Eccoci. Non ci fosse stata questa stagione di grandi problemi di ben altra portata la sfida fra Sicam e Zow avrebbe scaldato l’atmosfera più di quanto effettivamente non abbia fatto. E ora eccoci pronti ad ascoltare il responso. Già, perché al di là di quanto i due enti organizzatori, e le rispettive fiere ospiti, hanno o possono aver fatto, l’ultima parola spetta ai visitatori.
Abbiamo seguito da vicino i lavori che portano alla apertura dei cancelli della Fiera di Pordenone, dal 14 al 17 ottobre, per la prima edizione di Sicam e quelli che permetteranno a Zow di continuare la propria strada italiana, semplicemente (si fa per dire) spostandosi a Verona dal 21 al 24 ottobre.
Sappiamo già tutto: sappiamo delle cause fatte e di quelle che verranno, dell’impegno profuso a piene mani, delle cose raccontate, delle fatiche compiute, delle alleanze ricercate… sappiamo che nessuno si aspettava una cosa del genere, che questo divorzio – perché alla fine di questo si tratta – non è piaciuto a tanti, che il settore non ne aveva certo bisogno e potremmo proseguire così riempiendo queste due pagine di dietrologia.
Ma c’è una verità incontrovertibile: lo scenario delle fiere dei semilavorati e delle forniture vede aprirsi una nuova era, perché qualcuno ha deciso di sfidare l’impero Zow. Una formula, quella disegnata da Peter Meyer anni addietro, ora forse un po’ “appannata” ma assolutamente geniale e vincente, tanto da aver messo in crisi colossi come Interzum (poi ripresasi grazie all’impegno congiunto di Fiera di Colonia e dei più grandi nomi del settore tedesco, riconfermandosi quel grande, splendido evento che tutti conosciamo) e da far crollare rassegne di gran nome come Sasmil. Un modello che, prese le mosse dalla volontà di dare una piazza efficace ai semilavoratieri e ferramentai tedeschi, si è sparso per il mondo stabilendo un vero e proprio nuovo paradigma. Ma anche questa è dietrologia.
Veniamo quindi alla stringente attualità, a quanto ci troveremo di fronte proprio in questi giorni. Non possiamo non partire dalla evidenza più “eccentrica”, per non usare altri aggettivi, ovvero dal fatto che ci attendono due eventi dagli stessi contenuti, a una settimana di distanza l’uno dall’altro. Da quanto abbiamo letto nei comunicati degli enti organizzatori e dagli aggiornamenti dell’ultima ora nei siti ufficiali, Sicam ospiterà poco meno di 400 espositori in quella sede fieristica che, se non ricordiamo male, è stata la casa di Zow per otto edizioni. Zow che, come tutti sappiamo, ha scelto di spostarsi a Verona per tutta una serie di motivi e che a Verona vedrà la presenza di quasi 300 espositori. Una prima indicazione viene dai numeri, ma è evidente che la seconda verrà dalla constatazione della qualità degli espositori, del loro appeal, della loro rappresentatività. Anche qui la sfida è aperta, perché molti hanno scelto di schierarsi da una parte o dall’altra senza titubanze, qualcuno ha scelto di rimanere nel guado e sarà sia a Verona che a Pordenone. Qualcuno ha colto la palla al balzo e, alla luce anche di risultati economici certo non dei più brillanti, ha messo una pietra sopra a questo confuso ottobre, a questa diatriba che si prolunga oramai da tempo…
Entrambe le manifestazioni, inoltre, hanno messo in campo le proprie forze migliori per mettere a punto eventi collaterali, assistenza a espositori e visitatori e per far sì che tutto tutto ciò che è parte di una fiera di successo sia perfetto.
Ma il terzo peso, quello che farà veramente pendere la bilancia da un a parte o dall’altra saranno i visitatori e i loro giudizi. Tocca agli operatori. Tocca agli espositori. Da gente che frequenta fiere da qualche anno abbiamo una idea di chi vincerà la sfida. Perché è indubbio che qualcuno vincerà: se il mondo del mobile non dovesse dare una chiara indicazione, se non dovesse scegliere con un appoggio forte e univoco da che parte vuole stare saranno tutti a perdere. Che esistano due fiere uguali, nella stessa macroregione, per lo stesso pubblico, a distanza di qualche giorno non solo è assurdo, ma inaccettabile!
Non crediamo possibile che nel 2010 si possa ripetere una simile situazione e quello che oggi si chiede, in realtà, è di partecipare a un referendum che decida chi fra Sicam e Zow debba lasciare il campo o reinventarsi in qualche altro modo.
Ultima annotazione: anche noi saremo a entrambe le rassegne, come potete vedere nel box che pubblichiamo qui a fianco. Ci pare doveroso notare che la stampa di settore si è limitata a registrare, come è indubbiamente giusto che sia. Ma ciò non toglie che un poco ci siamo lavati le mani e che forse non abbiamo fatto per intero il nostro dovere. E’ una riflessione banale e sicuramente poco utile di questi tempi, lo ammettiamo. Ma quando si dice che sono sempre meno le persone che leggono, forse si deve anche dire che qualche volta avrebbero voglia di leggere cose diverse… anche qualche “schieramento” (nel senso di prendere posizione da una parte o dall’altra). Per il momento non ci pare che qualcuno lo abbia fatto, sia in Italia che all’estero. Farlo alla fine delle due fiere sarà forse troppo tardi? Mah…
(l.r.)