Quando finalmente riusciamo ad andare a trovare i nostri amici di Metal World, a Pavia di Udine, il “maggio tedesco” è oramai alle porte e parlare di Germania diventa inevitabile, aprendo le porte a riflessioni e pensieri che vanno ben oltre la storica “sfida”…
Fra Italia e Germania la sfida, non solo calcistica e con splendidi ricordi, è sempre aperta. Stiamo parlando di due nazioni che in molti settori, per quanto in modo assolutamente diverso, hanno da sempre mostrato la strada a livello industriale, tecnico, economico. E se fino a qualche decennio fa la sudditanza verso il “made in Germany” era nell’aria, le cose sono a poco a poco cambiate e i due sistemi industriali – per quanto, lo ribadiamo, agli antipodi per moltissimi aspetti – oggi si contendono il ruolo di “trend setter” con molte, molte meno lunghezze di distanza rispetto ad altri tempi.
Esattamente quello che è accaduto e accade nel mondo dell’utensile, dove al confronto diretto a livello di offerta si è aggiunto un altro “oggetto del contendere”, ovvero l’importante ingresso dei nostri prodotti nella tana del lupo, la scelta di molti utilizzatori tedeschi di rivolgersi a fornitori italiani.
Inevitabile che la nostra chiacchierata di fine aprile con Fanny Paviotti, vicedirettore generale di Metal World, quando mancano una manciata di settimane alla apertura dei cancelli di Ligna, parta proprio dall’appuntamento tedesco per guardare poi alla Germania. Giusto per rompere il ghiaccio…
“Siamo presenti a Ligna da più di quarant’anni, così come in altre importanti fiere in tutto il mondo, perchè questo strumento rimane comunque importante nelle dinamiche commerciali di una impresa”, ci dice Fanny Paviotti. “È vero che oggi ci sono mille modi per consolidare la propria presenza nei vari mercati, ma è innegabile che essere in una fiera e mostrare ciò in cui si crede, quale direzione si è deciso di percorrere rimane un momento necessario, a nostro avviso.
Anche per una impresa come la nostra, sul mercato oramai da quasi cinquant’anni, la necessità di non perdere alcuna occasione per farci conoscere, per mostrare la nostra tecnologia, per ribadire la nostra presenza nel mondo e in un mercato così importante è una priorità: se sommiamo i risultati che abbiamo raggiunto nei tanti settori in cui operiamo, la Germania è il nostro secondo mercato di destinazione.
Se a questo aggiungiamo che nell’utensile da legno, dove affondano le nostre radici, in Germania ci sono i nostri più agguerriti concorrenti diventa ancora più chiaro cosa significhi per noi essere presenti in modo esplicito e diretto ogni due anni”.
Come stanno andando le cose in Germania?
“Innegabile che nel 2024 ci sia stato qualche segnale di sofferenza, ma quest’anno almeno per quanto riguarda il primo trimestre, le cose appaiono sensibilmente migliorate con prospettive positive e una buona ripresa delle soddisfazioni per l’anno in corso. Stiamo parlando di un grande mercato, di un Paese che primeggia in moltissimi comparti industriali, estremamente dinamico e attento alla qualità ed alle prestazioni dei prodotti.
Inoltre, secondo noi, la Germania sta vivendo una sorta di primavera: vediamo tanti progetti, molte idee nuove che sono la prova di un’industria che cerca di riprendersi dopo un anno di sofferenza. Questa nuova dinamicità del mercato ci ha guidato nello sviluppo di nuovi utensili che proporremo in fiera, utensili nati proprio dalla richiesta di diverse realtà tedesche. Una nuova gamma di utensili dedicati alla falegnameria e alla piccola industria, flessibili e facilmente adattabili a diverse applicazioni, oltre ad alcune teste di varie dimensioni perfette per lavorazioni in piccoli lotti con tempi di attrezzaggio rapidi.
Presenteremo anche nuovi progetti di punte per cerniere. Si tratta di una riformulazione delle nostre soluzioni, resa oggi più che mai necessaria dall’impiego più diffuso da parte dei mobilieri di materiali sempre diversi e sempre più “impegnativi”, mantenendo intatta la volontà di ottenere sempre una finitura perfetta.
Tutti gli utensili hanno un comune denominatore, ovvero garantire prestazioni ottimali in termini di qualità delle lavorazioni, tempistiche nell’esecuzione, affidabilità e una operatività semplice particolarmente necessaria in un contesto in cui le mode cambiano rapidamente e il ciclo di vita dei “prodotti finiti” si è ridotto negli anni. Questo nuovo scenario porta noi utensilieri a definire e sviluppare nuovi strumenti di interazione con il mercato: fortunatamente in Metal World abbiamo compreso diversi decenni fa che la flessibilità è un valore assoluto…”.
C’è un’altra scommessa che da sempre coinvolge l’utensile: quantità o “su misura”?
“Ha ragione e in Metal World abbiamo sempre investito per essere riconosciuti nel mercato sia come produttore di soluzioni standard, orientate ai numeri, sia speciale, customizzato, non orientato quindi ai volumi ma alle esigenze specifiche dell’utilizzatore. Oggi registriamo una dinamica in evoluzione: se nel passato era forte la domanda di produzioni seriali, negli ultimi tempi e in tutto il mondo è cresciuta la domanda di soluzioni “ad hoc”, un ritorno allo “speciale” per il quale possiamo mettere in campo la nostra tradizionale predisposizione e la grande capacità delle persone che lavorano in Metal World non solo nel produrre, ma nel comprendere le esigenze del cliente, per quanto particolari, e progettare e realizzare esattamente l’utensile di cui hanno bisogno.
Dunque è per noi strategico parlare alle due anime del mercato, così come essere sempre aggiornati sui “macrosistemi” che potrebbero modificare il rapporto fra utensile, macchina e utilizzatore”.
A cosa si riferisce?
“Penso alla nuova piattaforma “ETML-European Tool-Machine Language”, promossa da Eumabois, che dovrebbe a breve rappresentare un linguaggio comune e condiviso fra macchine e utensile. Un tema indubbiamente prezioso, che non mancherà di incrementare sicurezza, efficacia e velocità ma del quale si devono valutare con attenzione costi e ricadute sul sistema attuale. Lo ribadisco: stiamo parlando di una piattaforma che si rivelerà molto preziosa, anche se a nostro avviso la priorità rimarrà il ricercare continuamente soluzioni innovative in tema di avanzamento, di miglioramento complessivo, di precisione, di idoneità dell’utensile per raggiungere determinati obbiettivi.
La nostra quotidianità è fatta di produzione, di servizio post-vendita ma anche e forse soprattutto di impegno nel definire prodotti sempre più “interessanti”, dando il nostro contributo a un mondo che procede spedito in mille direzioni diverse, modificando ogni giorno consuetudini che pensavamo intoccabili”.
Senza dimenticare il tema della multimaterialià, che per voi non è certamente un impegno recente…
“Mi piace dire che spaziamo senza soluzioni di continuità dalla micro alla macro utensileria, dalle puntine con un diametro di 0,3 millimetri a frese da oltre 700 millimetri. Ci misuriamo ogni giorno con la necessità di fare lavorazioni di precisione, dove il decimo di millimetro è una tolleranza inaccettabile, così come di grandi asportazioni su elementi per l’edilizia, ad esempio, dove comunque la precisione richiesta dalla prefabbricazione è ugualmente indispensabile. Da decenni lavoriamo per decine e decine di settori, dalla orologeria alla occhialeria, dal navale all’aeronautico, dalle leghe ai compositi, passando attraverso tutte quelle “combinazioni” che anche nel mobile si sono affacciate con una certa convinzione, come gli abbinamenti fra legno e carbonio o legno e alluminio.
Diciamo che non ci siamo mai fermati davanti alle sfide e, anzi, abbiamo colto delle opportunità che ci hanno permesso di “mettere in cascina” esperienze profonde su diversi versanti, oggi il vero patrimonio che possiamo offrire a chi ci sceglie.
Penso alla nostra produzione di utensili in diamante, al “ritorno” a certi materiali, come l’acciaio “super-rapido”, che sono perfetti per alcune lavorazioni, tutti segmenti nei quali sappiamo bene cosa possiamo e dobbiamo dire ai nostri interlocutori”.
In uno scenario sempre più complesso…
“… e che impone alle imprese di possedere competenze mature che possano essere poi declinate verso direzioni diverse. Possediamo un robustissimo know-how e dobbiamo “solo” indirizzarlo verso settori, segmenti e comparti nei quali è necessario tenere conto di specificità ben precise. In questo abbiamo fortunatamente degli ottimi compagni di viaggio: penso a chi costruisce tecnologie sulle quali saranno montati i nostri utensili ma anche a quanti realizzano gli strumenti che utilizziamo per dare vita alle nostre frese, alle nostre punte.
Dialogare lungo tutta quella che potrei definire la nostra “filiera”, dal materiale che impieghiamo alla bellezza del prodotto finito, ci ha permesso e ci permette di costruire un bagaglio di conoscenze che mettiamo sempre a disposizione di chi si rivolge a noi”.
Soddisfatta? Soddisfatti?
“Avere maturato capacità, know how e competenze per trovare ogni giorno la soluzione al problema di qualcuno ti fa dormire bene, lo ammetto”, conclude Fanny Paviotti. “È un lavoro indubbiamente sfidante, ma quale lavoro non lo è di questi tempi? Lo ripeto: la complessità cresce ogni giorno, l’innovazione è continua e coinvolge i prodotti più disparati dai i razzi vettori dell’aerospace ai prodotti più tradizionali come le sedie per la cucina, o le antine e noi dobbiamo, vogliamo esserci…
Mi piacerebbe che in questo “percorso” avessimo la possibilità di coinvolgere i giovani, di far entrare in azienda ragazze e ragazzi che trovino la loro strada con passione in questo settore, ma è sempre più difficile.
Il grande problema di questo decennio sono le risorse umane e le competenze. Serve a tal fine uno sforzo da parte delle istituzioni e delle stesse aziende, per rendere il settore e le realtà industriali che lo compongono attrattive, al fine di garantire un processo virtuoso di cambio generazionale. Metal World è attiva sul territorio e cerca di essere in prima linea anche su questo tema, definendo nuove modalità di collaborazione fra la nostra azienda e le scuole, lavorando per offrire ai giovani percorsi di crescita all’interno dei nostri reparti, una scelta che sentiamo come un preciso dovere se vogliamo continuare a guardare al futuro. In quest’ottica sottolineo con un pizzico di orgoglio la scelta di Metal World di organizzare negli anni stage formativi in azienda per le seconde generazioni dei nostri clienti in Italia e all’estero: questo modo di contribuire alla crescita professionale e manageriale delle persone ci ha permesso di cementare il rapporto con i clienti e di dare continuità di business ai nostri partner commerciali”.
a cura di Luca Rossetti
metalworld.it