Si respira una atmosfera di grande ottimismo in GiardinaGroup, la nuova realtà che ha saputo riunire in modo efficace tre storie, tre esperienze diverse per creare, nel cuore della Brianza, un centro di eccellenza nella finitura.
Una scommessa che non tutti avrebbero fatto, ma che invece i Mauri – il compianto Giampiero e i suoi figli, Stefano e Riccardo – hanno ben giocato, vincendo non poche mani sul tavolo verde delle tecnologie per la finitura. Senza bluff, senza azzardi, ma consapevoli delle possibilità di disegnare un ambizioso progetto. E così nel 2020 – proprio nell’anno della emergenza sanitaria che ha fatto tremare i polsi, e non solo, a molti – nasce GiardinaGroup, incorporando le attività di Ventilazione Italiana ma soprattutto di Mauri Macchine, specialista riconosciuto nella verniciatura del profilo, sotto il vessillo di uno dei brand italiani della finitura più nota al mondo, quella Giardina che oggi è di fatto il “leit motiv” del gruppo.
E nello stesso anno non ci sono dubbi sulla opportunità di creare una nuova società, la Destefani, che eredita l’eccellenza e la competenza della De Stefani Valerio e C. nella levigatura.
Il tutto coronato dai numeri di un anno che si chiude con un fatturato sostanzialmente stabile, attorno ai 20 milioni di euro, una esportazione più forte, una presenza più radicata in molti Paesi, nuove macchine, nuove assunzioni in attività sempre più stategiche e tanti progetti per il futuro.
Perché se c’è una certezza, in casa Mauri, è che nel 2021 non potranno mancare idee, innovazione, tecnologie migliori, nuove modi di interfacciarsi coni mercati…
“Abbiamo archiviato un anno che, per quanto ci abbia messo alla prova, è stato di grande intensità e ci ha permesso di imparare molto”, ci dice Stefano Tibè, direttore commerciale del gruppo. “Abbiamo onorato tutte le commesse che avevamo in corso senza ritardi significativi, imparando a convivere con i limiti che il “Covid-19” ci ha imposto. Abbiamo affinato la nostra capacità di lavorare “da remoto”, arrivando perfino a gestire tre importantissime installazioni oltreoceano, impianti per i quali avremmo mandato in trasferta diverse persone. Tutto è andato per il meglio e queste nuove modalità ci hanno probabilmente permesso di restare più tempo in azienda e di poterci maggiormente concentrare in nuovi progetti.
Ne è un esempio la definizione della nostra nuovissima “FlexiMachine”: da oramai tre anni stiamo lavorando allo sviluppo di una nuova soluzione per applicare il fondo su pannelli sagomati a rullo invece che a spruzzo. La spruzzatura ha il vantaggio di essere estremamente affidabile e flessibile, ma ha una minore efficienza di trasferimento del prodotto sulla superficie: attorno al 50 per cento se non meno, a seconda della complessità del pannello. Un rullo garantisce una efficienza prossima al 100 per cento, il che significa meno consumi, meno prodotto, più velocità di esecuzione, sostenibilità. Abbiamo fatto molti test con rulli diversi, arrivando alla conclusione che non è dalla sua maggiore o minore morbidezza o elasticità che nasce un ottimo risultato, ma dalla perfetta integrazione con le funzionalità della macchina in cui viene installato e dalla sua configurazione.
Per questo abbiamo sviluppato una macchina completamente nuova, alla quale abbiamo provvisoriamente dato il nome di “FlexiMachine”, e che abbiamo brevettato proprio a fine 2020. Diamo così una risposta di qualità per una tecnologia del quale c’è una forte domanda nel mercato, soprattutto fra i produttori di porte, perché si potranno finalmente applicare fondi ricchi, omogenei, facilmente carteggiabili e che permetteranno di ottenere buoni livelli di finitura.
Abbiamo perfezionato ulteriormente il nostro processo di essiccazione agli eccimeri, un tema sul quale stiamo sperimentando da qualche tempo soluzioni ancora più efficaci e che potrebbero rappresentare lo stato dell’arte nei prossimi anni”.
“Non possiamo dimenticare che l’essiccazione è una parte fondamentale del processo di finitura”, prosegue Tibè. “Una buona levigatura sul grezzo e ancor più una perfetta levigatura intermedia possono fare la differenza. Ebbene, le tecnologie Uv hanno una controindicazione, aumentano la temperatura del supporto: se non si rimane fra i 35 e i 40 gradi si compromette la qualità della levigatura, intasando i nastri, arrivando perfino – in alcune situazioni – ad avere effetti negativi sulle resine presenti nel truciolare o nell’mdf, creando dei “movimenti” che causano avvallamenti e ritiri perfettamente visibili.
Abbiamo rispolverato una tecnologia presentata da Giardina nel 1993, il sistema di essiccazione “cold light” che avevamo chiamato “Albatros” per il quale oggi vediamo sviluppi molto interessanti in termini di accelerazione dei tempi di produzione e processi resi più gestibili da pannelli che rimangono sotto la soglia dei 40 gradi”.
“Grosse novità anche nelle nostre spruzzatrici automatiche, con il remake della “Dualtech 420”, forse la nostra macchina per medie e alte produttività di maggior successo, che oggi è strutturata per poter ospitare un sistema di trasporto a carta piuttosto che autopulente o addirittura entrambi, aggiungendo ai suoi tanti “plus” anche quello della estrema flessibilità nella scelta dei processi. Una re-ingegnerizzazione grazie alla quale il montaggio presso il cliente è diventato molto più semplice e veloce, sulla strada di quel “plug&play” che oggi è per molti la parola d’ordine”.
…ora le chiediamo di mettersi il capello, come si dice, da direttore commerciale: cosa ci racconta?
“GiardinaGroup oggi più che mai deve essere più vicina ai mercati, agli utilizzatori. Una volontà che stiamo portando avanti – fra l’altro – attraverso una maggiore e migliore comunicazione e un più forte coinvolgimento dei nostri rivenditori, grazie a scambi di informazioni più rapide che ci permettono di essere più incisivi nel rapporto con gli utilizzatori. GiardinaGroup sta crescendo: le potenzialità che possiamo sviluppare grazie alle competenze Mauri Macchine nel profilo e Destefani nella levigatura ci permettono di proporre linee complete ma soprattutto conoscenze con le quali rispondere a problematiche di processo, non solo di applicazione delle vernici. Soluzioni sempre più efficaci, veloci, versatili e intelligenti che dobbiamo avere la forza e la capacità di far conoscere in qualsiasi mercato del mondo. Da qui la scelta di rafforzare la nostra presenza in Cina, con la presenza “in loco” di Gianluca Bernardini, di far crescere la nostra partnership con Vinpack in India, che mette a disposizione degli operatori un grande show room dove le nostre tecnologie sono pienamente operative. Alla grande esperienza di Mark Robinson abbiamo affidato la responsabilità del mercato Canadese, Regno Unito ed altri Paesi europei. Sono solo alcuni degli interventi fatti nel 2020 che ci permetteranno di avere radici più profonde in diverse parti del mondo.
Ci stiamo configurando in una dimensione totalmente diversa rispetto al passato: la nascita del gruppo, l’aver riunito la produzione in un unico grande polo, la nascita del nostro “Giampiero Mauri Innovation Centre” hanno indubbiamente contribuito a far percepire a clienti e partner la qualità e la competenza che sappiamo offrire. Ogni giorno ci sforziamo di essere migliori, confrontandoci ad armi pari con i nostri competitor in tutto il mondo.
La creazione di Destefani, a cui ho già accennato, è stato un passaggio indubbiamente molto importante, perché ci siamo “portati in casa” una specializzazione che ci pone in uno scenario molto più grande e interessante. Una buona levigatura rappresenta il 50 per cento di una buona finitura: impossibile pensare che un qualsiasi liquido possa andare a “nascondere” tutti i difetti di un supporto, e l’esperienza quarantennale di Destefani nella levigatura del profilo, del bordo del pannello ci permette non solo di irrobustire le nostre conoscenze in una fase cruciale del processo di finitura, ma di potenziare in modo sostanziale le possibilità di Mauri Macchine, da sempre concentrata nel mondo del profilo, dando vita a linee complete che stanno ottenendo una ottima accoglienza, perchè ora possiamo risolvere l’intero problema, dalla preparazione del grezzo al fondo, dalla levigatura intermedia alla verniciatura”.
Signor Tibè, cosa vede nel futuro della verniciatura?
“Negli ultimi decenni splendidi materiali e tecnologie di nobilitazione sempre più performanti hanno indubbiamente eroso una buona quota del mercato della più tradizionale verniciatura. Ma noi non siamo rimasti al palo e i processi di verniciatura oggi permettono di ottenere risultati stupefacenti sia dal punto di vista visivo che tattile, senza trascurare il contributo alla resistenza meccanica delle superfici, dunque, dei prodotti finiti. Rimaniamo in gara, se mi permette questa definizione, e ci sono tante competizioni che vinciamo per distacco.
La sfida è forte e ciascun processo offre vantaggi e impone dei limiti fra i quali, come sempre, spetta all’utilizzatore scegliere per mantenere alta la propria competitività e i propri margini. Ci sarà sempre spazio per tutti, magari anche per supporti artificiali, non “a base legno”, che devono comunque essere verniciati: penso ai nuovi parquet vinilici “Lvt”, concorrenti sempre più forti dei parquet tradizionali o prefiniti, che hanno bisogno di un passaggio di verniciatura.
Cito questo esempio perché è un segmento nel quale abbiamo importanti referenze che testimoniano, se ce ne fosse bisogno, la versatilità e le opportunità che la verniciatura può cogliere: ci sono sempre più materiali che possiamo affrontare e nei quali anche noi di GiardinaGroup stiamo spaziando, dalla plastica ai compositi, dal vetro al metallo, per quanto il nostro cuore batta più forte nel legno…”.
… e se le chiedessi qual è la vostra arma segreta?
“Il team. C’è uno scambio continuo, forte, frequente fra le varie funzioni aziendali: la rete commerciale, l’ufficio tecnico, i responsabili della produzione, la proprietà, l’ufficio tecnico interagiscono quotidianamente, su ogni singolo progetto, talvolta anche su particolari apparentemente insignificanti che potrebbero poi diventare delle caratteristiche vincenti per le nostre macchine, per i nostri impianti. Questo scambio ininterrotto di informazioni e il confronto di competenze specifiche diverse sono il nostro valore più grande!
Ci piace essere dei consulenti, poter mettere tutte le competenze contenute in GiardinaGroup a disposizione del cliente al quale non vogliamo vendere una soluzione standard o precostituita, ma esattamente ciò di cui ha bisogno per poter lavorare secondo le modalità che preferisce per gli obiettivi che ritiene assolutamente perseguire.
Ci rendiamo conto che tutto questo viene percepito, che i nostri interlocutori sanno che possiamo dare loro un contributo importante ed è certamente una enorme soddisfazione…”.