Il filosofo cinese Lao Tzu diceva che ciò che per un bruco è la fine del mondo, per il mondo è una farfalla, perché anche da una tragedia si può rinascere, seppure possa sembrare impossibile. Quando a ottobre del 2018, la tempesta “Vaia” ha messo in ginocchio il Triveneto, la vita in quella zona si è fermata, messa in stand-by dal dolore e dal terrore per una natura diventata causa di devastazione. Otto vittime, quarantadue milioni di alberi abbattuti, quasi quarantadue mila ettari disboscati e oltre due miliardi e mezzo di euro di danni tra Lombardia, Trentino, Friuli Venezia-Giulia e Veneto, per quella che è stata definita la più grande catastrofe forestale italiana dell’epoca moderna. Da quel momento, il Triveneto ha provato a rialzarsi con gli sforzi profusi dai suoi abitanti, per superare la tragedia, portandola ugualmente sempre dentro. Perché per rinascere, occorre ricordare sempre il punto di partenza.
Un disastro ambientale, un impatto devastante e un obiettivo chiaro: recuperare il legno caduto per sostenere le comunità locali e ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema. Nasce con questo obiettivo “Vaia”, una startup fondata da tre ragazzi, Federico, Paolo e Giuseppe nel 2019, che si propone di sfruttare gli alberi abbattuti creando oggetti senza depauperare materie prime, limitando l’impatto ambientale e mantenendo vivo il ricordo di ciò che è successo.
“Vaia Cube”, è un amplificatore passivo compatibile con quasi ogni tipologia di smartphone, che non utilizza energia, ma sfrutta le caratteristiche naturali del legno, prodotto da “Vaia” con il legno massello recuperato dagli alberi abbattuti, con il legno d’abete della Val di Fassa, un pregiato tipo di abete rosso usato da sempre per costruire i violini. Un elemento di design unico, nel vero senso della parola, poiché non esistono due pezzi identici. Ogni amplificatore presenta spaccature diverse, che i falegnami fanno seguendo le venature del legno, le quali rappresentano lo “squarcio” provocato dalla catastrofe. E con l’acquisto di un “Vaia Cube” si contribuisce a piantare un nuovo albero e a far rinascere così la foresta, con la prima piantumazione prevista per l’inizio dell’estate di quest’anno.
Un intento nobile che ha già raggiunto i primi risultati, superando l’obiettivo che “Vaia” si era prefissata: puntavano i 5000 alberi, ma hanno già raggiunto i 5200 dalla nascita del progetto. Un primo passo verso una rinascita. Perché non sempre “una foresta che cresce fa meno rumore di un albero che cade”. A volte rinascere è un frastuono silente, ma efficace.
www.vaiawood.eu