impatto produttivo.
La leggerezza, in questo caso, non è solo un fatto tecnico ma una scelta culturale: togliere il superfluo per dare spazio alla sostanza.

Altro pilastro della filosofia aziendale è la reversibilità: la possibilità di smontare e riciclare ogni componente. Il sistema “Invitrum” – la prima cucina al mondo interamente in vetro e alluminio – nasce proprio con questo intento. L’uso esclusivo di giunzioni meccaniche al posto delle colle elimina emissioni tossiche e consente il recupero integrale dei materiali a fine vita.
Il vetro, materiale simbolo di Valcucine, è completamente riciclabile e lavorato con vernici all’acqua, a tutela dell’ambiente e della salute.
Questo approccio si traduce anche in trasparenza: l’azienda è oggi l’unica del settore in grado di contribuire fino a 12 crediti “Leed” (I crediti “Leed” sono punti che misurano il contributo di un edificio o dei suoi componenti alla sostenibilità ambientale, ndr.), secondo il protocollo “Leed v4.1”, all’interno di progetti edilizi certificati.

INNOVARE SOTTRAENDO
La sostenibilità non coincide con l’aggiungere tecnologie “green”, ma con l’ottimizzare ciò che già c’è. Nel pensile “Aerius”, ad esempio, la forza di gravità sostituisce pistoni e cerniere, riducendo le parti soggette a usura. Nel sistema “V-Motion”, l’interazione touchless semplifica i movimenti e limita i componenti meccanici. Sono soluzioni che sottraggono complessità e consumo, trasformando la tecnologia in alleata dell’efficienza, non in fonte di spreco.

La sostenibilità, per Valcucine, coincide anche con il benessere dell’abitare. L’ergonomia – con piani di lavoro più profondi, altezze personalizzabili e aperture intuitive – e la gestione della luce, attraverso sistemi come “V-Light” che seguono il ritmo circadiano, diventano così parte integrante del design. Un approccio che mette in relazione “… ambiente e persona, perché un progetto sostenibile è quello che dura nel tempo e migliora la vita di chi lo usa”, come ha spiegato l’azienda.
La durata, infatti, è l’altra faccia della sostenibilità: opporsi all’obsolescenza programmata, costruire oggetti pensati per resistere. Finiture artigianali, materiali nobili e un’estetica non soggetta alle mode mirano a rendere la cucina un investimento, non un consumo.

In un’epoca segnata dall’“eco-fatigue”, dove l’eccesso di messaggi verdi ha generato più scetticismo che consapevolezza, la vera sfida è “… spostare il racconto della sostenibilità dal “perché è giusto” al “perché conviene”.
È una sfida culturale prima ancora che comunicativa, che mira a ridefinire il rapporto tra design e consumo in chiave più matura, informata e pragmatica.
Un approccio in cui la bellezza non si oppone alla responsabilità e che dimostra, ancora una volta, come ogni scelta progettuale possa diventare un gesto attivo verso un abitare più consapevole, capace di coniugare l’urgenza del presente con la visione del futuro
”.

valcucine.com


VALCUCINE

Nata a Pordenone oltre quarant’anni fa, Valcucine opera nel settore delle cucine di design con un approccio che intreccia ricerca tecnologica, qualità dei materiali e attenzione ai temi ambientali.
Fin dagli anni Novanta ha orientato la propria produzione verso la riduzione dell’impatto ambientale, introducendo il concetto di dematerializzazione e sviluppando componenti in alluminio e vetro riciclabili.
Le sue cucine si distinguono per la leggerezza strutturale, l’uso di materiali reversibili e la possibilità di smontaggio a fine vita, a supporto di un modello produttivo circolare.
L’azienda integra oggi obiettivi Esg nei propri processi e monitora l’impatto secondo criteri riconosciuti a livello internazionale, come il protocollo “Leed”.
Valcucine è presente in diversi mercati esteri, con una rete di showroom e atelier distribuiti tra Europa, Stati Uniti, Medio Oriente, India e Sud-Est asiatico.

Valcucine: rendere la sostenibilità desiderabile ultima modifica: 2025-12-10T12:53:49+00:00 da Francesco Inverso