Comec Group: 50 anni di una storia fatta di passione e competenza

Raccontare un traguardo così importante, cercare di riassumere cinque decenni di storia non solo è difficile, ma forse non rispecchierebbe il carattere, l’impronta dei Come Group e lo stile del suo fondatore, Lucio Bergamasco.

E allora è meglio cominciare dal presente, da quello che si sta facendo anche in questa stagione resa certamente più “complessa” da emergenze sanitarie e preoccupazioni per il futuro: “Abbiamo una serie di consegne in programma e solo la prossima settimana dovremo caricare una quindicina di camion. Prima del lockdown abbiamo messo in cascina una serie importante di ordini e, grazie anche al fatto che diversi nostri clienti erano fra quelli ritenuti “strategici”, abbiamo avuto uno stop di una decina di giorni. Abbiamo quindi lavorato praticamente senza interruzione, onorando tutti i nostri impegni”. Inizia così, con toni assolutamente concreti e diretti, la nostra chiacchierata con Lucio Bergamasco, fondatore del gruppo e ancora oggi alla guida di una realtà che si è fatta di anno in anno più forte, complessa, strutturata.

“Le confesso che non mi è dispiaciuto festeggiare così questo traguardo dei cinquant’anni: avevamo altro in programma, lo ammetto, festeggiamenti che avrebbero coinvolto clienti e partner, ma abbiamo rimandato tutto all’anno prossimo. Intanto continuiamo a fare il nostro lavoro, a mantenere intatta la nostra grande vocazione all’export, che ormai coinvolge quasi tutta la nostra produzione, a essere molto bravi “tecnicamente”. A questo proposito mi permetta di citare Franco Braida, uno dei due vicepresidenti del gruppo, responsabile di tutte le soluzioni tecnologiche e dell’innovazione di prodotto, e Mauro Bramuzzi, anch’egli nel nostro cda e direttore tecnico di Camam. Per un prodotto, per una impresa come la nostra sono figure assolutamente fondamentali!

Tornando al cinquantesimo posso dirle che raccogliamo i frutti di tanti anni di impegno, di creatività, di collaborazioni, di investimenti: possiamo senz’altro dire che siamo un punto di riferimento per il mercato, sia che si parli di macchine singole, stand alone, che di soluzioni integrate, linee complesse anche per le lavorazioni più particolari.
Negli ultimi anni, poi, abbiamo avviato una stagione di profondo e necessario rinnovamento, coinvolgendo altre persone nell’assetto proprietario e investendo in una ristrutturazione del gruppo che non fosse solo formale, ma che ci permettesse di ottimizzare ogni fase del nostro lavoro, con sedi adeguate per ciascuna delle attività del gruppo, per la “capofila” Comec con le sue divisioni “Cnc Wood” e “Technology”; per Camam, dedicata alla produzione della sedia e sviluppa soluzioni specifiche per la troncatura, la levigatura e sistemi automatici di assemblaggio, e per Dlm, la “divisione lavorazioni meccaniche” recentemente potenziata con l’arrivo di tre nuove fresa-alesatrici. Gestiamo al nostro interno ogni particolare dei nostri flussi di produzione, l’intera filiera produttiva, dall’idea alla installazione, occupandoci direttamente di tutte quelle fasi che riteniamo strategiche per arrivare a quella qualità e a quella efficacia che ci ha permesso di essere apprezzati in tutto il mondo.

Negli ultimi due anni abbiamo investito anche nel nostro quartier generale – a San Giovanni al Natisone, in provincia di Udine – e ora abbiamo una nuova palazzina uffici; il nostro “Comec Lab”, che ci consente di organizzare dimostrazioni ma anche collaudi e vendite a distanza; spazi produttivi maggiori, che ci hanno permesso una forte razionalizzazione… oltre 15mila metri quadrati di superficie coperta nella quale abbiamo sistemato, come ho già accennato, molte cose. Ci aspettiamo di poter crescere anche quest’anno, consolidando il nostro fatturato che è attorno ai 15 milioni e andando oltre la soglia degli attuali cento addetti”.

 Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando avete iniziato…

“Tantissima”, prosegue Bergamasco con un sorriso. “E’ banale, ma davvero non avrei mai pensato che saremmo arrivati a tutto questo quando, con tre compagni di avventura, decisi di mettermi in proprio, di cogliere le opportunità che un fiorente “Distretto della sedia” allora ci offriva. Fu proprio dalla sedia che nacque la nostra vocazione nell’immaginare e costruire macchine speciali per il legno: ci trovavamo nel cuore di un distretto che faceva letteralmente sedere mezzo mondo e noi non siamo rimasti a guardare. Abbiamo costruito le prime macchine, incontrato i primi clienti, capendo ben presto che dovevamo comunque andare oltre la sedia e in questo ci aiuto un distributore che ci mise in contatto con alcuni kombinat della ex-Jugoslavia, dove abbiamo potuto metterci alla prova e diversificare le nostre conoscenze, le nostre capacità in macchine diverse.

Quella scelta fatta negli anni Ottanta ci ha permesso di guardare verso orizzonti più ampi e quando è arrivata la crisi della sedia noi avevamo comunque diverse altre possibilità e referenze da far valere nel mercato: fu la nostra salvezza. Ci aiutò molto cominciare a frequentare tutte le fiere più importanti, dalla Spagna alla Russia, dalla Francia alla Germania e poi in tutto il mondo. Entrare in contesti nuovi, farci conoscere da clienti diversi ci ha portato a creare una vastissima serie di macchine e oggi possiamo dire che quando si tratta di fare lavorazioni complesse sul massello, qualunque esse siano, noi siamo sempre nella lista dei possibili fornitori. E, mi lasci dire, sempre nelle primissime posizioni!”.

 “È l’attenzione quotidiana al rapporto con i nostri clienti, il sapere che possono insegnarci sempre molto che hanno dato un enorme contributo al successo del nostro gruppo”, interviene Luca Battistella, direttore commerciale e vicepresidente di Comec Group con il già citato Franco Braida, rappresentanti di quel “ricambio generazionale” a cui toccherà gestire il futuro. “Questa nostra volontà ci ha portato a essere fra gli oramai pochissimi che fanno macchine di alta qualità taylor made, alta tecnologia con produzione sartoriale, perché molte delle nostre macchine sono assolutamente speciali. Abbiamo ovviamente in catalogo una vasta gamma di soluzioni che possiamo definire standard, pronte per essere installate magari con qualche personalizzazione, ma il nostro dna è nel confronto continuo il cliente per capire esattamente cosa produce, come vuole farlo, scendendo in quei dettagli che ci permettono poi di dargli la “sua” macchina: entriamo nei loghi di lavoro, vediamo come funzionano le cose, capiamo quali sono gli obbiettivi e poi, con uno staff di progettazione di prim’ordine.

Negli anni abbiamo costruito una realtà della giusta dimensione per il nostro progetto: non dobbiamo confrontarci con il troppo affollato mondo del pannello e ci siamo costruiti con fatica e passione una credibilità per un prodotto spesso sartoriale nel massiccio. È un terreno perfetto per realtà, come la nostra, ben strutturata, organizzata in ruoli definiti: una organizzazione da grande azienda ma senza il “peso” di una dimensione eccessiva”.

“È la nostra forza”, riprende Lucio Bergamasco. “Una struttura che ci permetta di partire dal rapporto con il cliente e che – passando dalla progettazione, dalla carpenteria, dal cablaggio dei quadri o dal software, un versante sul quale abbiamo davvero investito molto nell’ultimo periodo – arrivi fino alla macchina pronta, installata e collaudata presso il cliente. Siamo, lo ripeto, ben strutturati ma al tempo stesso flessibili quanto serve.

Questa strategia ci ha permesso di sviluppare importanti tecnologie anche nel settore delle porte: ovunque ci siano “pezzi stretti” da lavorare troviamo pane per i nostri denti e in questi ultimi anni è proprio in questi segmenti che abbiamo registrato la crescita più stimolante”.

E il futuro?

“Saremo intelligentemente fedeli a ciò che siamo sempre stati, portando avanti le nostre peculiarità”, ci dice Luca Battistella. “Non mancheremo di standardizzare il più possibile i “moduli” che sono alla base di tutte le nostre macchine, così da poter vantare qualche accento più industriale, ma non tradiremo la nostra vocazione sartoriale.

Non abbiamo ne il bisogno e tantomeno l’interesse di cambiare rotta, coinvolti in una serie di comparti dove le richieste non mancano, così diversi da non farci temere eventuali stop in specifici contesti. E poi è sempre più forte la voglia di avere impianti integrati, dove basta pigiare un bottone per ritrovarsi fra le mani il prodotto che si è progettati. E noi siamo in grado di costruire linee integrate ad altissima automazione, anche perchè trovare bravi operatori o semplicemente ragazzi che abbiano voglia di lavorare nel mondo del legno è diventato ancora più difficile che in passato.

Da qui i nostri investimenti in software sempre più “easy & smart” dell’ultimo decennio, sistemi di gestione e controllo sempre più da “fabbrica automatica”, perché la richiesta più frequente è proprio questa: un processo automatico dove si debba pensare solo a caricare i semilavorati e scaricare gli elementi finiti, macchine e impianti perfettamente integrati nell’“organismo fabbrica” da ogni punto di vista… stiamo davvero lavorando molto su questi aspetti, un impegno reso ancora più coinvolgente dal fatto che ciascun cliente ha esigenze peculiari”.

E i mercati?

“Il cambiamento è continuo e ciò rende quasi impossibile prevedere quali Paesi daranno maggiori soddisfazioni o cosa potrebbero richiederci: gli Stati Uniti sono sempre stati una splendida realtà, ma vediamo un rallentamento… Cina ed Est Europa sono i “mercati tradizionali” che potranno dare buoni risultati; la Francia si sta muovendo piuttosto bene, mentre c’è ancora molto da fare in Spagna. In tutti questi anni abbiamo costruito una rete di agenti e rappresentanti grazie ai quali copriamo oltre cinquanta Paesi, con cinque area manager che coordinano il lavoro in tutto il mondo. Vede, a oggi possiamo vantare un portafoglio di più di duemila clienti con oltre 20mila macchine installate: se non ci si è organizzati per tempo tutto questo può rappresentare una situazione esplosiva. Abbiamo governato la crescita, costruito una serie di relazioni che ci consentono di essere presenti in molti Paesi e non in due, tre aree che alla prima crisi potrebbero “chiudere” privandoci di ogni sbocco.

C’è un altro capitolo sul quale stiamo lavorando, ovvero il potenziare ulteriormente il nostro “Comec Lab”, visto che ora – come le abbiamo già detto – abbiamo lo spazio necessario: l’emergenza sanitaria che purtroppo stiamo ancora vivendo ci ha insegnato molto, ha dimostrato come si debba essere pronti a relazionarsi con clienti e fornitori con modalità diverse dal prendere l’aereo e andare a trovarli. Prioritario poter mostrare da remoto come lavora una macchina, quali vantaggi offre, come trasforma il pezzo che il cliente ci ha spedito magari il giorno prima. Ecco uno dei primi impegni per i prossimi cinquant’anni: essere sempre “con” i nostri clienti, in modo efficace, economico e sostenibile, grazie a uno spazio tecnico dove sia sempre possibile e in tempi brevissimi aprire una finestra sulle nostre macchine e mostrare on line quanto sono belle, produttive, intelligenti”.

“Siamo pronti a investire sul futuro”, conclude Lucio Bergamasco. “Crediamo molto anche nella responsabilità sociale dell’essere imprenditori, nel dover garantire un futuro a quanti lavorano con noi, a quanti producono con le nostre macchine un futuro migliore. Questo è sempre stato alla base del nostro lavoro e continuerà a esserlo…”.

Comec Group: 50 anni di una storia fatta di passione e competenza ultima modifica: 2020-09-16T13:36:13+00:00 da Francesco Inverso