Come sempre un grande Bau…

… che fa il pieno di visitatori stranieri, ben 80mila sui 250mila totali, confermando la forte attrattiva delle giornate di Monaco. Tanti anche gli espositori, 2.120 da 45 Paesi, mentre si guarda al prossimo novembre, al debutto di “Fenestration Bau China” a Shanghai.

E partiamo proprio dalla Cina, giusto per lasciare la celebrazione di un’altra ottima edizione di Bau a qualche riga più in la. Nelle giornate di Monaco è stata ufficialmente annunciata l’acquisizione da parte di Messe München della quota di maggioranza di “Fenestration China”, una consolidata rassegna che da anni è il punto di riferimento per porte, finestre e facciate in quello che è il più grande mercato mondiale per l’edilizia. L’evento di Shanghai – la cui prossima edizione si terrà dal 7 al 10 novembre 2017, fra un pugno di mesi… – si appresta a cambiare pelle: quest’anno solo un piccolo ritocco al nome, che diviene “Fenestration Bau China”, ma già si sta lavorando al progetto per farne una replica cinese del Bau, dunque con buona parte, se non tutte, delle merceologie attualmente presenti a Monaco. E, ovviamente, con un nuovo marchio che non lascerà spazio a dubbi o interpretazioni: Bau China 2019.

TORNANDO A MONACO…

… diciamo subito che dei 250mila visitatori ben 80mila sono arrivati dall’estero, segnando il record assoluto della rassegna (furono 72mila l’ultima edizione). Una crescita importante e “desiderata” per il “Salone internazionale dell’architettura, dei materiali e dei sistemi”, che ha potuto contare sui 65mila ingressi di professionals che appartengono al mondo della progettazione e della architettura.

Dando una scorsa alla classifica dei “Paesi visitanti” troviamo in testa l’Austria (11.520 visitatori), seguita da Svizzera (5.243) e Italia (5.013). Fra i primi dieci Paesi da porre in evidenza i 3.055 visitatori dalla Turchia, i 2.868 dalla Russia Russia e i ben 2.235 dalla Cina. Da notare che fra i Paesi che hanno registrato i maggiori tassi di crescita molti sono oltreoceano, primi fra tutti la Corea del Sud (1.301 visitatori, il 42 per cento in più rispetto al 2015), gli Stati Uniti (792 visitatori, più 40 per cento) e l’India (803 visitatori, più 59 per cento).

Record anche sul versante degli espositori, con i già ricordati 2.120 da 45 Paesi che hanno riempito ogni angolo a disposizione del pur ciclopico quartiere fieristico di Monaco, qualcosa come 185 mila metri quadrati in 17 padiglioni.

Come sempre il padiglione B5 è il cuore del “legno al Bau” ed è davvero incredibile vedere, anno dopo anno, quanto cresca l’impiego di questa materia prima in prodotti per l’edilizia e applicazioni a cui mai avremmo pensato, sempre più spesso in abbinamento con altri materiali. Non abbiamo lo spazio necessario per entrare nel merito, ma chi oggi pensa al legno in edilizia per come materiale per costruire strutture non ha colto le tante novità degli ultimi tempi.

Tante le novità e i prodotti nel B4, il santuario delle porte, dei serramenti, con un pizzico di ferramenta, soprattutto decorative (maniglie). Beh, anche qui l’evoluzione è forte tangibile e più che in passato ci è parso di cogleiere una forte avvicinamento delle porte a superfici decisamente più materiche, addirittura modelli di design assolutamente minimalista realizzate con splendido, poetico legno di recupero! Insomma, da perdersi…

Poche, ma non è una novità, le presenze delle tecnologie: solo Weinmann di Homag Group, se non ci siamo persi qualcosa, ha colto l’occasione per mostrare con un video cosa sanno fare le loro soluzioni. 

L’ITALIA

“Siamo molto soddisfatti di come è andata la fiera anche sul versante italiano”, ci racconta Davide Galli, responsabile di Monaco Fiere, società che rappresenta la Fiera tedesca nel nostro Paese. “Abbiamo visto una consistente crescita dei visitatori anche dall’Italia, segno che Bau è un punto di riferimento fondamentale per i nostri operatori, che fa il paio con l’aumento delle presenze di stand italiani: quest’anno gli espositori diretti sono stati 112, qualcuno in più rispetto ai 106 di due anni fa. Complessivamente hanno occupato una superficie ragguardevole, poco meno di cinquemila metri quadrati, investendo molto di più che in passato su stand importanti, attraenti, molto ben realizzati.

La tipologia merceologia di Bau alla quale l’Italia mostra di essere più affezionata è indubbiamente quella dei materiali maturali, delle pietre, dove la collettiva realizzata con la collaborazione di Ice ha addirittura visto il raddoppio dello spazio rispetto a due anni fa, anche e soprattutto qui con stand veramente di grande impatto”.

“Il mondo del legno – continua Galli – fa ancora una volta i conti con l’abitudine di pensare al Bau quando è troppo tardi: le iscrizioni per l’edizione del gennaio 2019 si chiudono a settembre, fra un pugno di mesi. E’ praticamente impossibile convincere una azienda italiana a muoversi per tempo, a decidere il più presto possibile se intende essere a Monaco, abituate come sono a scadenze decisamente più “comode” e flessibili… Ma Bau è così: la lista d’attesa è sempre molto lunga, i tempi rigidissimi e alla fine ci ritroviamo a lasciare fuori molti di coloro che ci fanno richiesta. Quest’anno, purtroppo, non abbiamo potuto accogliere ben il 25 per cento delle domande, perchè arrivate quando tutti gli spazi erano già stati assegnati”.

Con una sensazione “nostra”, ma che ogni anno sentiamo più forte, ovvero che gli italiani facciano più fatica a comprendere la portata di Bau, il pubblico che lo frequenta, la qualità che sa esprimere. Come se non riuscissero a trovarli un posto nel loro “immaginario fieristico”.

“Dobbiamo comunque dire che in Italia esistono diverse manifestazioni fieristiche che impegnano le imprese italiane e si aggiungono alle tante rassegne specializzate sulla costruzione o il serramento o i tetti in legno che affollano il calendario tedesco e internazionale. In un contesto così inflazionato può essere più complesso cogliere la reale portata di una “multiprodotto” come il Bau, senza sottovalutare che si tratta di una fiera enorme, dove per essere visibili bisogna avere uno stand di dimensioni adeguate. Staremo a vedere cosa accadrà nel 2019, quando avremo poco meno di ventimila metri quadrati di spazio in più grazie ai due nuovi padiglioni, il C5 e il C6, che si renderanno disponibili. Speriamo ci sia qualche opportunità in più per il mondo del legno e del serramento di cui anche i potenziali espositori italiani possano approfittare.

E poi abbiamo “Fenestration Bau China”, un’altra freccia al nostro arco che ci permetterà di ampliare il nostro dialogo con le imprese italiane proponendo loro anche questa importante trasferta in Cina!”, conclude Davide Galli salutandoci. (l.r.)

 

Come sempre un grande Bau… ultima modifica: 2017-02-20T00:00:00+00:00 da admin