Sessant’anni di Maggi!

Maggi Technology festeggia il sessantesimo dalla fondazione, una lunga storia raccontata in una intervista dalla quale emergono molti spunti di riflessione sui valori e la qualità dell’essere imprenditori. Una lunga storia che ha visto molti capitoli ma un solo, chiaro finale, che viene trasmesso di generazione in generazione: rendere più semplice il lavoro di artigiani e piccoli produttori di mobili ed arredi…

Volete un esempio: basta dare una occhiata alla foratrice “Maggi Boring System 21 Technology”, una macchina piccola, compatta, attrezzata con – appunto – ventun mandrini e un controllo numerico che la rende assolutamente facile da usare: basta qualche tocco sul touch screen ed ecco apparire sul monitor, passo dopo passo, le istruzioni su cosa è necessario fare. In un mondo in cui il falegname, il piccolo mobiliere ha mille cose di cui occuparsi, poter contare su macchine semplici, con un settaggio intuitivo, che occupino uno spazio limitato e richiedano un investimento “corretto” è spesso un dono del cielo.

Stefano e Stefania Maggi.

E poi c’è tanta passione che traspare dalle parole di Stefania e Stefano Maggi, che siamo andati a trovare in quel di Certaldo, in provincia di Firenze, dove Maggi Technology ha sede. Una passione che si vede nei particolari, che si coglie nella cura con cui le macchine vengono completate, che si legge nel ritratto che fanno della storia di questa azienda ma soprattutto in come immaginano il futuro…

Una realtà dove nulla è lasciato al caso: una organizzazione del lavoro con tutti i crismi della “lean production”, alla quale sottende una attrezzatissima officina meccanica e un reparto di verniciatura, perfetto per personalizzare le livree delle macchine costruite per altri. Ma sono le persone il vero patrimonio di Maggi Technology.

“Fare impresa oggi è indubbiamente una scommessa forte ­– ci racconta Stefania Maggisia nella parte più tangibile, la produzione, come nel costruire le giuste relazioni fra le persone. Abbiamo lavorato molto nella ottimizzazione dei nostri processi e nella progettazione delle nostre macchine, mettendoci lo stesso impegno con cui ogni giorno lavoriamo per una squadra affiatata, coinvolta nel portare avanti gli obbiettivi dell’azienda. E non mi riferisco solo alle capacità o alle competenze, ma alla gestione delle emozioni, al lavorare tutti fianco a fianco giorno dopo giorno: siamo convinti che il successo di una impresa passi anche e forse soprattutto da un impegno forte e condiviso delle persone che, insieme, creano una “macchina” così efficiente ed efficace da poter affrontare qualsiasi sfida futura”.

“E festeggiare questo sessantesimo compleanno – continua Stefania Maggi – non avrebbe molto significato se non fosse una tappa importante della nostra trasformazione, un momento per renderci conto che abbiamo fatto molta strada, che siamo cambiati, che siamo diventati una azienda moderna, per quanto di piccole dimensioni, con un pensiero condiviso. Ed è questo che ci permetterà di “andare oltre”, di inserire nuovi prodotti nella nostra gamma, di continuare a crescere…”.

… a quali “nuovi prodotti” state pensando?
“Il consolidamento di Maggi Technology negli ultimi anni ci ha convinto che potremmo investire per andare oltre la nostra attuale gamma di prodotti, mantenendo sempre ben salda quella che è la nostra vocazione, ovvero costruire macchine per l’artigiano e la piccola impresa, per semplificare davvero il lavoro di chi ci sceglie con macchine che siano ancora più evolute”, interviene Stefano Maggi. “La foratura resterà il nostro core business, ma stiamo progettando e costruendo macchine che possano accompagnare l’evoluzione dell’artigiano verso soluzioni più ”complete”, dotate di controllo numerico, che abbiano maggiori potenzialità e possibilità.
C’è molta concorrenza e non solo nazionale nel mondo delle tecnologie per il legno e crediamo sia indispensabile farsi riconoscere per le proprie caratteristiche, per il percorso tecnologico lungo il quale si è scelto di camminare”.

Sessant’anni di storia permettono senz’altro di fare qualche bilancio…
“Certamente, per quanto a livello tecnico credo che le nostre macchine, la filosofia a cui tutte si ispirano, l’attenzione maniacale e la ricerca della migliore qualità che sono alle fondamenta della loro costruzione parlino per noi”, ci dice Stefania Maggi con un sorriso. “Nella nostra visione il produrre è diventato una sorta di pre-requisito, qualcosa che si da per scontato, per quanto quotidianamente ci impegniamo per ottimizzare anche il più piccolo particolare di ogni macchina che reca il nostro logo.
Negli ultimi anni abbiamo compreso che la nostra priorità, sia a livello personale che di azienda, deve essere capire, comprendere, incontrare, guardare, immaginare il futuro: mai come in questi anni è stato indispensabile alzare lo sguardo dalla quotidianità e ricercare le modalità per andare oltre, per creare nuove opportunità aprendo le porte alla terza generazione della famiglia Maggi che, a poco a poco, sta entrando in azienda in ruoli sempre più significativi.
Dobbiamo ammettere che è qui che mettiamo buona parte della nostra fatica quotidiana, nostra e dei nostri soci, con la certezza che abbiamo fra le mani un capitale, un know how che non deve assolutamente essere disperso. Penso alle mie figlie, al figlio di Stefano, a Giacomo Landi, alla necessità di delegare a questi giovani e alle altre persone che sono parte o entreranno nella nostra squadra precise responsabilità”.

“Questo anniversario così importante ha indubbiamente rafforzato il nostro “pensiero forte”: Maggi Technology mantiene salda la propria identità, ma con una coscienza e una volontà nuova, andando oltre quell’immagine che molti avevano o forse ancora hanno di noi”, interviene Stefano Maggi. “Come molti altri abbiamo vissuto stagioni difficili, talvolta perché eravamo convinti di poter percorrere delle strade nuove ma non eravamo pronti. Ora lo siamo. Oggi, ad esempio, il nostro lavoro come fornitori di altri rappresenta forse il 10 per cento del nostro fatturato, una quota irrisoria rispetto al passato, perché abbiamo costruito una alternativa che ci permette di consolidarci per vivere il futuro!
Non a caso stiamo investendo sul nostro brand, sulla nostra riconoscibilità e sulla leadership in una precisa gamma di prodotto, sapendo che per una realtà delle nostre dimensioni non è sempre così facile avere le stesse esigenze dei “grandi” ma non le risorse…”.

“Ed ecco riaffacciarsi l’annoso tema della collaborazione, della creazione di partnership, una opportunità che le imprese italiane troppo spesso trascurano”, aggiunge Stefania Maggi. “Mi creda se le dico che “aggregazione” è la mia, la nostra parola d’ordine: negli anni passati abbiamo provato più volte a percorrere questa strada, sempre pensando a quale potesse essere il futuro migliore per la nostra impresa e per le persone che la rendono possibile, anche provando a mettere insieme aziende distanti fra loro, incontrando sempre enormi difficoltà. Creare una piccola filiera, un network di imprese che potessero promuovere una sorta di “pacchetto completo” ci avrebbe dato ben altri orizzonti… non era il momento giusto? Potrebbe anche essere, ma continuo a credere nella necessità di creare sinergie, una dinamica da cui nascerebbero molti più vantaggi che svantaggi. Chissà che in futuro non si diventi capaci di oltrepassare i confini del proprio orticello, ben sapendo che in questo modo gli imprenditori avrebbero ancora maggiori possibilità di dare continuità alle proprie aziende.
Troppo spesso dimentichiamo che il terreno sul quale dobbiamo competere è quello dei una globalizzazione oramai esasperata, che mette piccole realtà come la nostra di fronte alle grandi aziende multinazionali. Per non parlare dell’imitazione, della copia: più di una volta abbiamo visto il nostro lavoro copiato senza alcun ritegno. Penso ai nostri trascinatori, ma non solo, che sono stati imitati da moltissimi. Ebbene, abbiamo continuato ad andare avanti, a trovare il modo di andare oltre, che non è certo semplice quando si parla di un certo tipo di prodotto sul quale la competizione può essere davvero esasperata, dove mantenere le posizioni acquisite significa ottimizzare, digitalizzare, massimizzare anche il più piccolo particolare, fino al più piccolo dei componenti, in modo da garantire sempre la qualità Maggi Technology a un prezzo tale da permettere il confronto.
Esperienze importanti, che ci hanno dato molto anche sul versante del miglioramento dei meccanismi della nostra impresa, che oggi si rivelano fondamentali anche nella nostra volontà di aggiungere altri modelli di foratrici al nostro catalogo”.

E cosa ci dite della Toscana?
“Innanzitutto che è una terra splendida”, risponde Stefano Maggi con una risata. “Riteniamo un privilegio vivere e lavorare in questa parte d’Italia, sicuri che in tutto ciò che facciamo c’è un pizzico della bellezza, della storia, della cultura che ci circonda.
Abbiamo anche la fortuna che qui le persone credono ancora in valori importanti, molto più che altrove: chi entra in una realtà, in una impresa tende a viverla con passione, a diventarne parte in modo profondo”.

“Nelle scorse settimane abbiamo salutato un nostro dipendente che è andato in pensione dopo ben 43 anni trascorsi con noi, qui in Maggi. E prima di lui suo padre”, ci dice Stefania Maggi. “Persone su cui sappiamo tutti di poter contare, che sono le fondamenta – come le dicevo prima – del nostro fare. Personalmente sono convinta che questo sia uno dei valori più belli della “toscanità”, il sentirsi parte di un idea, di un progetto, di una storia molto più di quanto non avvenga in zone più “industrialmente avanzate”.
Di contro non possiamo avvalerci di un tessuto produttivo forte, dove sia semplice trovare componenti, semilavorati, terzisti… ed ecco perché da noi si tende a essere degli organismi completi, fabbriche che hanno al proprio interno tutte le competenze necessarie per passare dai materiali al prodotto finito, abituati come siamo a doversci gestire, costruire, produrre tutto ciò che serve.
E poi bisogna essere “attraenti”, imprese che sanno chiamare a se giovani, competenze, capacità, un discorso che non vale solo per Maggi o per la Toscana, ma per questa nostra industria delle soluzioni per la lavorazione del legno e l’industria del mobile che ha perso quasi tutto il proprio appeal nel corso degli ultimi decenni. Dobbiamo far comprendere all’ingegnere meccatronico che siamo una opportunità e che anche noi, esattamente come tutto il mondo che ci circonda, siamo capaci di correre alla velocità della luce!”.  

“Eppur fra mille difficoltà abbiamo sempre più voglia di continuare: sarà perché siamo cresciuti a pane e trascinatori o perchè il nostro babbo Lionello, fondatore della Maggi, ci portava in fiera quando ancora avevamo i pantaloni corti!”, ci racconta Stefano Maggi non senza un pizzico di emozione. “Costruire macchine per il legno è un orgoglio di famiglia, una storia, un’emozione che ancora ci spinge forte, con lo stesso entusiasmo e la voglia di affrontare sempre nuovi progetti…”.

A cura di Luca Rossetti

maggi-technology.com

Sessant’anni di Maggi! ultima modifica: 2024-01-10T11:21:58+00:00 da Francesco Inverso