Assopannelli/FederlegnoArredo: nasce il Gruppo Semilavorati!

Una intervista al presidente del Gruppo Semilavorati, nato proprio nell’ultima “legislatura” della organizzazione che in FederlegnoArredo rappresenta il mondo dei componenti per il mobile.

Alessandro Corazza

A dire il vero Alessandro Corazza non è proprio il presidente, come noi lo abbiamo definito. Formalmente dobbiamo dire che è il primo “consigliere incaricato” a cui, nell’ambito del comitato direttivo di Assopannelli, è stato affidato il compito di coordinare la rappresentanza di tutte quelle aziende che producono parti, elementi o addirittura mobili finiti per i “soliti noti”. Ma è tale il nostro entusiasmo per la nostra novità che ci è piaciuto scegliere un ruolo certamente più altisonante. Chi legge da tempo le nostre pagine conosce molto bene la nostra posizione sul mondo del semilavorato, imprese che negli ultimi anni sono diventate il vero cuore pulsante della produzione di mobili in Italia, in un contesto mobiliero che ha privilegiato indubbiamente il ruolo di collegamento, di vicinanza al mondo del design.
È un tema affascinante, dove le posizioni sono certo molte e spesso “fortemente contradditTorie”, ma noi che ci occupiamo di come il mobile è fatto, da quali macchine o con quali parti fatte chissà da chi nasce abbiamo visto da vicino come sono andate le cose.
Abbiamo visto i “semilavoratieri” acquistare credibilità, diventare i veri centri di innovazione tecnologica, prendere sulle loro spalle il peso di un settore dove non è sempre facile conciliare il “frizzo” del designer con un mobile che sia “industrialmente producibile”.
Per cui è stato davvero un piacere, lo ribadiamo, confrontarci con chi ne sa molto più di noi, anche perché Alessandro Corazza dirige Lanta, realtà che fa capo al gruppo Ilcam, forse uno dei più interessanti interpreto di questa stagione del mobilierato italiano.

Inevitabile che la chiacchierata con lui parta dalla situazione del comparto, alla luce della stagione che tutti stiamo vivendo sulla nostra pelle…
“Il mercato ci sta offrendo buoni segnali in questo momento – ci dice Corazza – anche se “segnali” non è forse la parola giusta. In realtà c’è una forte domanda di arredi e, di conseguenza, la richiesta di componenti e semilavorati è decisamente alta, ma purtroppo stiamo cavalcando un’onda che non sappiamo quanto ancora sarà lunga, quando finirà.
Noi, come tutto il comparto a cui apparteniamo, stiamo vivendo mesi decisamente positivi, con previsioni per un buon ottobre e un altrettanto buon mese di novembre; ma dopo? Ogni giorno chiediamo ai nostri clienti di aiutarci a programmare il futuro, ma si naviga tutti a vista… C’è molta incertezza e la nostra priorità è fare scelte e organizzarci per essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione.
Vorrei però dire che, in buona sostanza, stiamo recuperando i mesi di lockdown: la produzione è stata ferma un mese e che per almeno altri sessanta giorni la distribuzione è rimasta al palo. Stiamo semplicemente recuperando il tempo, la produzione perduta nella prima parte dell’anno. Ciò significa, in termini volutamente più generali, che a conti fatti il 2020 dovrebbe o potrebbe chiudersi per il mondo del semilavorato e dell’arredo con una leggera flessione rispetto all’anno precedente: dunque un risultato migliore rispetto a quanto avremmo immaginato qualche mese fa. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi, dobbiamo ammetterlo, perché temevamo tutti che la pandemia avrebbe pesato in modo estremamente significativo sulle nostre industrie e invece…”.

… e invece ci siamo resi conto che potremmo avere un rapporto diverso con i nostri spazi del vivere…
“Assolutamente sì: vivere la propria casa è e deve essere sempre più piacevole rispetto ai tempi in cui la nostra socialità si esprimeva fuori, nei locali, al ristorante… perfino la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen nel suo discorso ha parlato di “… le nostre case” in termini di sostenibilità e di economia circolare, ma dando per scontato che il “Covid-19” ci ha insegnato ad apprezzarle, a viverle, a volerle migliori, a rivedere spazi e funzionalità. La casa è un nuovo punto di riferimento: ci sono moltissime famiglie che lasciano i più “pericolosi” contesti cittadini per trasferirsi in campagna, si cercano abitazioni più grandi e adatte ai problemi con cui potremmo essere costretti a convivere a lungo; abbiamo imparato un nuovo rapporto con il lavoro e lo smart working sta di fatto cambiando consuetudini e necessità. Tutto questo sta ovviamente dando nuova linfa al mobile e a noi fornitori”.

Corazza ha le idee molto chiare. D’altra parte questo è un mondo che conosce molto bene: 43 anni, nato a Prata di Pordenone, nel cuore del sistema industriale triveneto del mobile, ha sempre lavorato nel settore, fino a diventare direttore generale di Lanta e partner del Gruppo Ilcam. Ci racconta che l’azienda che dirige rappresenta la più recente sfida del gruppo nato come specialista delle antine in legno, realtà che ha conosciuto una sviluppo eccezionale – oggi dalle sue fabbriche escono qualcosa come 100mila antine al giorno ­– grazie alla capacità dei fratelli Zamò di saper “leggere” i mercati internazionali proponendo antine che nascono da materiali e processi diversi, sempre in linea con le aspettative di clienti, designer e consumatori finali. Fino ad arrivare a Lanta, ovvero alla produzione di antine nobilitate con il “Pet”, quel polietilene tereftalato (lo abbiamo letto su Wikipedia, lo ammettiamo) che è una termoplastica adatta al contatto alimentare e soprattutto assolutamente riciclabile.

Come è arrivato a essere il primo “consigliere delegato” per il mondo dei semilavorati?
“Devo dire che è stato il risultato di una scelta che definirei collegiale: lavorare in un ambiente stimolante come quello creato dai fratelli Zamò impone di guardare a ogni cosa con chiarezza e obiettività. Ilcam è da sempre in FederlegnoArredo, ma in tempi recenti ci siamo chiesti se non fosse venuto il momento di fare qualcosa di più, di essere più attivi e coinvolti. Si tende sempre a pensare che l’associazione non dia abbastanza ai propri associati, non sia loro sufficientemente vicina, ma molto raramente si pensa a quale contributo potremmo tutti dare. Noi ci abbiamo pensato, anche se la molla che ha fatto scattare il nostro maggiore impegno è stato l’essere favorevolmente colpiti dalla decisione  di alcune imprese, sostenute da FederlegnoArredo, di muoversi con decisione nei confronti della nuova legge tedesca sulle emissioni dei pannelli. Abbiamo compreso che le imprese possono avere un ruolo forte e diretto, che debbono dare invece di preoccuparsi di chiedere o di aspettarsi di ricevere…
C’è una nuova sfida molto interessante sul tappeto, ovvero riempire di contenuti, di idee e di iniziative il nuovo Gruppo Semilavorati costituito in seno ad Assopannelli, gruppo nato dalla evidente constatazione che le forniture italiane per l’industria del mobile sono oramai una importante voce di questa industria a livello europeo e internazionale, sia dal punto di vista dimensionale che per il riconoscimento della qualità, della creatività, delle capacità produttive. Credo che i tempi fossero assolutamente maturi perché in FederlegnoArredo si adottasse un altro punto di vista, si cominciasse a guardare a questi temi con un occhio diverso. Una scelta forte, intelligente, che finalmente pone l’accento su una realtà oramai sotto gli occhi di tutti, ovvero che l’universo delle forniture oggi è indubbiamente uno dei cuori pulsanti dell’intera industria del mobile”.

Una evoluzione che in Triveneto è stata particolarmente “avvertibile”.
“L’emblema del Triveneto del mobile erano solo i mobilifici e i produttori di semilavorati terzisti misconosciuti; ora la situazione è diversa e non sono poche le aziende di fornitura che hanno dimensioni e “vocazione industriale” assolutamente confrontabili, se non addirittura superiori, a molti mobilieri.
Badi bene: non sto parlando di valori in campo, di meglio o di peggio, ma di realtà che hanno definito il proprio ruolo. Il mobiliere è di fatto sempre più coinvolto nei trend, nei mutamenti di gusto, di tendenze, per cui è diventato ricercatore e sviluppatore di nuovi progetti e di design. Un “cambiamento di logica” che ha inevitabilmente portato alla scelta di trasferire all’esterno la produzione. E i semilavoratieri, grazie a questa domanda, hanno potuto crescere e strutturarsi, facendo anche investimenti importanti in tecnologie all’avanguardia senza le quali questa trasformazione non avrebbe avuto luogo.
In questo processo si è innestata una stagione di crisi del mobile Triveneto che ha spinto molti a guardare fuori dai confini nazionali, trovando nuove opportunità e mercati pronti a recepire una sempre più alta capacità produttiva di qualità. Un incontro con sistemi industriali diversi, che hanno avuto un effetto estremamente positivo sulla cultura industriale di aziende che hanno compreso che si poteva diventare sempre più grandi e fare sempre di più e meglio, unendo il know how e il gusto italiano a sistemi industriali certamente più evoluti. La cucina all’estero è sempre stato un contenitore colorato o poco più: l’Italian Style ha creato una nuova immagine, una nuova “vision” dell’ambiente cucina, una responsabilità che dovremo saper mantenere nel tempo”.

E il semilavorato del futuro?
“Dovremo anche noi fare i conti con le nuove parole d’ordine, prima fra tutti la sostenibilità dei nostri prodotti e delle nostre imprese. Al secondo posto il ricorrere a materiali sempre più coerenti con il grande tema della economia circolare, l’attenzione al recupero e al riciclo. È il nuovo orizzonte a cui tutti noi produttori di semilavorati dovremo guardare e che porterà certamente a una ulteriore e continua evoluzione del prodotto finito, puntando verso materiali ecologici, sostenibili e riciclabili. Le aziende del semilavorato e delle forniture hanno sempre dimostrato di essere orientate al futuro, di sapersi trasformare: solo il cambiamento e il miglioramento continuo ci daranno la possibilità di vivere un futuro positivo”.

QUALCHE CIFRA…
Il tessuto industriale del complesso e variegato mondo delle forniture e dei componenti per il mobile comprende più di 7.200 aziende e impiega oltre 33mila addetti. Dopo una costante crescita negli anni, nel 2019 il fatturato del mondo dei semilavorati (ante, piani, fondi per cassetti, laminati, post-formati…) ha segnato un rallentamento dell’uno per cento, attestandosi a 4.748 milioni di euro L’88 per cento è realizzato da società di capitale che rappresentano il 21 per cento del totale delle aziende.
Il mercato nazionale, che assorbe il 46 per cento della produzione, diminuisce del 2,7 per cento, mentre il 54 per cento (oltre 2,5 miliardi di euro) viene esportato. Le principali destinazioni sono Regno Unito, Germania, Francia e Stati Uniti. Nel 2019 sono diminuite le importazioni, che pesano comunque per un quarto del consumo totale (circa 626 milioni di euro); Cina, Polonia e Romania si confermano i primi fornitori, con una quota del nostro mercato che appare comunque in diminuzione.

A cura di Luca Rossetti

 

Assopannelli/FederlegnoArredo: nasce il Gruppo Semilavorati! ultima modifica: 2020-11-11T08:00:09+00:00 da Francesco Inverso