Egger: la stabilità dopo la tempesta

Il 2019-2020 parla di undici mesi di crescita e di uno di rallentamento causato dalla pandemia. Direi che possiamo reputarci soddisfatti di quanto fatto, date le difficili condizioni”, spiega Thomas Leissing, portavoce della direzione del gruppo Egger riguardo ai dati della chiusura dell’esercizio finanziario da maggio 2019 ad aprile 2020. “Non era semplice gestire questa situazione, ma siamo riusciti a limitare i danni e rispondere con efficacia anche alle restrizioni imposte dall’emergenza”.

 Nel complesso, i numeri di Egger rimangono stabili e segnano un fatturato di 2,83 miliardi di euro, con un calo dello 0,4 per cento rispetto allo scorso anno, mentre l’Ebitda ha registrato un calo dello 0,1 per cento, attestandosi sui 424 milioni di euro, con un margine pari al 15 per cento (come l’anno precedente). Numeri che, visti alla luce dell’emergenza, permettono al gruppo tedesco di ben sperare per il futuro.
Attualmente non è semplice fare previsioni per il 2021”, ha continuato Leissing. “Siamo in uno stato di incertezza perché siamo legati a doppio filo agli sviluppi dell’emergenza e a eventuali nuove restrizioni, ma la nostra struttura ha retto l’urto e siamo sicuri che la situazione migliorerà”.

 I numeri parlano di un marcato “regionalismo”, con importanti differenze, a livello di vendite, nelle varie aree. Le vendite nell’Europa occidentale sono diminuite, mentre sono aumentate quelle in Europa centrale, orientale e nel Nord America. Nel centro Europa, Egger ha realizzato un fatturato di 886,6 milioni di euro (più 2,8 per cento rispetto all’anno precedente), e ha registrato una crescita del 5,8 per cento anche il fatturato della dell’Europa orientale (886,5 milioni di euro). Se in quasi tutte le zone il gruppo ha registrato un segno positivo, questo non è successo nell’Europa occidentale, la più colpita dalle severe norme restrittive adottate per contrastare la pandemia e dalle chiusure temporanee degli impianti patite in Francia e nel Regno Unito, generando vendite per 663 milioni di euro, ma registrando un calo del 7,1 per cento rispetto al 2018-2019. In Nord America il fatturato è aumentato del 14,2 per cento toccando quota 137,3 milioni di euro. I pavimenti in legno, con un fatturato di 441 milioni di euro, hanno registrato un calo dell’1,3 per cento rispetto all’anno precedente.

Gli altri segmenti – che includono la segheria di Brilon, in Germania, divisioni indipendenti minori e altre funzioni del gruppo – hanno generato un fatturato totale di 173,7 milioni di euro. Anche l’andamento degli utili è, chiaramente, variato e sono calati nel mese di aprile.

Se a livello di fatturato c’è stato un calo, Egger non ha comunque smesso di investire, aumentando la sua forza lavoro e superando i 10mila dipendenti, sfiorando quasi i 9 milioni di metri cubi di materiali a base di legno lavorati, e aggiungendo nuovi stabilimenti: un impianto di produzione a Biskupiec, in Polonia, e il ventesimo impianto a Lexington, in North Carolina, inaugurato proprio recentemente e che rappresenta il primo nel Nord America per il gruppo tedesco. “Per il 2021 noi siamo ottimisti”, ha dichiarato Ulrich Bühler della direzione vendite e marketing. “Abbiamo adottato misure rapide ed efficaci e ci siamo dimostrati un partner affidabile”. La stabilità dopo la tempesta.

Egger: la stabilità dopo la tempesta ultima modifica: 2020-10-15T09:00:04+00:00 da Francesco Inverso