Dalso: dal Triveneto all’Europa

La storia di Dalso, dalle sue origini nel cuore del Triveneto all’espansione nel resto del mondo, raccontata da Lucio Dal Soglio, che dell’azienda non è solo il fondatore, ma il cuore pulsante.

Essere “triveneti” per noi non è solo un riferimento geografico. È un modo di lavorare, di vivere e di essere che è alla base del nostro modo di vedere l’impresa e il lavoro. Essere “triveneti”, per noi, vuol dire sapere che ogni difficoltà si può superare solo con il lavoro e lo spirito di sacrificio. Negli anni abbiamo affrontato tutto questo: dai sacrifici dell’inizio alla gioia del successo sempre con la stessa filosofia: non fermarsi, non arrendersi e non mollare”.
La storia di Dalso parte da lontano, come da lontano parte quella del suo fondatore, Lucio Dal Soglio, dal 1984, quando ancora giovanissimo cominciò il suo percorso di apprendimento nel mondo dell’automazione, salendo tutti i gradini della scala che oggi ha portato la sua azienda, nata nel 2001, a essere una delle realtà più interessanti nel mondo dell’automazione e con ampi margini di crescita.

Lucio Dal Soglio

Un’azienda che nasce dall’esperienza maturata e da un concetto chiaro, semplice, ma tremendamente efficace: lo spirito di sacrificio, la consapevolezza che ogni scalata, anche la più ambiziosa, partirà sempre dal primo gradino. “Quando sono entrato nel mondo del lavoro, nel 1984, sono partito dal basso, mi sono messo in gioco fin dall’inizio e non ho mai avuto paura della fatica o di affrontare una strada lunga. Ho salito ogni gradino con attenzione, compiendo ogni sacrificio, come poteva essere rinunciare a giocare a calcio per un ragazzo di appena vent’anni, per dedicarmi a quella che non è solo un lavoro, ma la passione di una vita. Ho imparato sul campo che cosa volesse dire il concetto di automazione, ho imparato lavorando a stretto contatto, prima da dipendente e poi da imprenditore, come amministrare un’azienda, come comprendere le esigenze di ogni cliente e l’importanza di non fermarsi ai primi successi, ma continuare a guardare avanti, fissando nuovi obiettivi. Perché per me e per Dalso è importante continuare a essere ambiziosi, sempre con la consapevolezza che il duro lavoro è la cartina tornasole di ogni iniziativa. Se si lavora bene, se ci si impegna al cento per cento non esiste traguardo irraggiungibile”.

Una filosofia aziendale che nasce e cresce nel Triveneto, ma si espande a macchia d’olio molto rapidamente, per superare i confini nazionali e portare Dalso a esportare i propri prodotti e il proprio know-how anche all’estero, dopo quasi vent’anni di attività.
Se mi guardo indietro – riflette Lucio Dal Soglio – non riesco a capacitarmi di come il tempo sia passato rapidamente. Non mi sono mai fermato. Quando mi misi in proprio, nel 2001, il mondo dell’automazione, ma non solo, era diverso. Oggi abbiamo una serie di nuove tecnologie che ci permettono di realizzare soluzioni che solo una decina di anni fa sarebbero state impensabili. Se dovessi indicare i momenti più importanti nella crescita di Dalso partirei dal 2015, quando abbiamo cambiato sede e ci siamo trasferiti in quella attuale, uno stabilimento di circa 4mila metri quadrati di superficie. L’anno successivo, invece, abbiamo puntato a trasformare la nostra realtà da “artigianale” a “industriale”, rivoluzionando non solo il nostro organico, ma dedicandoci completamente alla creazione in 3D. È stato un anno di lavoro intenso in cui tutti in azienda hanno dato il loro contributo con grande abnegazione. E i risultati si sono visti, gli sforzi profusi sono stati ripagati e il 2017 ha visto il nostro fatturato quasi raddoppiarsi rispetto all’anno precedente”.

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Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del fare impresa nel Triveneto?
“Dobbiamo ammettere che fare impresa nel Triveneto, in un distretto così ricco di realtà industriali, è una bella spinta, specialmente nella fase iniziale, perché permette di non dover “fare tutto da sé” all’interno del proprio stabilimento, ma di basarsi sull’outsourcing, di affidarsi anche alle collaborazioni con altre aziende, ricercare i prodotti, avere i fornitori non troppo distanti. Questo è un vantaggio da non sottovalutare.
Certo, ogni medaglia ha due facce, e lavorare in una zona così competitiva ha anche i suoi svantaggi, soprattutto nella ricerca del personale. Tante realtà, tante aziende di livello, ma un numero limitato di lavoratori. Questo probabilmente è il vero “problema” del lavorare in una zona come il Triveneto. Le realtà e le possibilità sono tante e negli ultimi anni il sistema scolastico è andato sempre di più verso un tipo di studi diversi da quelli che possono servire nel nostro settore. Noi fatichiamo, come gli altri, a trovare dei periti elettronici per esempio. Guardando al futuro, oggi si riesce a sopperire in qualche modo, ma se questo trend continuerà sarà sempre più difficile completare l’organico per le aziende del Triveneto”.

La competizione ha reso difficile anche il “fare squadra” o stabilire partnership con le altre azienda?
“Per quanto riguarda Dalso non direi. Occupandoci noi di automazione, non entriamo direttamente in competizione con i grandi produttori di macchine, ma lavoriamo in sinergia con loro e questo rapporto è fondamentale sia per noi, per fornire una soluzione sempre più performante, sia per loro, per trarre il massimo dai nostri prodotti. Certo, sarebbe ancora meglio se si riuscisse a lavorare sempre di più insieme, se si riuscisse davvero a fare gruppo per poter uscire dai nostri confini e andare all’estero a sfidare i colossi europei con delle realtà unite e strutturate, senza farsi la guerra e rimanendo coesi. Se questo avvenisse potremmo averne tutti dei benefici, non solo a livello di fatturato, ma anche nell’attirare nuovi investimenti, perché potremmo esportare all’estero non solo i nostri prodotti, ma anche il nostro know-how. Per fare ciò occorre, oltre alla competenza e alle capacità, anche la fiducia reciproca, la voglia di non pensare più come tante piccole realtà, ma ragionare su larga scala. Le aziende italiane sono pronte? Forse non ancora, sicuramente non tutte. Vedremo. Magari nei prossimi anni… ”.  

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 Come ha reagito Dalso alla pandemia?
“La pandemia ci ha creato dei problemi ovviamente, ma rispetto a tante altre realtà fortunatamente noi non abbiamo riscontrato un calo del fatturato o particolari difficoltà, se non quelle legate agli spostamenti, soprattutto per quanto riguarda l’apparato commerciale. Abbiamo continuato a lavorare anche in regime di lockdown, a marzo, perché tra i tanti nostri clienti abbiamo anche realtà produttive essenziali in questo Paese e così abbiamo fatto anche durante le restrizioni di settembre. A marzo, la sera prima della chiusura, ci siamo trovati in azienda con i nostri collaboratori, chiaramente attenti alle misure di sicurezza, mantenendo le distanze e rispettando ogni norma anticovid possibile. Abbiamo preso le attrezzature, ci siamo preparati a eventuali chiusure per non rischiare di non sapere che cosa fare, come procedere, come lavorare nei giorni successivi. Abbiamo compreso la situazione, valutato ogni possibile sviluppo e siamo andati avanti, in attesa che l’emergenza passasse e si potesse tornare a uscire di casa.

Che cos’è per lei l’automazione e com’è cambiato questo mondo negli ultimi vent’anni?
“Se volessimo definire l’automazione oltre le canoniche etichette tecniche, potremmo dire che è un passaggio intermedio, è il collegamento tra più macchine. È il fulcro di un’organizzazione complessa che deve lavorare in totale armonia. Negli ultimi anni le evoluzioni tecnologiche nel campo del digitale hanno portato dei miglioramenti evidenti, non solo dal punto di vista della produzione, ma soprattutto dal punto di vista del costumer care, dell’assistenza post vendita e anche dell’installazione delle macchine. Per farle capire che cosa intendo, le faccio un esempio che ci è avvenuto in questo 2020 durante il primo lockdown. Grazie alle nuove tecnologie siamo riusciti a installare una macchina in Russia direttamente “da casa”, senza spostarci, sfruttando al meglio i nuovi strumenti di comunicazione e i nuovi sistemi di Dalso. Oggi raccontare qualcosa del genere sembra normale, quasi una banalità, ma se ci pensa, se pensiamo a solo quindici anni fa questo è un passo avanti incredibile. Se questo 2020 ha un lato positivo è proprio questo: ci ha fatto capire a che livello siamo arrivati…
Per questo posso dire senza dubbio che l’automazione è il futuro, sia dal punto di vista economico, perché riduce i costi e aumenta l’efficienza, ma anche dal lato umano. Avere delle macchine coordinate, avere un sistema preciso riduce i rischi per il lavoratore, rende più sicuro l’ambiente. Insomma, ne giova l’azienda, consapevole di avere ottimizzato costi e benefici, ne giova il lavoratore, che può lavorare in un totale sicurezza.
In questo senso possiamo dire che la vera Industria 4.0 non un cavillo burocratico, ma avere il sogno di una fabbrica completamente automatica dove l’uomo possa fare veramente il lavoro creativo e produttivo: le idee agli uomini, il sudore all’automazione”.

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Qual è la soddisfazione maggiore per lei?
La soddisfazione più grande è quando vediamo tornare i nostri clienti per chiederci altri prodotti, per avere ancora il nostro aiuto. Non per una questione di fatturato, non è una singola vendita: è la conferma una volta di più che abbiamo imboccato la strada giusta e che abbiamo salito un altro gradino”.

Da quando conosco Lucio – ci dice Christian Salvador, consulente marketing dell’azienda veneta –mi hanno sempre impressionato la sua lungimiranza e la sua capacità di non fermarsi al primo successo, ma di cercare sempre un nuovo obiettivo da raggiungere. Può sembrare semplice, ma è quello che fa la differenza tra un’azienda che si accontenta di essere una buona realtà locale e un’azienda che punta a espandersi in tutto il mondo. Lui guarda la fabbrica di oggi e immagina già quella di domani…”.

Per usare una metafora calcistica, dopo aver vinto lo scudetto, il nuovo obiettivo di Dalso è la Champions League: dallo scudetto nel Triveneto, alla consacrazione in Europa.

A cura di Francesco Inverso

Dalso: dal Triveneto all’Europa ultima modifica: 2021-01-30T08:00:22+00:00 da Francesco Inverso