Forgia Prandi: nella fucina del dio Vulcano

L’antica arte della forgia, patrimonio del territorio e della cultura montana, si conserva ancora a Primaluna, in Valsassina. Qui una impresa a conduzione famigliare rinomata nel mondo, produce asce, accette e mazze per lo spacco della legna da ardere che sono diventate sinonimo di qualità ed efficienza.

Nell’incantevole scenario della Valsassina, meta di villeggiatura sopra Lecco, a un’ora da Milano, si è sviluppata nel secolo scorso un’illustre tradizione di piccole forge artigianali per la lavorazione del ferro. È qui che è nata, nel villaggio di Primaluna, la Prandi & C. srl Benefit, azienda famigliare fondata da Carlo Prandi e giunta alla terza generazione che si è specializzata nella produzione di asce e accette di alta qualità che sono apprezzate anche all’estero. Perfino in Canada, Svezia, Finlandia e Norvegia che sono i Paesi in cui più è sviluppata l’economia sostenibile del taglio della legna, sia da ardere che per fini costruttivi e di arredamento rustico. Visitare la sede della Prandi è un po’ come entrare nella fucina del dio Vulcano per assistere alla creazione di manufatti che ci parlano dell’uomo, del suo lavoro e delle sue tradizioni legate al legno e al fuoco. Fin dagli albori dei tempi, infatti, l’uomo ha temuto e adorato questo elemento naturale associato al dio Sole, secondo gli antichi Greci uno dei quattro elmenti da cui trae origine ogni sostanza che compone la materia. È attraverso la cultura tecnica che la nostra specie riuscì a dominare la furia distruttrice ignea, come testimonia il mito di Vulcano (l’Efesto dei greci), Dio del fuoco, delle fucine e della metallurgia. Questa cultura tecnica, che si è tramandata di generazione in generazione fino a noi, preziosa come il dono del fuoco fatto dagli dèi ai mortali, la ritroviamo in una terra antica e dai valori autentici come la Valsassina.

Ne parliamo con Carla Paroli che, insieme al cugino Alberto, porta avanti l’attività di famiglia.
“Il nostro segreto è la passione che mettiamo nel nostro lavoro, la stessa che aveva nonno Carlo quando, alla fine degli anni Sessanta (1969), rilevò una piccola forgia locale che produceva martelli e fondò la Prandi. Carlo gestiva due consorzi agrari a Introbio e Barzio per la vendita di mangimi, piante e sementi e quindi era già ben inserito nel mondo agricolo e forestale della Valsassina. Si lanciò con entusiasmo nella nuova attività. Nel 1977, quando purtroppo venne a mancare, la ditta passò nelle mani dei figli Andrea e Paolo, i miei zii, e di mio papà Erino Paroli. Infine, nel 2005, Alberto ed io abbiamo ereditato l’azienda sviluppandone l’attività e iniziando – qualche anno più tardi, nel 20212 – a produrre non più solo conto terzi, ma con il marchio Prandi.
Una mossa coraggiosa, vista la difficile congiuntura economica, ma che ci ha regalato grandi soddisfazioni, permettendoci di farci conoscere a livello internazionale. Oggi, infatti, le nostre asce, accette e mazze per il taglio alberi e lo spacco legna sono richieste in tutti i continenti, dal Canada ai Paesi nordici, dall’Africa all’America. Perfino in Giappone, dove i prodotti Prandi sono molto apprezzati sia per la loro qualità che per la storia che hanno alle loro spalle, una storia che affonda le sue radici nelle tradizioni di famiglia e della Valsassina”. 

Carla Paroli

Come mai nonno Carlo decise di fondare un’azienda specializzata proprio nella produzione di asce e mazze? E qual è stato il segreto del suo successo che vi ha permesso, negli ultimi cinquant’anni, di crescere fino ad affermarvi sul mercato globale?
“Niente nasce per caso: per noi valligiani l’ascia è uno strumento molto familiare. Fin da bambini siamo abituati a vederla e posso dire che in ogni casa c’è un’ascia passata di padre in figlio che ci richiama alle nostre tradizioni. È un importante strumento di lavoro, soprattutto una volta, cioè fino a una trentina d’anni fa, quando i carpentieri costruivano ancora a mano i tetti in legno delle case. A quell’epoca non c’era ancora quella mentalità consumistica sfrenata per cui un utensile danneggiato viene subito buttato via per comprarne un altro: si cercavano asce durevoli e poteva succedere che si arrivasse a fine carriera addirittura con la stessa ascia con cui si aveva iniziato.
La Prandi ha voluto conservare questa idea di uno strumento che “attraversa il tempo”, producendo scuri, mazze e accette realizzate con materiali duraturi e fornendo al cliente manici di ricambio e accessori per una corretta manutenzione, come le pietre per affilare la lama, i foderi per le scuri, l’olio di semi di lino per nutrire il manico di legno e allungargli la vita. Certo, oggi la richiesta di asce per il taglio legna è diminuita, specialmente in Italia. Il 90 per cento del nostro fatturato è sull’estero, posizionato su una fascia medio-alta, sia ad uso professionale che hobbistico”.  

Visitando la vostra forgia e vedendo la vostra passione si ha la sensazione che produciate qualcosa di più che semplici strumenti…
“L’ascia, come il fuoco che le dà forma, ha avuto un duplice significato nel corso della storia dell’uomo. È stata un’arma che provoca la morte ma anche un utensile che dà la vita, in quanto procura la legna che permette di scaldare la casa, di costruire per proteggersi dal freddo e sopravvivere. Grazie a questo strumento il fuoco è stato “addomesticato” e identificato non più con le minacciose divinità guerriere, ma con le divinità familiari del focolare domestico. È in questa ambivalenza simbolica che risiede il fascino delle asce”.

Come le realizzate?
“I nostri utensili sono fabbricati per raggiungere i massimi standard qualitativi, nel pieno rispetto della tradizione del territorio di destinazione. Selezioniamo e lavoriamo solo acciai di primissima qualità. Grazie a un parco macchine all’avanguardia svolgiamo internamente tutti i processi produttivi dalla realizzazione degli stampi alla forgiatura a caldo, dalla sabbiatura e il trattamento termico alla smerigliatura e affilatura, fino alla verniciatura, l’assemblaggio del manico, la marcatura, l’etichettatura e l’imballo. La flessibilità della nostra struttura, l’esperienza di oltre mezzo secolo e la costante ricerca d’innovazione ci permettono di produrre attrezzi al top di gamma con più di 150 modelli”.

Quali sono i nuovi sbocchi di mercato dei vostri prodotti?
“La qualità è molto apprezzata da chi usa l’ascia da campeggio e per i corsi di sopravvivenza, il cosiddetto bushcraft, una pratica di ritorno alla vita nella natura che si è diffusa di recente, soprattutto negli Usa, ma anche da noi.
Il mercato giapponese, in particolare, ci richiede invece un prodotto personalizzato, con un tocco di colore o una scritta sul manico che renda l’ascia riconoscibile. In espansione, soprattutto negli Usa, è anche il mercato delle asce da lancio. Molti sportivi professionisti apprezzano le nostre asce dalle lame ben affilate e i manici perfettamente bilanciati e resistenti.
Per Alessandro Ciaponi, un atleta di Talamona che si cimenta nelle gare di spacco tronchi, abbiamo realizzato un’ascia personalizzata. Inoltre abbiamo asce a edizione limitata, come quelle con il manico in simil radica, carbonio o a disegno mimetico”.

Quanto è rimasto oggi di una cultura in qualche modo arcaica, legata al fuoco e alla legna da ardere nell’era della tecnologia e del consumismo?
“In Valsassina si è sviluppata nel secolo scorso la lavorazione del ferro perché già in passato c’erano le miniere di carbone e gli altiforni. Diverse aziende fabbricavano martelli, punte e scalpelli, altre producevano flange, ossia gli anelli forati di metallo che si usano per unire i tubi dei gasdotti e metanodotti del settore petrolifero.
La nostra famiglia scelse di specializzarsi nella forgiatura di asce, quando già avevamo iniziato a lavorare con clienti europei, perché il territorio aveva bisogno di strumenti per abbattere alberi e ripulire i boschi, cioè di strumenti di lavoro. In Valsassina, infatti, è ancora assai diffuso nelle case e nelle baite il riscaldamento a legna con stufe e caminetti e sono spesso presenti le cucine a legna, sia quelle a cerchi per inserire il paiolo della polenta, che quelle a piastra. Ci siamo perfezionati, evolvendoci sempre più sia in termini di materiali che di macchinari e di progettazione”.

Avete contribuito all’affermazione del “made in Italy” nel mondo: come siete riusciti a competere con marchi stranieri che hanno una lunga tradizione nella produzione di asce e accette?
“Il rapporto qualità-prezzo è la carta vincente e ci ha permesso da una parte di confrontarci ad armi pari con i marchi più prestigiosi e dall’altra di distinguerci dai prodotti mass-market dei mercati indiano e cinese. Offriamo prodotti di alta gamma a prezzi comunque accessibili. Il nostro fiore all’occhiello è il trattamento termico delle asce che permette di dare la giusta durezza alla lama, la parte che va a lavorare nel legno e si rovina più facilmente.
Solo l’utilizzo nel tempo fa capire se un’ascia è ben temprata. Bisogna utilizzare materiali di qualità nel produrla. Le billette (barre di acciaio al carbonio, ndr.) vengono tagliate a spezzoni, scaldate a temperature di 1200/1300 gradi, forgiate e stampate creando l’”occhio” dell’accetta, il foro in cui viene inserito il manico.
Si passa poi al trattamento termico e alla lucidatura, per permettere alla lama di scivolare e fendere meglio il legno, per finire poi con l’affilatura del tagliente, che viene fatta ancora oggi rigorosamente a mano. Anche la produzione dei manici in legno di frassino, faggio ed  hickory è al cento per cento made in Italy”.

Per concludere: qual è stata la vostra più grande soddisfazione?
“Avere ampliato l’attività mantenendo sempre l’identità aziendale e lo spirito degli inizi. Ci siamo riusciti trasformandoci quest’anno da società di persone in una società benefit, una forma che ci permette di mantenere un rapporto molto stretto con il territorio. Da statuto, infatti, abbiamo deciso di devolvere almeno il 3 per cento del nostro utile per iniziative sociali nella nostra zona e fornendo alle associazioni gli attrezzi per eseguire la pulizia dei nostri boschi e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Anche questo è un modo per rimanere fedeli alla grande tradizione di famiglia che ha fatto della Prandi, una delle forge artigianali di asce più apprezzate al mondo”.

A cura di Massimo Bargna

a-prandi.it

Forgia Prandi: nella fucina del dio Vulcano ultima modifica: 2023-01-23T14:27:51+00:00 da Francesco Inverso