L’esperienza di Spallanzani con “Sophia” Biesse

A distanza di qualche anno siamo tornati alla Spallanzani Linea&Legno di Casalgrande, nei pressi di Sassuolo, e abbiamo avuto una ulteriore conferma della loro scelta di poter sempre disporre di macchine e attrezzature di “ultima generazione”.

Anche quando andammo a trovarli diversi anni fa fummo colpiti da questa realtà emiliana che oggi occupa una trentina di dipendenti in una sede, ampliata nel corso degli anni, di oltre diecimila metri quadrati, di cui seimila coperti, e con un fatturato di cinque milioni di euro. Risultati che nessuno aveva certo immaginato di poter raggiungere quando, nel 1978, Abele Spallanzani decise di aprire una nuova pagina della sua vita. Le radici erano forti: il padre Domenico era un falegname specializzato nel­l’aggiustare le tapparelle in legno e con i fratelli arrivò a creare la più importante azienda italiana per la pro­duzione di battiscopa, cornici, profili, perfino mobili in kit fino a quando decise che era il momento di prose­guire da solo e fondò il primo, grande centro per il “fai da te” della zona, oltre duemila metri quadrati di su­perficie. Erano gli anni Ottanta e la grande distribuzione che avrebbe poi dominato il mercato pra ticamente non esisteva ancora. Abele Spallanzani aveva imboccato la sua strada: vendeva oggettistica, strumenti e attrezzi, pannelli, cornici, battiscopa… tutto quello che oggi si può trovare in un bricocenter ma con una particolarità, ovvero una falegnameria dove si producevano mobili su misura. Fu qualche anno dopo, verso la fine degli anni Ottanta, che decise di avviare la produzione di espositori per ceramiche, quei pannelli dove piastrelle di ogni foggia e dimensione vengono incollate per poter essere esposte e meglio presentate ai clienti.

Il distretto della ceramica è tutto attorno, la domanda forte, le competenze ci sono: perchè non buttarsi anche in questo business?

E così fece, con così tanta convinzione che da allora la Spallanzani si è sempre più concentrata su questo business, con ottimi risultati.  E investendo sempre molto in tecnologia.

“Disporre di macchine aggiornate, del meglio disponibile nelle lavorazioni per noi nevralgiche è sempre stata una delle nostre priorità”, ci dice Marco Spallanzani, figlio di Abele e amministratore delegato della Spallanzani Linea & Legno. Oramai da qualche anno, infatti, il fondatore ha passato il testimone della conduzione dell’azienda ai figli – oltre a Marco, Sonia, che si occupa del commerciale, ed Emanuele, il più giovane, responsabile della produ­zione – continuando però a occuparsi degli acquisti e del reparto sezionatura.

“Devo ammettere – prosegue Marco Spallanzani – che la vera svolta è arrivata con “Sophia”, la piattaforma digi­tale di Biesse, nostro fornitore più che collaudato. Quando abbiamo deciso gli investimenti più recenti, ci hanno pro­posto di attrezzare le nuove macchine con questo poten­tissimo software e abbiamo immediatamente notato la differenza: un aumento significativo della efficienza, mac­chine costantemente monitorate, drastica riduzione dei “fermo macchina”. Pensi che, statistiche alla mano, grazie a questa piattaforma le interruzioni della produzione sono calate di ben il 91 per cento!”.

Come siete arrivati a questa “scelta strategica”?

“Come le dicevo abbiamo sempre amato la tecnologia, rendendoci conto dei vantaggi che poteva offrirci. Se ne accorse già mio padre, quando iniziò a produrre i primi espositori per piastrelle con una “punto-punto” di Biesse. La produttività iniziò a crescere e, a poco a poco, il suc­cesso di questa attività ci convinse che potevamo lasciare il resto: chiudemmo lo store e nei primi anni del Duemila ci trasferimmo a Sant’Antonino, frazione di Villalunga di Reggio Emilia dove siamo tutt’ora, in un capannone di duemila metri quadrati.

Sembravano tantissimi allora, ma in poco tempo ci ritro­vammo a comperare un altro capannone e poi un altro an­cora, fino alla situazione attuale. Siamo passati da 8 a 30 addetti e negli ultimi dieci anni la crescita è stata conti­nua, con solo qualche momento di stasi. La parte più si­gnificativa del fatturato arriva dal settore ceramico, espositori che non vendiamo più solo in Italia, ma anche in Europa e in modo sempre più significativo negli Stati Uniti. I nostri espositori arrivano, direttamente o tramite i produttori di ceramiche nostri clienti, in mezzo mondo e questo ci ha portato a creare un ufficio che segue gli aspetti normativi in tutti i Paesi dove siamo presenti. Per noi che trasformiamo soprattutto pannelli, non sarebbe stato possibile tutto ciò se non avessimo avuto a disposi­zione questo spazio…”.

Crescere impone scelte precise…

“Indubbiamente. Molte. Fortunatamente abbiamo pianifi­cato la nostra crescita per tempo, sapendo che macchine più performanti ci avrebbero aiutato. Anche perché noi facciamo tutto al nostro interno – tranne la verniciatura – dal pannello grezzo al prodotto finito, grazie a una orga­nizzazione completa che inizia dalla progettazione del­l’espositore, da quest’anno anche in realtà virtuale!

Il rapporto con Biesse è oramai di lunga data e possiamo dire che sono sempre stati al nostro fianco in questo cam­mino: abbiamo acquistato da loro una imballatrice “Comil”, una sezionatrice “Selco Wna”, un centro di lavoro “Rover 347 Excel” a due teste e cinque assi, una  

mac­china così performante che spesso novi potenziali clienti di Biesse vengono a vederla al lavoro. Abbiamo sempre avuto bordatrici Biesse: l’ultima, una “Stream”, è dotata di scarico automatico, proprio per far fronte all’aumento delle richieste. Abbiamo una seconda bordatrice, una “Akron”, e un secondo centro di lavoro “Rover A 15 32”. Ebbene sulle ultime macchine abbiamo installato “So­phia”, una scelta che se non ricordo male risale al 2017, quando la piattaforma era ancora estremamente giovane. Credo che Spallanzani sia stato una sorta di “beta tester”, ma ci siamo subito resi conto che il gioco valeva la can­dela, perchè a ogni miglioramento, a ogni perfeziona­mento il nostro lavoro diventava più efficace e redditizio. Una tecnologia estremamente funzionale soprattutto per chi, come noi, ama le proprie macchine, oltre che il proprio lavoro. Tutte le nostre macchine Biesse sono coperte da un contratto di manutenzione preventiva, il che significa che un tecnico viene a trovarci e fa tutti i controlli e gli in­terventi necessari per garantirci la massima tranquillità. Su tre di queste macchine è installato “Sophia” e la cosa incredibile è che si accorgono a Pesaro se c’è qualcosa da controllare, qualche intervento da fare! Sono loro che, in caso di necessità, chiamano il nostro operatore aprendo una segnalazione o più semplicemente consigliando una certa regolazione. Tutto è diventato molto più rapido, le  macchine sono costantemente controllate e in questo modo abbiamo praticamente cancellato quella che era la nostra preoccupazione principale, ovvero il dover fermare la produzione per qualche guasto o intervento straordi­nario di manutenzione.

Con Biesse abbiamo imparato che quando si acquista una macchina bisogna pensare al post-vendita, alla sua gestione. Tutte le nostre macchine sono connesse, ma quelle con “Sophia” sono costantemente monitorate, 24 ore su 24, e possiamo renderci conto di persona cosa questo significhi, quali vantaggi, quale tranquillità ci ga­rantisca: possiamo sempre contare su tecnici che in pochi istanti possono controllare la situazione e darci una ri­sposta, garantendoci la priorità che il nostro contratto post vendita prevede.

Abbiamo fatto poca fatica a comprendere che poter di­sporre di una tecnologia non significa avere acquistato una macchina, ma poter disporre di un servizio che ne garantisca il massimo e migliore funzionamento.

Senza dimenticare la reportistica: basta che mi sieda al computer o che consulti il mio smartphone per sapere cosa stanno facendo le mie macchine, quanti pezzi hanno prodotto nella giornata, nella settimana o nel mese e quanti metri ho bordato, passando le informazioni diret­tamente in contabilità per la fatturazione. E se per caso qualcosa non funziona o un pezzo sta arrivando a un li­vello di usura tale da consigliare la sostituzione, con le app di “Sophia” ci colleghiamo con il centro ricambi, se­lezioniamo con pochi gesti il pezzo che ci serve e lo ordi­niamo, sempre potendoci avvalere di un contatto diretto con un operatore”.

Non ci dica che tutto è stato così semplice come ce lo sta raccontando…

“E invece sì: noi siamo una famiglia di falegnami da ge­nerazioni, eppure quando entra in azienda non sembra di essere in una falegnameria: ci sono persone in camice che producono attraverso lo schermo di un computer. Il nostro ultimo falegname, nel senso classico del termine, è andato in pensione sei o sette anni fa… le macchine tra­dizionali le abbiamo portate via, perché occupavano solo spazio. Se abbiamo bisogno di segatura dobbiamo andare a comperarla, perché l’aspirazione è particolarmente ef­ficiente e lavoriamo praticamente solo mdf. E se un cliente viene a trovarci e ci spiega cosa ha in mente, in poco tempo gli mostriamo un prototipo dell’espositore a cui sta pensando…”.

“Siamo anche green e teniamo moltissimo a limitare il no­stro impatto sull’ambiente”; prosegue Marco Spallanzani. “Tutte le macchine sono collegate a un impianto di aspi­razione centralizzato, utilizziamo luci a led attivate da sen­sori di movimento, tutti nostri rifiuti sono differenziati, abbiamo un efficace impianto fotovoltaico e stiamo pas­sando all’elettrico anche per il riscaldamento, dal mo­mento che l’ottimizzazione dell’uso della materia prima ha ridotto al lumicino gli scarti.

Dal punto di vista del prodotto stiamo puntando molto sulla personalizzazione più spinta… se non avessimo in­vestito in macchine “ad alta performance” non avremmo nemmeno potuto pensarci. Dobbiamo essere flessibili, at­tenti, propositivi, perché la concorrenza è forte. In tutto questo Biesse è un partner tecnologico strategico, che ci garantisce qualità e affidabilità. Vuole un esempio? Qual­che mese fa, durante un meeting in cui analizzavamo pro­prio alcuni dati emersi da “Sophia”, mi trovai a pensare che in effetti doveva esserci qualche problema, perché nei vari report non c’era traccia di allarmi. Non ci ho messo molto a capire che non dovevo preoccuparmi: in re­altà tutto stava funzionando perfettamente, senza alcun problema!”.

a cura di Luca Ros

L’esperienza di Spallanzani con “Sophia” Biesse ultima modifica: 2020-03-26T13:21:02+00:00 da Luca