Ecco “Elite”, la nuova ammiraglia di Fimal

Novità in casa Fimal, a dieci anni esatti dalla presentazione della “Concept”, ecco la “Elite”. Una novità che guarda alle esigenze di molti e una opportunità per fare il punto della situazione e conoscere la vision della azienda marchigiana…

Tre larghezze (2.600, 3.200 e 3.800 millimetri), due multisptop (1.300 e 2.100 millimetri) e quattro diametri lama (300, 350, 400 e 450 millimetri). Uno spazio ridotto del 50 per cento rispetto a una sega tradizionale, velocità di taglio fino a 40 metri al minuto, un nuovo pressore automatico, un touch screen da 10 pollici… sono solo alcune delle innovazioni che sarà possibile trovare a bordo di “Concept Elite”, la nuova sezionatrice di casa Fimal che è sotto i riflettori in questa stagione. Una macchina che è stata presentata in grande stile in occasione di un evento che si è svolto a Fano (Pesaro), dove l’azienda ha sede, e che ha richiamato nel nuovo show room clienti e rivenditori da mezzo mondo.
“Siamo molto soddisfatti della accoglienza che il mercato ha riservato alla nostra “Elite”, sicuramente in nostro biglietto da visita in questo 2025”, ci racconta Cinzia Facchini, amministratore delegato di Fimal. “Ci tengo però a sottolineare che è un passo molto importante soprattutto perchè rappresenta ciò che siamo, la nostra voglia di innovare ogni giorno, di continuare a comprendere le esigenze dei nostri clienti o di quanti potrebbero diventarlo per proporre loro macchine semplici, intelligenti, che permettano di ottenere risultati superiori alle aspettative con un investimento corretto.
A dieci anni esatti dalla presentazione della “Concept” – una macchina che ha ribadito con un linguaggio nuovo la nostra vocazione per il taglio del pannello, frutto di una precisa filosofia che ci ha dato ottimi risultati – abbiamo deciso di fare un ulteriore passo avanti, ampliando la gamma verso l’alto con “Elite”, una soluzione nata da quello che definirei un “riassunto” dei suggerimenti dei nostri clienti. Abbiamo scelto di aggiungere una tappa al nostro percorso, trasformando di fatto il “concetto Concept” in una vera e propria gamma con la quale dare una risposta tecnologica corretta e coerente a necessità diverse. Sempre tenendo ben presente quella che è l’anima di Fimal, un’anima che viene da ben più lontano di quel 2013, anno di fondazione della nostra azienda”.

Si riferisce alla eredità della Paoloni Macchine, che voi avete raccolto?
“È proprio così: ciò che oggi facciamo, ciò che oggi siamo nasce da radici importanti, da una storia di cui siamo stati parte e che ricordiamo con orgoglio. Siamo orgogliosi di cosa siamo riusciti a fare, tutti insieme, in questi dodici anni, ma sappiamo bene che non sarebbe stato possibile raggiungere questi risultati così velocemente se non avessimo raccolto l’importante eredità della Paoloni Macchine, un marchio che ancora molti ricordano nel segmento delle macchine per la piccola e media impresa”.

 Torniamo alla “Elite”…
“Come le dicevo è una soluzione con forti contenuti innovativi, disponibile in diverse versioni, con lame di forte diametro e che potremmo implementare anche fino a 500 millimetri in futuro. Una macchina arricchita di soluzioni che ci sono state chieste da mercati importanti e non solo da quanti lavorano il pannello…”.

“… con la “Concept” abbiamo abbattuto un muro, progettando e costruendo una macchina che prima non esisteva”, interviene Stefano Morselli, direttore generale di Fimal. “La “Elite” ci porta ora in una dimensione nuova, ancora più coerente con i temi di “Industria 5.0” e quella attenzione verso velocità, prestazioni, sicurezza assoluta, riduzione delle polveri e dei rumori e attenzione ai temi della sostenibilità che accomuna le evoluzioni di tutte le nostre macchine. “Elite” parte da tutto questo per dare una risposta ancora più forte al mondo del legno e dei suoi derivati, ma permettendoci al contempo di aprire le porte a nuovi settori del mercato, verso tutti quei materiali che hanno bisogno di essere comunque sezionati.
Un progetto, come diceva Cinzia Facchini, che nasce dall’ascolto di coloro che queste macchine le usano ogni giorno: mi riferisco, ad esempio, alla corsa maggiorata dello spintore posteriore, al touch screen da 10 pollici per poter visualizzare più informazioni, alla maggiore luce di taglio, che oggi può arrivare a 2.800 millimetri ma che in futuro arriverà fino a 4.200, o al piano in alluminio sul quale si possono tagliare in tutta tranquillità anche materiali più abrasivi, come ad esempio la lana di vetro. Senza dimenticare l’altezza regolabile dell’incisore per avere una profondità di taglio adeguata anche quando si deve inclinare la lama, inclinazione che può anche essere automatizzata, piuttosto che il nuovo sistema per un veloce cambio degli utensili o il pressore automatico ancora più efficace anche con più pannelli sovrapposti…
Il tutto in una carpenteria più pesante, proprio per permettere alcune delle nuove funzioni e soprattutto per arrivare a tagli “importanti” montando lame di grande diametro”.

Una macchina che apre sicuramente nuovi terreni di confronto; ma non temete che in questo segmento la concorrenza possa essere sempre più forte?
“Ed è proprio per questo che continuiamo a fare innovazione”, ci risponde Cinzia Facchini. “L’economia vive la stagione che tutti conosciamo e che il settore delle macchine per il legno non sia nella sua “età dell’oro” lo si sente ripetere tutti i giorni. Le difficoltà non mancano e la concorrenza di Paesi “emergenti” non ci spaventa: stiamo parlando di una offerta che nasce dall’assemblaggio di parti ed elementi, che non ha vissuto quarant’anni di evoluzione della meccanica provando, sbagliando e riprovando ancora fino a fare propri materiali e competenze.
Forse dovremo impegnarci e lavorare ancora un poco di più accontentandoci di guadagnare un poco meno, come accade negli scenari a forte competizione. Sono anche convinta che in tema di elettronica e di informatica la competizione con cinesi e turchi possa destare qualche preoccupazione, ma sul fronte della meccanica credo che l’Italia e più in generale l’Europa abbiano davvero molto di più da dire e da dare. Senza parlare di estetica, di eleganza, di qualità, di finiture e di tutti quegli accorgimenti “furbi” che creano la distanza fra il prodotto italiano e quello dei molti competitor”.

Insomma: mai spaventarsi delle difficoltà e avere coscienza dei propri mezzi….
“… certamente. Crediamo fermamente in quel “quid” che è universalmente riconosciuto alla imprenditoria e all’industria italiana, quel mix di competenze e di genialità che il mondo ci invidia. E in Fimal siamo anche fortemente convinti del valore della squadra, del team: il successo di un prodotto, di un’azienda è strettamente dipendente dalla qualità del capitale umano, delle relazioni… è la somma delle persone che lavorano a un progetto, dell’apporto di fornitori e terzisti, della partnership vera e propria che si instaura con i clienti per arrivare a definire la soluzione che darà soddisfazione a tutti e a ciascuno.
Abbiamo impegnato molte energie su questo versante, scegliendo di lavorare dove possibile ­– ad esempio – con fornitori “a chilometro zero”, realtà che vivono lo stesso territorio, la stessa storia, la stessa nostra cultura; una interazione forte, che coinvolge tutte le persone che lavorano in Fimal e che con loro hanno tutte un rapporto diretto”.

Lo abbiamo notato partecipando all’evento di presentazione della “Elite” da cui siamo partiti per scrivere queste pagine: non solo clienti, non solo la “Fimal people”, ma anche tanti fornitori, consulenti, partner…
“… che sono venuti a toccare con mano cosa costruiamo insieme a loro. Appena hanno saputo che avremmo organizzato questa “due giorni” e che ci avrebbe fatto piacere accoglierli hanno deciso di essere della partita e questo ci rende davvero orgogliosi di quello che abbiamo saputo fare nei primi dodici anni di vita di Fimal.
Ci tenevamo anche a mostrare la nostra sede, che negli ultimi anni è stata oggetto di una serie di interventi di ristrutturazione e di riqualificazione: oggi abbiamo spazi più grandi, più belli ed accoglienti: abbiamo rifatto la facciata, rinnovato il nostro show-room, investito in tecnologie e attrezzature con investimenti molto, molto importanti per mantenere sempre al massimo livello la qualità di ciò che facciamo, fin nel più piccolo particolare.
Abbiamo investito anche per garantire un ambiente giustamente piacevole a tutti coloro che lavorano in Fimal e molto altro stiamo facendo e faremo ancora.
Personalmente sono convinta che una macchina per il legno non sia solo un freddo insieme di parti di metallo, circuiti integrati e qualche chilometro di cavi: credo che ogni macchina che esce dalla nostra sede di Fano con il marchio Fimal porti in sè ciò che siamo, la nostra quotidianità, ciò che vediamo ogni giorno, come intendiamo la tecnologia, cosa pensiamo possa essere meglio, dove siamo convinti si debba guardare. È questa “integrità”, se vogliamo definirla così, che alla fine fa la differenza: e vuole che con un tale patrimonio, con macchine stupende che prendono vita grazie a una squadra così affiatata si possa avere timore della concorrenza, vecchia o nuova che sia?”.

a cura di Luca Rossetti                                                           
fimalsrl.it

Ecco “Elite”, la nuova ammiraglia di Fimal ultima modifica: 2025-07-24T15:34:42+00:00 da Francesco Inverso