Tutto pronto per l’edizione 2014 di Sicam, una fiera che non sente la crisi…
Dal 14 al 17 ottobre, per la seconda volta, se la memoria non ci tradisce, da martedì a venerdì. Poco meno di 500 espositori e qualche decina di metri quadrati in più rispetto all’ultima edizione, su per giù attorno ai 13mila netti espositivi.
Pieni i padiglioni dal 2 all’8, nell’1 e nel 9 qualche ritardatario, ristorante e servizi. Insomma: il quartiere fieristico di Pordenone ancora una volta è pieno e tutto lascia presagire che sarà l’ennesima buona edizione. Già, ancora una buona Sicam. Siamo di fronte all’unica rassegna che non ha mostrato cenni di cedimento e che sta dimostrando di avere le carte in regola per proseguire la sua sfolgorante carriera. Alla famiglia Giobbi, al patron Carlo e ai figli Carolina e Michele – che da oramai qualche anno sono al suo fianco, senza dimenticare i pochi ma eccellenti collaboratori (anzi, collaboratrici…) – il merito di tutto questo. Francamente chi avrebbe mai detto che sarebbero riusciti a far fuori Zow Italia, a prenderne il posto, a gestire una stagione economica disastrosa, a rendere superflua Sasmil, a fare di Pordenone una capitale fieristica, a diventare l’alter ego della grande Interzum. Non vogliamo fare l’elogio della bravura degli organizzatori e sappiamo bene che su alcune delle nostre affermazioni Carlo Giobbi avrebbe qualcosa da dire, ma per essere l’unica “fiera a gestione famigliare” dello scenario mondiale ci sarebbe materia per fare un talk show in televisione…
VENENDO LA DUNQUE…
Forse sbagliamo, ma per capire Sicam e i suoi successi alcuni elementi legati alla sua storia, alla sua gestione, alle peculiarità dell’ente organizzatore sono fondamentali. Lo sanno molto bene gli addetti ai lavori, lo sanno forse ancora meglio gli espositori. Ma poi, come sempre, tutto si concentra, si riassume, si coagula nei numeri. Degli espositori abbiamo già parlato: siamo poco distanti da quota 500 e ci risulta che ci siano ancora iscrizioni a poche settimane dalla apertura dei cancelli, di cui oltre il 25 per cento stranieri. Dati sostanzialmente in linea con il passato, una costanza davvero preziosa se si pensa a quanto è accaduto ad altre rassegne negli ultimi anni. Anche sui metri quadrati possiamo parlare di stabilità, definizione che ci sentiamo di poter applicare anche ai visitatori attesi: Sicam si attesta a ogni edizione fra i 15 e 16mila. La cosa eclatante è la percentuale di coloro che arrivano dall’estero, un dato che francamente – e crediamo sia la ventesima volta che lo ripetiamo – su cui pochissimi avrebbero scommesso. Noi certamente no. Nel 2013 ben il 35 per cento dei 16mila visitatori registrati è arrivato a Pordenone da 94 Paesi!
CARLO GIOBBI
“E anche per il 2014 in un analogo risultato. Le pre-registrazioni on line parlano chiaro: aspettiamo operatori da mezzo mondo, delegazioni dai Paesi del Nord Africa, dal Sudafrica, da Ucraina, Brasile, Vietnam…”, ci dice Carlo Giobbi. “Lavoriamo molto per la promozione del nostro evento, in moltissime fiere della filiera in tutto il mondo. Senza tralasciare che, per quanto il distretto industriale del mobile abbia indubbiamente sofferto negli ultimi tempi, Pordenone rimane una delle capitali del mobile, un territorio dove molte imprese dei comparti della componentistica e della subfornitura, anche stranieri, hanno proprie filiali, unità produttive, magazzini, show room. Giocano un po’ in casa, se mi passa la definizione.
Non solo: dal nostro esordio molte cose sono cambiate in positivo: il rapporto fra Sicam e la città è cresciuto, l’aeroporto di Venezia è oggi il terzo per traffico in Italia e vanta buone connessioni con tutto il mondo. Anche il quartiere fieristico ha fatto importanti passi in avanti e il nuovo passante autostradale ha reso l’accesso a Sicam decisamente più comodo e veloce”.
Non solo: dal nostro esordio molte cose sono cambiate in positivo: il rapporto fra Sicam e la città è cresciuto, l’aeroporto di Venezia è oggi il terzo per traffico in Italia e vanta buone connessioni con tutto il mondo. Anche il quartiere fieristico ha fatto importanti passi in avanti e il nuovo passante autostradale ha reso l’accesso a Sicam decisamente più comodo e veloce”.
Voi e Interzum siete, in pratica i padroni del campo, un duopolio nel sempre più limitato scenario delle fiere dedicate alle forniture per l’industria del mobile…
“Ammetto che sentirselo dire è piuttosto piacevole”, risponde Giobbi sorridendo. “Ma mi lasci dire che non bisogna commettere peccati di orgoglio e, piuttosto, rimanere fortemente concentrati sul proprio obiettivo, portare avanti con umiltà le proprie idee, i propri progetti, tenendo sempre ben presente che a decretare il nostro successo sono gli espositori e i visitatori. Fino a quando avremo ben chiaro in mente questo principio e faremo tutto ciò che sappiamo per alimentarlo avremo una offerta per il mercato e potremo incontrare i bisogni di una domanda qualificata. Noi siamo una fiera concreta, di servizio, che vuole essere uno strumento per un settore industriale. Interzum è su un altro pianeta, la “grande Interzum” è l’evento mondiale di riferimento dove grandi gruppi e piccole e medie imprese si presentano al meglio. Non si tratta più o solo di mostrare prodotti, ma di anche di rappresentare se stessi, il proprio essere impresa”:
Signor Giobbi, forse ricorderà che le abbiamo posto questa domanda anche durante la nostra intervista prima dell’edizione 2013. Come vede il futuro di Sicam? Pensa a qualche innovazione, a un concetto più ricco, magari?
“Le cose vanno bene, al momento. Non stiamo pensando a novità o a cambiamenti. Vede, una fiera è il luogo di incontro della offerta e della domanda, fra chi vuole vendere e chi ha bisogno di comperare, fra il fornitore e i suoi clienti e con quanti che potrebbero diventarlo. Può metterci attorno tutto quello che vuole, ma è questo l’ingrediente indispensabile: si può sempre fare di meglio e di più, ma questo non si può toccare.
In un mondo oramai preda di contatti facili, veloci ma troppo spesso superficiali, dove internet regola i comportamenti e la comunicazione interpersonale c’è ancora un forte bisogno di parlarsi guardandosi in faccia. Nuovi, comodi, intelligenti, utilissimi strumenti non potranno cancellare completamente la voglia, il bisogno delle persone di parlarsi, di toccare con mano… e la fiera è il contenitore dove questo può accadere semplicemente, direttamente, efficacemente. Trovare chi ha qualcosa da dire e chi ha bisogno di ascoltare, portarli nel medesimo luogo e nello stesso momento è tutto ciò che ci è richiesto, dove dobbiamo dimostrare tutta le nostre capacità.
E fra qualche giorno vedremo se siamo stati così bravi da ripetere ancora una volta quella che, in fondo, è una piccola magia…”.
Sicam numero sei!
ultima modifica: 2014-07-08T00:00:00+00:00
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