Dalso: la parola d’ordine è diversificare

La chiave del successo di Dalso, l’azienda vicentina specializzata in movimentazione e automazione, è un mix di competenza, esperienza e, soprattutto, di diversificazione. Un processo che va avanti negli anni e che “continua a dare soddisfazioni”, come ci racconta Lucio Dal Soglio, il titolare…

È passato più di un anno dall’ultima volta che abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere, via web, con Lucio Dal Soglio: la pandemia era in una fase di stallo, ma ci preparavamo a un inverno “caldo” e non solo perché le limitazioni, le chiusure e il distanziamento sociale ci avrebbero costretto a stare a casa davanti alla televisione.
Oggi, seppur i venti che spirano dall’est sussurrano parole che mai avremmo voluto sentire, sembra che in fondo al tunnel di questo lungo biennio ci sia una luce ed è stato un vero piacere poter andare a trovare il titolare dell’azienda veneta – specializzata in soluzioni per la movimentazione e l’automazione – nel suo ufficio a Schio, in provincia di Vicenza.

L’occasione ce l’ha offerta il ventesimo anniversario dalla fondazione, nel 2001, ma eravamo curiosi di dare una occhiata a una tecnologia che – perdonateci – avevamo in qualche modo descritto senza poter vedere di persona.
E la sorpresa c’è stata, perché Dalso è oggi la dimostrazione di quanto la movimentazione, l’automazione, il collegamento fra macchine, l’alimentazione o lo scarico possano fare la differenza e portare ogni macchina, ogni linea, ogni impianto a dare il meglio di se. E se state pensando a qualche rullo e a un paio di cinghie siete fuori strada: oggi l’automazione, quella vera, è roba seria, fatta di tanta elettronica, di una buona meccanica, dell’indispensabile pneumatica e – soprattutto – di tanta conoscenza e intelligenza… 

Oggi Dalso lavoriamo su diversi fronti, dalla robotica più avanzata a soluzioni più o meno “tradizionali” per l’industria dei semilavorati per il mobile, del pannello, del parquet o del pallet e di molti altri processi. Se dovessi riassumere in una sola parola ciò che oggi, con vent’anni di esperienza alle spalle, riteniamo essere la parola che meglio ci descrive sceglierei diversificazione, che se da un lato ci permette di affrontare meglio le fluttuazioni dei mercati dall’altra ci costringe ad avere sempre in cantiere nuovi progetti, nuove idee, nuove soluzioni…”.

Oggi Dalso conta una trentina di persone e il fatturato del 2021 si è attestato a 12 milioni di euro, un risultato che pone in evidenza la crescita costante dell’azienda veneta. L’esportazione rappresenta oltre il 60 per cento del fatturato, con un mercato interno che è sempre stato in primo piano.

“Proporre soluzioni sempre diverse fra loro – prosegue Dal Soglio – impone di conoscere bene il proprio lavoro ma anche i materiali o i beni che ci si trova a dover movimentare, così da definire la soluzione più sicura ed efficace. Quando si sposta qualcosa bisogna conoscere quali dinamiche si potrebbero innestare, l’eventualità di uno scivolamento, le tensioni che potrebbero crearsi. Il tutto, lo ribadisco, in relazione al materiale, alla forma, al peso, alla distanza da percorrere…
Il successo di una soluzione, a nostro avviso dipende da una attenzione maniacale anche per il più piccolo dettaglio. Veniamo dalla gavetta: abbiamo iniziato dalle automazioni per il legno massiccio e ora spostiamo, alziamo, ribaltiamo qualsiasi cosa. Non è stato facile: abbiamo dovuto fare tanta ricerca, tanta sperimentazione, mettere a punto un engineering che ci guida non solo nel progetto, ma anche nella scelta dei materiali, dei componenti, con l’obiettivo di fornire sempre al cliente la migliore qualità possibile”.

Ci pare di capire che di produzione in serie qui se ne faccia poca…
“Sono sempre di più le soluzioni customizzate, studiate ad hoc per le esigenze dei nostri clienti. Possiamo dire – ci dice Dal Soglio con un sorriso – che le soluzioni standard ci annoiano: lo “speciale” in Dalso è diventato “di serie”.
Sono convinto che uno degli aspetti che maggiormente ci ha portato a crescere è proprio questa voglia di metterci dalla parte del cliente, di studiare le sue necessità, di trovare la soluzione migliore per lui e non quella più facile o “conveniente” per noi. Vede, fortunatamente sono ancora la trasparenza e la fiducia a fare la differenza, soprattutto nel nostro settore: lavoriamo sempre mettendoci nei panni dei nostri clienti, ragionando con loro, offrendo tutta la nostra competenza e onestà intellettuale. Per questo abbiamo tantissimi clienti fidelizzati, con cui collaboriamo da molti anni, perché sanno di potersi fidare e che dietro a ogni impianto Dalso ci sono persone che vogliono risolvere i problemi perché tutto funzioni al meglio. Sono le persone a fare le aziende ed è inevitabile che questo sia un valore percepito dai nostri clienti, al punto che spesso ripeto che quando vendiamo una macchina, un impianto, un asservimento dentro c’è sempre anche un pezzetto di noi…”.

 L’automazione oggi è un must…
Negli ultimi quindici, vent’anni c’è una spinta fortissima verso impianti sempre più automatizzati, che richiedano meno manodopera, sempre più difficile da trovare. I processi devono essere sempre più veloci ed efficaci, un risultato che oggi solo una “automazione intelligente” permette di raggiungere. Una tendenza che coinvolge sempre più Paesi dove fino a qualche anno fa era facile trovare addetti: penso ai nostri clienti in Ungheria o in Polonia, che oggi devono fare i conti anche con questo aspetto”.

Nel vostro comparto quanto si sono fatti sentire gli incentivi per l’Industria 4.0?
“… hanno avuto un ruolo decisamente importante nei fatturati degli ultimi anni. Alcune realtà sono tornate a investire dopo dieci, quindici anni, rinnovando anche in modo significativo il proprio parco macchine. A questo abbiamo aggiunto il nostro impegno sul fronte della comunicazione, del marketing, facendo conoscere a un numero sempre più grande di potenziali nuovi clienti in tutto il mondo chi siamo, cosa sappiamo fare, come possiamo essere loro di aiuto. Una lungimiranza che ci ha premiato e ci apre nuove opportunità.
Ci tengo però a sottolineare che pur nella continua evoluzione di questi nostri primi vent’anni di storia non abbiamo mai cambiato il mio, il nostro modo di essere e di pensare, partendo da quello che secondo me è il valore più grande: una impresa è fatta di persone che cooperano e perseguono gli stessi obiettivi. È fondamentale che tutti siano coinvolti, che comprendano le scelte e le strategie, che venga loro mostrato e si facciano parte diligente nel soddisfare le priorità. Ed è questo che faccio e che facciamo: camminare insieme, accumulare esperienza insieme, crescere insieme…”.

Una convinzione che non è sempre facile trovare così forte, così sentita…
Da quando mi sono messo in proprio, nel 2001, uno dei passi più importanti che ho compiuto è stato modificare il mio modo di pensare, la mentalità mia e di quanti lavorano con me, passando da un modo di intendere il lavoro più “artigianale” a una visione più industriale. In questo ci ha dato una forte spinta il cambio di sede, nel 2015, una occasione di rinnovamento che è coincisa con l’ingresso di nuove persone in azienda che hanno portato valori nuovi per noi indispensabili.
Posso dire senza tema di smentita che è stato il confrontarci con visioni diverse a farci cambiare passo: è iniziato un nuovo ciclo per Dalso, con persone nuove, nuovi spazi, nuove idee, una nuova visione… e che fossimo sulla strada giusta lo ha dimostrato il fatturato, che l’anno dopo era già raddoppiato!”.

Ci spieghi meglio: cosa è cambiato?
Abbiamo cominciato a dare all’azienda il giusto valore, comprendendo che potesse andare oltre al valore del prodotto. Abbiamo iniziato a costruire una diversa visione del futuro a livello aziendale, mettendo su carta quali sarebbero potuti essere gli sviluppi da portare avanti nel breve e medio termine, lavorando per costruire una realtà che potesse e possa andare sempre più avanti anche senza di me… un organismo in qualche modo “collettivo”, autosufficiente, in grado di determinare il proprio futuro indipendentemente dalla singola persona. E abbiamo avuto la dimostrazione che l’equazione persone nuove, idee nuove per traguardi nuovi funziona”.

Noi siamo come il sarto che fa il vestito su misura, ogni nostra tecnologia viene realizzata sulle esigenze del cliente. E se nel 2022 customizzazione è una parola per molti, noi in Dalso siamo convinti di avere alzato l’asticella: siamo certi di fare sempre il massimo, anzi, qualcosa in più. E non ci fermiamo a questo. Quando andiamo dal cliente non ci fermiamo solo a parlare della macchina, ampliamo il discorso anche alla disposizione delle macchine, della fabbrica. Perché siamo consapevoli che una buona movimentazione, ordinata ed efficace, ha un impatto importante sull’intero flusso produttivo. Ci è capitato recentemente con un cliente di Perugia, con il quale abbiamo chiuso un ordine molto importante. Ci ha dato carta bianca per organizzare la disposizione delle macchine e delle linee. E questa è una grande soddisfazione, perché vuol dire che ci siamo guadagnati la sua fiducia e non solo la “vendita” singola”.

E la sfida continua…
Ogni giorno: investiamo sulla promozione del nostro marchio e dei nostri prodotti, sulla creazione di una rete ancora più vasta e preparata di rivenditori e tecnici in Italia e all’estero, esperti in grado di offrire ai nostri clienti uno spunto, una idea, una soluzione e che non si limitino a “portare in giro i cataloghi”, se mi passa la definizione…
Sappiamo di avere un ottimo prodotto sia a livello tecnico che qualitativo. Vogliamo andare oltre, ragionare sulla possibilità di superare determinati confini grazie a sistemi di visione avanzati, a nuove soluzioni digitali, a una ancora più efficace e determinante ottimizzazione del rapporto uomo-macchina, tenendo saldamente nelle nostre mani tutti quegli strumenti che ci consentano di poter sempre dare al cliente, ai diversi mercati le soluzioni che stanno cercando”. 

a cura di Luca Rossetti

Dalso: la parola d’ordine è diversificare ultima modifica: 2022-03-22T10:59:15+00:00 da Francesco Inverso