Oltre 140mila metri quadrati di spazio espositivo, il più grande di sempre, al punto da costringere gli organizzatori a ricorrere anche al padiglione 12.1. Ben 1.269 espositori da 35 Paesi (l’11 per cento in più rispetto alla precedente edizione), con numerosi arrivi da Germania, Italia, Belgio, Spagna, Cile, Finlandia, Stati Uniti, Canada, Russia, Turchia… Bene anche sul versante dei visitatori: sono stati 67.270 gli operatori arrivati a Guangzhou, Cina, da 140 Paesi per aggiornarsi sulle ultime novità in tema di tecnologie per l’industria del mobile e del legno, forniture, semilavorati, tecnologie e materiali per gli imbottiti.
Interzum Guangzhou (www.interzum-guangzhou.com) – che si è svolto in contemporanea con Ciff-China International Furniture Fair – è nato una dozzina di anni fa dalla collaborazione fra Koelnmesse Gmbh e il Cina Foreign Trade Centre Group e ha saputo consolidare il proprio ruolo, anno dopo anno, affermandosi come l’appuntamento più importante del settore in questo grande mercato.
“La Cina è indubbiamente il più importante produttore mondiali di arredi, maturando la capacità di offrire al mercato mondiale una vasta gamma di soluzioni e di stili diversi”, ha commentato Michael Dreyer, Vice President Asia Pacific di Koelnmesse GmbH. “Uno sviluppo accompagnato dalla crescita di Cifm/Interzum Guangzhou, oggi certamente la più importante piattaforma dove domanda e offerta possono incontrarsi creando nuove opportunità di business per la Cina, per l’Asia e per il mondo”.
Diversi i padiglioni occupati da Interzum Guangzhou, purtroppo ai due opposti del gigantesco quartiere fieristico cantonese: nei padiglioni 14, 15 e 16 il mondo delle forniture e dei semilavorati, nei padiglioni dal 9 al 13 le tecnologie. A Interzum Guangzhou il compito di gestire le presenze “non cinesi”, ovvero di offrire una spazio espositivo e servizi comparabili agli standard europei.
Abbiamo visitato la rassegna, svoltasi dal 28 marzo al primo aprile scorso, per la prima volta. Ci siamo trovati di fronte a un gigantesco evento che effettivamente rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane e, più in generale, per le imprese straniere che vogliono esportare in questa parte del mondo. E non è un caso, a nostro avviso, che i partner cinesi abbiano scelto di essere affiancati da Koelnmesse nella organizzazione di questa importante “sezione internazionale”, così come ci pare di rilievo sottolineare la presenza di diverse “collettive nazionali”, fra cui una partecipazione firmata da Ice-Agenzia per il commercio estero e Acimall, l’associazione dei costruttori italiani di tecnologia, che a dire il vero non ha avuto il successo che avrebbe meritato.
Purtroppo una serie di ritardi (dovuti alla non certo semplice stagione economica attraversata dal settore) e il costume fortemente italico di prenotare lo spazio a una fiera solo all’ultimo momento (una consuetudine che generalmente non coincide con la necessità degli organizzatori di gestire al meglio lo spazio che vendono, specialmente se si tratta di fiere particolarmente attrattive come Interzum Guangzhou) non hanno permesso di accogliere molte adesioni. Ma, come leggerete fra poco, stiamo parlando del primo episodio di una storia che potrebbe avere ben più corposi sviluppi.
Un altro punto che ci piace approfondire: lo stand Ice-Acimall ha occupato una sessantina di metri quadrati. Altri quattrocento, se non andiamo errati, sono stati occupati dalla presenza di espositori diretti del “made in Italy”. Tutti gli altri erano a Guangzhou attraverso rivenditori o filiali locali. Fatto salvi questi ultimi, per gli altri ha regnato una sorta di “invisibilità”, perché la formula scelta di fatto non permette di apparire nel catalogo come espositori. Il risultato è che di imprese, di tecnologie e prodotti italiani a Guangzhou ce n’erano e tanti, ma non sempre era facile individuare le nostre proposte. Ben più evidenti, ben più percepibili le presenze di altre collettive: Germania, Spagna, Cile, Turchia, Usa/Canada… Peccato.
Partecipare attraverso rivenditori cinesi è scelta legittima ed efficace, ma ciò spesso, molto spesso, significa che per l’azienda o il gruppo italiano non ci sia nemmeno – come già accennato – una riga sul catalogo della rassegna, quasi non avessero nemmeno partecipato. L’Italia merita una maggiore visibilità, lo ribadiamo, una questione a cui pare si possa ovviare presto perché gli organizzatori, Koelnmesse Italia in primis, stanno studiando il modo per far sì che ogni partecipante, indipendentemente dalla formula scelta per essere a Canton, sia regolarmente e visibilmente iscritto a catalogo, al costo di qualche decina di euro…
Ma la cosa indubbiamente più importante è stato il constatare la soddisfazione degli espositori italiani che hanno visto tanti visitatori e instaurato numerosissimi contatti non solo con un mercato davvero enorme, ma anche con tutta una serie di buyers che non mancano di arrivare da queste parti, fra cui molti statunitensi, australiani… d’altra parte basta guardare il mappamondo da un altro punto di osservazione per vedere che Guangzhou non è poi così distante da loro…
“Sono visitatori che a Colonia non verrebbero o dove comunque non manderebbero più persone, ma al massimo uno o due rappresentanti”, ci spiega Thomas Rosolia, amministratore delegato di Koelnmesse Italia. “Il successo della nostra fiera a Guangzhou non è certo un problema per Interzum Colonia: mondi diversi, fiere differenti, un pubblico diverso… una fiera che funziona molto bene, alla quale molti espositori partecipano da diversi edizioni, proprio perché ne toccano con mano l’efficacia e ne fanno un importante strumento per consolidare la propria presenza in questo mercato. Non solo: che i tassi di crescita della economia cinese non siano quelli del passato non toglie nulla alle enormi possibilità che chi vi opera si trova di fronte, interlocutori sempre più alla ricerca di partner che sappiano dare loro l’alta qualità, interessati a prodotti, componenti, tecnologie di livello”.
VIVA L’ITALIA!
Paolo Quattrocchi è il direttore dell’ufficio Ice di Canton. Con lui abbiamo fatto quattro chiacchiere sulla fiera, sulla Cina, su cosa potrebbe riservare il prossimo futuro.
“Sono in Cina da poco più di un anno – ci dice Quattrocchi – e questa è la mia prima esperienza nel mondo delle tecnologie e delle forniture per il mobile. Ed è la prima volta che ci presentiamo con un padiglione nazionale perchè, insieme con l’associazione di categoria Acimall, vogliamo costruire le basi per un futuro di ancora maggiori soddisfazioni per le imprese italiane del comparto.
Vogliamo avviare una presenza forte e stabile, un progetto a medio termine per il quale anche la collaborazione con Koelnmesse, e con la filiale italiana in primis, sarà preziosissima”.
“Abbiamo gettato un seme”, ha proseguito Quattrocchi. “Continuiamo a essere uno dei più forti partner della Cina e non solo nelle tecnologie per il legno, un motivo di grande e concreta soddisfazione per la qualità italiana.
D’altra parte tutti sappiamo quanti e quali balzi in avanti abbia compiuto la Cina negli ultimi decenni, lo sviluppo dell’industria nazionale, la nuova coscienza verso standard qualitativi sempre più elevati… Per le nostre imprese il compito di essere sempre un passo avanti in termini di innovazione, continuità, qualità complessiva e di continuare a proporsi come partner di riferimento per chi è alla ricerca dell’eccellenza assoluta.
In termini più generali posso dirle che le imprese italiane in Cina investono molto (da alcuni dati risulta addirittura che le nostre imprese investano più del doppio di quanto non facciano le aziende cinesi in Italia, ndr.). Una attenzione a cui certamente i nostri imprenditori guardano come una opportunità per compensare andamenti meno positivi in altri mercati del mondo, perchè la Cina oggi è indubbiamente una realtà consolidata, con forti radici e un potenziale elevatissimo, dettato dai numeri di questo grandissimo Paese, di una popolazione di oltre 1,3 miliardi di persone, della volontà sempre più diffusa di poter avvicinare uno stile di vita diverso, migliore…
A ciò si aggiungono le politiche governative, tese a ridurre le differenze che ancora esistono fra città e aree rurali a livello di istruzione, di sanità, di accesso ai servizi; un generale orientamento verso l’Occidente, se posso definirlo così, che non può che essere il terreno ideale su cui costruire gli ulteriori successi delle nostre imprese”.
E c’è un altro argomento sul tavolo che potrebbe portare “buone nuove”, ovvero la necessità di affrontare la “questione ambiente”. “Anche in questo ambito si preannunciano cambiamenti”, ci racconta il direttore di Ice Canton. “Per quanto ancora non esista un corpo di regolamenti e disposizioni così stringente come in Europa o in altri paesi del mondo è indubbio che ci sia la volontà, la necessità di ridurre l’impatto di ogni attività economica sull’ambiente: sono stato invitato a diverse inaugurazioni di nuovi insediamenti sia produttivi che residenziali e ovunque ho avuto prova del perseguimento di nuovi standard, assolutamente in linea con i dettami internazionali. Tutto questo potrebbe creare altre nuove opportunità per le imprese italiane, da sempre capaci di proporre soluzioni meno inquinanti, meno energivore, più attente al corretto impiego delle risorse disponibili. A patto – conclude Quattrocchi – di avere la volontà di lavorare in Cina investendo in una presenza strutturata, che offre indubbiamente maggiori opportunità di successo: la Cina richiede impegno, costanza, progettualità, convinzione, una strategia il più possibile definita e coerente”.
Cifm/Interzum Guangzhou 2015
si conclude con nuovi record
ultima modifica: 2015-07-15T00:00:00+00:00
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