Qualche segnale positivo per il mercato mondiale del mobile

Il commercio internazionale dei prodotti per l’arredamento continua a crescere a livello globale, ma si allarga la forbice fra i Paesi avanzati e le aree a forte sviluppo economico e demografico. Questo il messaggio dall’ultimo rapporto Csil. 

Quattordicesima edizione per il seminario di dibattito sul “World Furniture Outlook”, il rapporto elaborato dal Csil (Centre for Industrial Studies) sul commercio mondiale di mobili, presentato come tradizione a Milano in occasione del “Salone del Mobile” nella sua edizione 2015-2016. Il lavoro di indagine, sviluppato su un panel di settanta Paesi di alta rilevanza strategica nel mercato del settore sia per produzione che per potenzialità commerciale (Algeria, Argentina, Australia, Austria, Bahrain, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cina, Colombia, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Egitto, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Hong Kong, Ungheria, Islanda, India, Indonesia, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Kazakhstan, Kuwait, Lettonia, Libano, Lituania, Malesia, Malta, Messico, Marocco, Paesi Bassi, Nuova Zelanda Norvegia, Oman, Filippine, Polonia, Portogallo, Qatar, Romania, Russia, Arabia Saudita, Serbia, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Sud Africa, Sud Corea, Spagna, Svezia, Svizzera, Taiwan, Thailandia, Turchia, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti, Venezuela e Vietnam), mette in luce le principali tendenze e dinamiche in atto e si propone come possibile “bussola” di orientamento per gli operatori e gli investitori italiani e internazionali.
 
Il punto di partenza per comprendere come sta cambiando il commercio del mobile sono le dinamiche dell’economia globale, con l’analisi delle stime di evoluzione del prodotto interno lordo nel 2015 e nel 2016. Riprendendo i dati di gennaio 2015 del Fondo Monetario Internazionale, il rapporto Csil mette in luce come nell’anno in corso il pil mondiale sia atteso crescere del 3,5 per cento, con una forbice fra Paesi a economia avanzata che cresceranno del 2,4 per cento, e Paesi emergenti e in via di sviluppo che presentano incrementi stimati pari al 4,3 per cento.
Nel 2016 il divario si amplierà ulteriormente, con stime che indicano la sostanziale immobilità per le economie avanzate e un ulteriore crescita del pil per i Paesi emergenti (più 4,7 per cento), per un incremento del pil totale pari al 3,7 per cento. Se le stime tracciate in merito all’evoluzione in corso del prodotto interno lordo mondiale sono esatte, il commercio mondiale di mobili arriverebbe nel 2015 probabilmente a una quota pari a 141 miliardi di dollari statunitensi, dopo step evolutivi che hanno visto nel 2009 un valore di 94 miliardi e nel 2010 di 106 miliardi, fino ai 134 miliardi raggiunti nel 2014. Sempre in termini di valore economico, il commercio mondiale di mobili è atteso crescere del 5 per cento nel 2015 e del 6 per cento nel 2016.
 
Commercio in crescita
Concentrando l’analisi sul commercio internazionale del mobile, secondo i dati elaborati dal rapporto Csil 2015, basati su fonti ufficiali nazionali e internazionali, la produzione mondiale di mobili ha un valore pari a circa 480 miliardi di dollari statunitensi (erano intorno ai 450 nel 2013, 345 nel 2009 per un incremento del 39 per cento); di questi, il 30 per cento è legato alle dinamiche di esportazione dei beni e il 70 al consumo interno nei diversi Paesi dove il bene viene prodotto. La produzione proveniente dai Paesi ad alto reddito occupa una quota del 39 per cento del totale mondiale, contro il 61 per cento riferito ai Paesi a medio e basso reddito.
La “mappa” geografica che riassume l’andamento del mercato fornisce ulteriori informazioni sull’evoluzione in atto del mercato globale del settore: il maggiore produttore di mobili è la Cina (oltre 200 miliardi di dollari statunitensi), seguita a distanza dagli Stati Uniti in lieve incremento, dalla Germania (stabile), dall’Italia (in calo) e dall’India, Paese che su più fronti economici e industriali – mobile incluso – sta conoscendo una stagione di forte sviluppo. Cina, Italia e Germania sono anche i maggiori esportatori di mobili. Fra 2009 e 2014 la produzione di mobili in Cina è cresciuta del 101 per cento, percentuale seguita in ordine decrescente da Polonia (più 48 per cento), India (più 41 per cento), Brasile (più 27 per cento), Stati Uniti (più 10 per cento) e Canada (più 6 per cento); negativo l’andamento per Italia (meno 16 per cento), Francia (meno 12 per cento) e Giappone (meno 10 per cento). A livello di macroarea è la zona Asia-Pacifico a registrare fra 2009 e 2014 l’incremento maggiormente rilevante nella produzione di mobili, rispetto a Europa, Nord America, Sud America, Medio Oriente e Africa.
 
L’interscambio di beni prodotti nelle diverse aree geografiche ed economiche rivela anche la diversa propensione all’esportazione e al consumo interno della produzione di mobili. L’Europa si distingue per una percentuale del 76 per cento di mobili commercializzati al proprio interno, con una quota del 24 per cento legata invece alla vendita al di fuori dei propri confini. Diverso il discorso per l’area definita dai Paesi asiatici, che commercializza sul territorio di propria competenza il 39 per cento dei beni prodotti contro il 61 per cento della produzione rivolto alle esportazioni. Ancora più radicale la dinamica in atto nei Paesi Nafta (Accordo nordamericano per il libero scambio) che raccoglie Stati Uniti, Canada e Messico, dove ben il 73 per cento della produzione viene commercializzato al di fuori del perimetro della regione e solo il 27 per cento è consumato internamente.
 
La produzione mondiale di mobili divisa per segmento mette in luce, al primo posto, gli imbottiti (17 per cento), seguiti dai mobili per ufficio (12 per cento) e dalle cucine (11 per cento). Il 67 per cento dei mobili è realizzato in legno. Ancora il legno è il protagonista per quanto riguarda le esportazioni: nel 2014 sono realizzati in legno il 63 per cento dei mobili commercializzati, che però perdono terreno rispetto alla quota del 72 per cento raggiunta nel 2004; una flessione dovuta all’impiego di altri tipi di materiali come metallo (29 per cento), rattan (5 per cento) e plastica (3 per cento).
 
In crescita è, anche, il consumo mondiale di mobili. Nel 2013 il valore economico legato alla domanda di mobili era pari a 436 miliardi di dollari, con un incremento di 17 miliardi rispetto al 2012.
La previsione Csil per il 2015 si basa su un ulteriore incremento corposo della domanda mondiale per una percentuale pari al 3,4 per cento in termini reali. A scala mondiale, l’area che si distingue per l’elevata domanda di mobili è quella relativa ai Paesi di Asia e Pacifico (oltre il 5 per cento di incremento previsto), caratterizzati in primis da realtà come quella cinese e, soprattutto, indiana dove la spinta demografica, l’incremento del reddito pro-capite e lo sviluppo edilizio sono elementi trainanti. Seguono l’area di Medio Oriente e Africa, Nord America, e – a distanza – Sud America, Europa occidentale ed Europa centro-orientale/Russia. I dati preliminari relativi al 2014 indicano in Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito e Canada i cinque principali Paesi importatori di mobili, a fronte di una top five degli esportatori che conta in testa Cina, Italia, Germania, Polonia e Vietnam. Dopo la fase critica di recessione, durante la quale i maggiori Paesi importatori avevano visto un decremento della propria domanda, nel 2014 Stati Uniti, Canada e Germania hanno raggiunto o superato i livelli ante-crisi, a differenza di altre aree europee (come per esempio il Regno Unito) dove la ripresa è più lenta.
 
Ufficio, gli Stati Uniti guidano la ripresa
In concomitanza con l’esposizione biennale “Workplace3.0/SaloneUfficio”, presente all’ultimo Salone del Mobile milanese, il seminario Csil ha offerto fra i diversi interventi uno spazio di approfondimento specifico dedicato al mobile per ufficio, baricentro di un più ampio dibattito legato ai materiali per l’industria del mobile. Secondo il Csil, la produzione mondiale di mobili per ufficio è arrivata nel 2014 a un valore di circa 53 miliardi di dollari statunitensi, a rappresentare una quota pari all’11 per cento del totale della produzione mondiale di mobili. Circa il 55 per cento dei mobili da ufficio sono prodotti nei Paesi ad alto reddito (il 44 per cento si riferisce alle sette economie industriali più forti che sono Stati Uniti, Giappone, Germania, Canada, Italia, Francia e Regno Unito), contro una percentuale del 45 per cento proveniente da Paesi a basso e medio reddito fra cui si contano a oggi Cina e Brasile. I produttori leader del settore sono presenti in tutto il mondo, con sedi di gruppi e società sia nei Paesi maggiormente ricchi (segnatamente Giappone, Stati Uniti e alcuni Paesi europei), sia in quelli a reddito medio-basso (come Cina, India, Polonia e Sud Africa).
I principali Paesi importatori di mobili per ufficio nel 2014 sono Stati Uniti, Germania, Canada, Francia, Regno Unito e Giappone; per le esportazioni si distinguono nell’ordine Cina, Germania, Canada, Italia, Stati Uniti e Svezia. Interessante l’analisi condotta per materiale utilizzato: per i piani di lavoro delle scrivanie pvc e melamina sono i materiali più diffuso (66 per cento) contro il legno (30 per cento) e il vetro (4 per cento). Legno protagonista per gli armadi con il 53 per cento, rispetto al 34 per cento del metallo e al 13 di prodotti combinati; più articolato lo scenario per le partizioni interne, che vedono il legno al 56 per cento, il vetro al 23 per cento, il metallo al 20 per cento, altri materiali all’1 per cento.
 
Sulla base di un’indagine basata su industrie di settore e dati statistici nazionali e internazionali su sessanta Paesi di tutto il mondo, il Csil sottolinea come il consumo mondiale di mobili per ufficio sia pari a un valore di 47,3 miliardi di dollari nel 2013, con un andamento caratterizzato da un lieve incremento a partire dal 2011, dopo la flessione pesante del 2009 dovuta alla crisi economica globale. I principali mercati sono quelli di Stati Uniti (24 per cento del consumo mondiale), Cina (21 per cento), Giappone (7 per cento), Germania (6 per cento) e Brasile (4 per cento), seguiti da un range di Paesi che comprende India, Canada, Francia, Regno Unito e Australia. Su base geografica, nelle previsioni per l’anno in corso la regione Asia e Pacifico si distingue per il maggior consumo di mobili per ufficio, seguita dall’area Nord americana e di Medio Oriente/Africa; positivo l’andamento del consumo in Sud America, mentre ha valori negativi in Europa occidentale (15 Stati membri più Norvegia e Svizzera), Europa centro-orientale e Russia (nuovi Stati membri Ue più Russia, Serbia, Turchia e Ucraina). L’incremento mondiale è previsto pari al 3 per cento.
 
Complessivamente, oltre due terzi del consumo mondiale di mobili per ufficio si concentra su dieci mercati di primo piano, che comprendono Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Brasile, India, Canada, Francia, Regno Unito e Australia. La tendenza in atto vede la costante, lenta riduzione dei valori di mercato nella regione europea e la crescita in tutte le altre regioni, a cominciare dall’Asia. Per quanto riguarda le esportazioni, nel 2013 i Paesi ad alto reddito coprivano il 52 per cento del mercato (in testa la Germania con l’8,4 per cento, il Canada con il 7,6 per cento e l’Italia con il 6,9 per cento), contro il 48 per cento dei Paesi a medio e basso reddito guidati dalla Cina (34,7 per cento), seguita da Polonia (3,1 per cento) e Malesia (2,6 per cento).
 
Sotto i riflettori anche l’utilizzo sempre più esteso dei pannelli di assorbimento acustico per il miglioramento delle prestazioni di comfort dell’ambiente di lavoro. A livello europeo, sul totale in metri quadrati nel 2014 il consumo di pannelli continui a parete è stato pari a una quota del 42 per cento, seguito da schermi free standing e partizioni alte con il 26 per cento, patch acustici con l’11 per cento, ante per armadi con l’8 per cento, schermi divisori per scrivania e arredi per meeting poin con il 6 per cento ciascuno.
Olivia Rabbi
 
 
Qualche segnale positivo per il mercato mondiale del mobile ultima modifica: 2015-04-29T00:00:00+00:00 da admin